CHICAGO BLOG » zopa http://www.chicago-blog.it diretto da Oscar Giannino Tue, 05 Apr 2011 14:45:46 +0000 it hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.4 Credito P2P, la situazione in Germania /2010/08/15/credito-p2p-la-situazione-in-germania/ /2010/08/15/credito-p2p-la-situazione-in-germania/#comments Sun, 15 Aug 2010 14:56:49 +0000 Giovanni Boggero /?p=6796 Sulla situazione di Zopa in Italia hanno già ampiamente parlato su questo blog Carlo Lottieri e Massimiliano Trovato. Non meno interessante è osservare come abbia reagito al fenomeno del credito peer-to-peer la Germania, gelosa custode della posizione dominante delle proprie banche, pubbliche o private che siano. Al proposito giova innanzitutto ricordare che nella Repubblica federale operano da ormai tre anni abbondanti due soggetti, Smava.de e Auxmoney.com, mentre Zopa, pioniere del settore nel Regno Unito, non è presente sul mercato teutonico. Qui le principali differenze in merito alle offerte dei due operatori, che finora pare abbiano soddisfatto, con successo e senza inghippi, quella fetta di mercato non altrimenti in grado di ottenere un prestito- con un tetto massimo di 25.000 euro alla volta- dalle istituzioni tradizionali.

Il centro studi di Deutsche Bank, una delle principali banche di investimento al mondo, ha drizzato subito le antenne, pubblicando nel luglio 2007 e poi ancora nel settembre del 2009  due bollettini, in cui venivano spiegati dettagliatamente potenzialità e rischi dell’avventurarsi nel cd. social lending. Nel numero 05/07 del suo giornale il watchdog tedesco BaFin ha provvisoriamente lasciato la porta aperta agli operatori, ricordando che l’autorizzazione all’attività bancaria – per il rilascio della quale la cooperazione di BaFin con la BuBa è necessaria- diviene imprescindibile ex § 32 c. 1 della legge sull’intermediazione nel credito (KWG), qualora essa sia esercitata in maniera commerciale ovvero a scopo di lucro. In poche parole, senza licenza non si gioca. Ecco perché Smava.de e Auxmoney.de hanno dovuto appoggiarsi a due piccoli istituti di credito, BIW Bank e SWK Bank, per poter proseguire la loro attività imprenditoriale, senza per ora dover passare al vaglio diretto di BaFin.

Sulla configurazione giuridica del fenomeno sorgono comunque dubbi anche in Germania, cosa di per sé del tutto comprensibile, se si pensa che gli ordinamenti di civil law rischiano di andare in tilt ogniqualvolta una nuova fattispecie emersa spontaneamente dall’autonomia contrattuale va ad incrinare questo o quel dogma fissato per legge (si pensi, solo per fare un esempio, agli sconvolgimenti prodotti in dottrina e giurisprudenza dal superamento dell’idea di “numero chiuso dei diritti reali”).

Nel maggio scorso alcuni parlamentari del gruppo ecologista Bündnis 90/Die Grüne hanno interpellato l’esecutivo, ponendo venticinque interrogativi dal sapore vagamente consumeristico, nella speranza di ottenere una regolamentazione del settore. Ebbene, il Ministero delle Finanze ha fornito le proprie risposte alla fine di giugno. In sostanza il Governo dice che al momento ha cose più importanti a cui pensare, mostrandosi anche piuttosto disinformato, laddove manca di individuare le piattaforme attive nel paese e le esperienze verificatesi oltre confine. Inoltre i tecnici del Ministero sostengono erroneamente che non esista un meccanismo di garanzia o di sicurezza in caso di morosità e che il rischio sia sopportato interamente dal prestatore, cosa non del tutto corretta almeno per quanto attiene Smava.de. Meno sicurezza per i propri investimenti è invece presente su Auxmoney.com dove gli utenti non sono necessariamente identificati e non c’è alcun controllo sulla loro solvibilità da parte della Schufa, la società privata di Wiesbaden che svolge il servizio per Smava.de.

In particolare, però, ci paiono degni di nota e condivisibili alcuni commenti del Ministero sull’inopportunità di aggiungere carta e burocrazia alle transazioni.

n.7 La persecuzione dei reati spetta alle Procure della Repubblica e ai Tribunali. Il governo federale non ha avuto notizia di alcun caso di abuso o di raggiro in relazione all’esercizio o all’uso delle piattaforme di concessione privata del credito.

n.12 (…) Il prezzo pagato dal prestatore alla banca per il credito non è da considerarsi un deposito ai sensi della KWG.

n.17 Partendo dal presupposto di un consumatore adulto e responsabile e prendendo in considerazione l’attuale quadro di controllo e il fatto che a BaFin – così come alle autorità dei singoli Länder- non sono pervenute notizie di casi di abuso o raggiro, il governo federale non vede alcuna necessità per procedere all’introduzione di standard legali minimi per le piattaforme di concessione privata del credito.

