Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Marcello Mazzilli.
iamo INDIGNATI perchĂ© in Italia la pressione fiscale, se si sommano IRPEF, IVA e gli obblighi contributivi, raggiunge (fonte OCSE) il 68%. Oltre due terzi delle nostre risorse finisce nelle mani dello Stato, di una classe politica incompetente ed autoreferenziale. Prosegui la lettura…
Guest Diritti individuali, LibertĂ , debito pubblico, fisco, liberismo, welfare indignati, liberalizzazioni, politica, privatizzazioni, stasto
Dacché ha compiuto una settimana di vita, ogni giorno Nicolò va a fare una passeggiata nel parco, comodamente sdraiato nella sua carrozzina. Per una volta lo stato non ha ritenuto di immischiarsi negli affari di Nicolò. Così i suoi genitori hanno potuto liberamente scegliere la carrozzina che hanno ritenuto più confortevole, più sicura, più graziosa. A Nicolò è sembrato di respirare, insieme con gli odori primaverili del parco, anche il profumo della libertà .
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Nicolò D. liberismo, mercato Antitrust, regolamentazione, statalismo
Si è riproposto ieri all’Ecofin il veto italiano alla bozza di revisione della direttiva europea in materia di tassazione del risparmio transfrontaliero. Il problema è rappresentato dal fatto che ormai l’Italia è l’unica, a insistere sul veto e a bloccare l’adozione delle nuove norme. Ed è del tutto paradossale, a mio giudizio almeno, che il governo di centrodestra italiano superi quelli di tutta Europa nell’invocare l’armonizzazione assoluta su una questione che per un liberale vero dovrebbe essere considerata principio di massima importanza, perchè attiene alla sfera delle libertĂ individuali e alla tutela che ad esse va accordata. Sempre che si sia liberali e non statalisti, di dstra o di sinistra a me poco importa. Evidentemente, chi per il governo ha delega piena sulla questione è uno statalista di destra. E si chiama Giulio Tremonti. Mi dispiace dirlo, ma è così. Vediamo di che si tratta, per i non addetti ai lavori. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino LibertĂ , Tremonti. Merkel, finanza, fisco, liberismo banche, fisco, statalismo, tasse, Tremonti, ue
Quando Stiglitz espone la sua visione del capitalismo americano sulla rivista glamour Vanity Fair argomentando come Bertinotti e facendo sembrare Krugman un moderato interventista liberale significa che non siamo messi bene. Stiglitz non è semplicemente un accademico di successo che ha coronato la propria carriera con un premio Nobel. Capo dei consiglieri economici dal 1995 al 1997 durante la presidenza Clinton, Vice Presidente della Banca Mondiale fino al 2000, amico del finanziere George Soros, grazie alle cui fortune presiede l’INET (Institute for New Economic Thinking), Stiglitz è sicuramente annoverabile tra gli economisti, come uno dei più vicini alle élites politiche ed economiche del nostro tempo. Non è un outsider marginalizzato a causa di un pensiero eterodosso: per quanto esprima posizioni critiche sul capitalismo quand’anche sulla globalizzazione (o meglio sulla sua governance) lo fa come insider di prim’ordine. Per questo sono rimasto piuttosto stupito nel leggere il contenuto dell’articolo: denso di retorica e male argomentato assomiglia ad un pezzo scritto per la pancia, la pancia degli interventisti.
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Silvano Fait LibertĂ , liberismo, mercato
Tutti i media italiani rimbalzano la notizia dell’OPA lanciata da Lactalis su Parmalat come una “sorpresa”. Francamente, non capisco perchĂ© sorprendersi. Oppure si pensa che Lactalis dopo essere giunta al 28,9% del capitale di Parmalat attendesse pianamente e disciplinatamente un qualunque esito comprensibile del confuso assieparsi di soggetti italiani al tavolo Parmalat? E cioè della politica, la CDP e il Fondo strategico annunciato per parte pubblica, per parte privata banche e imprese concorrenti come Granarolo, o altri imprenditori chiamati a raccolta dalle banche in nome dell’”operazione di sistema” e in realtĂ disinteressati al core business. L’OPA non è affatto una sorpresa. A mio modo di vedere, esiste una sola modalitĂ davvero corretta e utile, al’azienda e ai suoi soci come piĂą estesamente all’Italia, per rispondere a questa francese, che è un’operazione di mercato a tutti gli effetti. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Antitrust, Banca Intesa, Lactalis, Parmalat, banche, liberismo Antitrust, liberismo, statalismo
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco.
