“Un partito politico è un'associazione tra persone accomunate da una medesima finalità politica ovvero da una comune visione su questioni fondamentali della gestione dello Stato e della società o anche solo su temi specifici e particolari. L'attività del partito politico si esplica nello spazio della vita pubblica e, nelle attuali democrazie rappresentative, ha per ambito prevalente quello elettorale”. (Wikipedia)

Sono dunque associazioni di volontari atte a sviluppare, propagare e, se ne ricevono il consenso con le votazioni, ad applicare il pensiero espresso.
Mi sfugge il motivo per cui uomini che volontariamente prestano il tempo al partito, quando vengono eletti diventano fardello del pubblico impiego a vita. Non importa se durante il loro mandato si sono comportati virtuosamente o come criminali. Rimangono sulle spalle dei contribuenti fino alla morte ed anche oltre.
Uomini di partiti scartati dagli elettori, evidentemente perché hanno fallito il loro compito, continuano imperterriti a succhiare risorse pubbliche.
E si accumulano di anno in anno moltiplicandosi inutilmente ed inspiegabilmente.

Ragionevole sarebbe che lo Stato, impiegando uomini proposti dai partiti, paghino i partiti stessi in modo controllato. Saranno i partiti a destinare i danari ai propri uomini con il criterio che desiderano. Ma poi basta. Pensionati come tutti, perché hanno svolto un ruolo al pari di tutti i cittadini contribuenti. Quindi se un partito scompare deve scomparire anche il relativo costo per lo Stato.

Dubito che la politica italica accetterà mai una soluzione di questo tipo.