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Zopa a ottobre ripartirà: ovvero, le “liberalizzazioni” alla prova dei fatti /2010/07/07/zopa-a-ottobre-ripartira-ovvero-le-%e2%80%9cliberalizzazioni%e2%80%9d-alla-prova-dei-fatti/ /2010/07/07/zopa-a-ottobre-ripartira-ovvero-le-%e2%80%9cliberalizzazioni%e2%80%9d-alla-prova-dei-fatti/#comments Wed, 07 Jul 2010 12:51:47 +0000 Carlo Lottieri /?p=6460 Esattamente un anno fa, Zopa Italia srl. (l’impresa che ha introdotto in Italia il “social lending”, ossia la possibilità di scambiarsi denaro direttamente tra privati, senza banche e finanziarie di mezzo) era stata bloccata dalle autorità incaricate di vigilare sul mercato.

In sostanza, per un lungo periodo era stato possibile dare e ricevere denaro grazie a un sito (www.zopa.it) che operava come strumento di connessione, raggruppando i potenziali debitori secondo classi di rischio, ripartendo i contributi destinati a vari debitori tra un ampio numero di offerenti (così che chi riceveva 10 mila euro per acquistare un’autovettura, in realtà, doveva ridare 20 euro a 500 soggetti diversi), attrezzando strumenti per la riscossione dei crediti.

Poi d’improvviso tutto viene sospeso. Ecco il comunicato dell’azienda, che ancora è leggibile sul sito di Zopa:

“In data 10 luglio 2009 è stato notificato a Zopa il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze che, su indicazione di Banca d’Italia, ha cancellato dall’elenco degli intermediari finanziari ex art. 106 la nostra società. Come conseguenza immediata ci vediamo costretti a sospendere la trattazione di nuovi prestiti e l’ingresso di nuovi Prestatori”.

Nelle scorse ore, però, la società ha informato i clienti che potrà tornare ad essere operativa a breve. È stato individuato un nuovo socio di riferimento e con esso l’opportunità di integrarsi in un gruppo finanziario indipendente. A questo punto – anche grazie all’entrata in vigore della direttiva 2007/64/CE del Parlamento Europeo e la creazione di una nuova tipologia di operatore finanziario a livello europeo (l’Istituto di Pagamento) – Zopa può presentare richiesta alla Banca d’Italia per operare come Istituto di Pagamento.

Se ogni va secondo le previsioni, a ottobre Zopa tornerà a servire i propri clienti.

Tutto bene è quel che finisce bene, se non ci fosse un “se”. E cioè il fatto che istituzioni europee, ministri dell’Economia e governatori delle Banche centrali da tempo hanno un solo mantra: le “liberalizzazioni”. Il guaio è che si parla in un modo e si razzola in un altro.

Questa vicenda di un’impresa chiusa per un anno solo perché permetteva di accedere a crediti a buon mercato e al tempo stesso assicurava redditi discreti (dato che veniva saltata l’intermediazione bancaria) sembra allora attestare più di molte altre cose come vi sia una discrasia tra le parole e i fatti, tra la retorica e l’azione.

Speriamo davvero che Zopa, a ottobre, possa riaccendere i motori. E che più in generale l’esigenza di aprire i mercati venga avvertita da tutti come un’esigenza veramente cruciale.

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Cattive notizie /2009/07/13/cattive-notizie/ /2009/07/13/cattive-notizie/#comments Mon, 13 Jul 2009 20:00:11 +0000 Massimiliano Trovato /?p=1499 UPDATE [22.00] Si apprende che la Banca d’Italia rimprovera a Zopa di effettuare raccolta del risparmio attraverso la giacenza sul conto prestatori (grazie anche a darmix nei commenti a questo post). Personalmente, credo che nella migliore delle ipotesi il provvedimento sia frutto una lettura capziosa delle norme. La più severa regolamentazione dell’attività bancaria rispetto alla semplice intermediazione finanziaria trova, infatti, la sua ratio nella divaricazione tra titolarità ed impiego delle somme versate. La giacenza del conto prestatori, viceversa, non entra mai nella disponibilità di Zopa. Assai più verosimile mi pare la ricostruzione del direttore Giannino, che allude all’arrocco corporativo delle banche. Come osserva correttamente Giacomo Dotta, d’altro canto, i rilievi di via Nazionale non riguardano unicamente Zopa, ma più in generale l’intero comparto del social lending. Insomma, la partita è appena iniziata.

Zopa, il servizio di social lending che ha già distribuito oltre 7 milioni di euro di prestiti, sospende l’attività.

In data 10 luglio 2009 è stato notificato a Zopa il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze che, su indicazione di Banca d’Italia, ha cancellato dall’elenco degli intermediari finanziari ex art. 106 la nostra società. Come conseguenza immediata ci vediamo costretti a sospendere la trattazione di nuovi prestiti e l’ingresso di nuovi Prestatori.
La società sta valutando tutte le iniziative, anche di natura giurisdizionale, per tutelare la propria posizione e la community. Vi terremo informati su tutte le attività che metteremo in atto per salvaguardare un’iniziativa innovativa, etica, sociale e vantaggiosa per tutti i partecipanti.

[HT: Roberto Venturini]

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