Recentemente, il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha auspicato il ritorno a IRI e Mediobanca come modelli in grado di “organizzare e difendere il sistema” da piani antiscalate estere. Il Ministro è sempre stato ideologicamente incline a riservare allo Stato un ruolo di indirizzo dello sviluppo industriale includendolo tra le forze economiche decisive del sistema sociale. Tempo fa invitò il pubblico ad acquistare i titoli di stato come la “cosa piĂą buona che ci sia”. Prosegui la lettura…
Guest liberismo aiuti allo sviluppo, banche, investimenti, politica industriale, Tremonti
D’accordo, lo so, molti economisti arricceranno il naso a questo post. Li rassicuro del fatto che anche noi seguiamo con accaninmento e sincera dedizione il maxi dibattito planetario in corso nella comunitĂ degli economisti sulla stima del moltiplicatore della spesa pubblica nella grande crisi dal 2008 in avanti, e personalmente mi convincono piĂą i lavori di Bob Barro che quelli di Christina Rohmer o di Corsetti, Ilzetzki e Nakamura. Ma non ho potuto fare a meno di approfittare per un post al volo, appena scorso questo articolo dei professori Antonio Acconcia, Saverio Simonelli e Giancarlo Corsetti. E’ una ripresa divulgativa di un precedente paper di Acconcia e altri, in cui il moltiplicatore verniva valutato in Italia tra 1,4 e 2, dunque molto alto, assumendone impatto e stima sulla spesa pubblica per lavoro aggiuntivo a livello locale. Ora io non intendo minimamente mancare di rispetto ai tre economisti, che per primi riconoscono che la stima del moltiplicatore vari da tipo di crisi a tipo di crisi, e si dimostri assai opinabile ex post una volta intrecciato con l’andamento del ciclo. Quel che mi colpisce è la stima a conferma del multiplo così elevato nella realtĂ pubblica locale italiana, utilizzando in questo caso gli effetti ex post misurabili di freno alla crescita per effetto di scioglimenti coatti delle amministrazioni locali colluse con mafia e camorra. L’effetto paradossale è che il moltiplicatore keynesiano funziona assai meglio con la mafia al comando: non so quanto si debba prenderlo come puro strumento analitico, a me sembra un potente elemento di riflessione in sĂ© e per sĂ©. Se posso aggiungere: con un amaro sorriso sulle labbra, visto che poi ci interroghiamo sul come e perchĂ© mafia e camorra sembrino e siano piĂą efficienti in tanta parte d’Italia rispetto all’ordinamento costituito.
Oscar Giannino liberismo, macroeconomia, mercato Italia, Keynes, liberismo
Viviamo tempi tumultuosi. Ma volte mi sembra che il sovvrapporsi degli eventi, dal 2008 a oggi, ci impedisca di tenere l’occhio fermo su alcune coordinate di fondo, del nostro Paese, della sua economia, e della condizione delle imprese e del lavoro. Mi limito a fare quattro numeri. Ma prima vado dritto al punto. Anche per questi quattro numeri, sono as-so-lu-ta-men-te contrario a due novitĂ di giornata.
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Oscar Giannino Lactalis, Parmalat, liberismo, mercato Italia, liberismo, statalismo, Tremonti
“I fautori dei dazi doganali vi dicono che il sacrificio che fanno i consumatori va a beneficio dell’industria, e che può considerarsi come un incoraggiamento dato all’industria. (Ma) la conseguenza del sistema protettore è di spingere i capitali e gli industriali nelle industrie protette, quella della libertà è… di spingerli invece nelle industrie naturali al paese” (Camillo Benso di Cavour, 1861)
“Ma che splendido avvenire avrebbe avuto l’Italia, se rimaneva fedele alle dottrine liberali del Conte di Cavour! Sarebbe diventata il porto franco dell’Europa, e il deposito delle merci che dall’Oriente transitano per il canale di Suez. Invece di imitare gli altri paesi che, come la Francia, si invescavano nel protezionismo, conveniva battere precisamente la via opposta a quella che tenevano. Appunto l’Inghilterra trova suo stile in ciò che gli altri paesi sono protezionisti, onde essa ha il monopolio del libero cambio. Può paragonarsi ad un industriale che avesse una macchina migliore di quella che adoperano i suoi concorrenti. Se da venti anni in qua, i nostri governanti, invece di fare leggi avessero badato a divertirsi e fossero andati a spasso, sarebbe stata somma avventura per l’Italia” (Vilfredo Pareto, 1897)
Alessia Cimmarrusti commercio mondiale, liberismo, mercato Cavour, commercio, Italia, Pareto
Riceviamo da Antonello Rubino e volentieri pubblichiamo questo articolo comparso oggi su “Il quotidiano della Basilicata”.
Se per i filosofi la madre di tutte le questioni risiede nell’interrogativo “PerchĂ© c’è qualcosa invece che nulla?”, l’equivalente meno trascendentale per gli economisti diventa : “PerchĂ© esistono le imprese? E perchĂ© sono qualcosa di altro dal mercato?” (esistendo, anzi, “nonostante” il mercato) Prosegui la lettura…
Guest liberismo Basilicata, Coase, imprese, sviluppo