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Posts Tagged ‘Welfare State’

Educazione e profitto: l’esempio della Svezia – di Flavio Stanchi

8 gennaio 2011

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Flavio Stanchi.

Sebbene la riforma dell’istruzione sia sulle bocche di tutti da ormai lungo tempo, in pochi tra i suoi detrattori hanno saputo presentare un’alternativa concreta che non fosse il consolidamento dello status quo. Eppure, qualche esempio non troppo lontano da cui poter trarre ispirazione ci sarebbe. Prosegui la lettura…

Guest liberalizzazioni , , , , , ,

Il crepuscolo del welfare

2 giugno 2010

Riceviamo da Silvano Fait (IHC) e volentieri pubblichiamo.

“La dottrina della necessità di una rete di sicurezza per raccogliere chi cade è svuotata di significato dalla dottrina che attribuisce una giusta partecipazione anche a coloro che sanno benissimo sostenersi da soli.” (The Economist, 15 marzo 1958)

Il Welfare State, nei termini in cui è stato concepito fino ad ora, sta rapidamente raggiungendo il traguardo oltrepassato il quale non sarĂ  piĂą in grado di fronteggiare gli impegni presi con i cittadini e, volente o nolente, sarĂ  costretto a ridiscutere i termini dei benefici giĂ  accordati. Questo sia in fatto di pensioni, di sanitĂ  che di istruzione (cfr. W. Buiter circa le Unfunded Social Securities Liabilities). Il processo di costruzione dello stato sociale si è sempre basato sul presupposto che qualsiasi intervento da parte dello stato all’interno dell’ordine sociale spontaneo abbia delle ripercussioni di carattere economico senza per questo arrivare ad intaccare quegli aspetti di ordine morale che stanno alla base del progresso di una popolazione. Purtroppo invece, Prosegui la lettura…

Guest Mercato del lavoro, liberismo, pensiero, welfare , ,

Il crollo annunciato dell’Europa, di Philippe Simonnot

1 giugno 2010

Questo intervento è stato pubblicato originariamente sul sito dell’Institut Turgot, che ringraziamo per la cortese concessione alla pubblicazione su chicago-blog. Philippe Simonnot è Direttore dell’Atelier de l’éeconomie contemporaine e Direttore del séminaire monétaire dell’Institut Turgot.

Vent’anni fa il blocco sovietico crollava, non già sotto i colpi di un attacco militare dell’imperialismo capitalista, ma schiacciato dal peso delle proprie “contraddizioni economiche”, come avrebbe detto lo stesso Karl Marx.

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Guest euro, finanza, ue , , ,

Lo Stato asociale e l’industria della povertĂ 

3 febbraio 2010

Nell’immaginario collettivo di tanti italiani la Germania è il paese che per eccellenza funziona bene. C’è un bello Stato sociale, un’economia florida, nessuno evade il fisco e sentendosi parte di una comunitĂ  tutti vivono felici e contenti. Un simile quadretto idilliaco è spesso e volentieri conseguenza della barriera virtuale che si erge tra noi e una realtĂ  straniera. A dire il vero non basta nemmeno conoscere la lingua per poter comprendere la diversa realtĂ  che ci circonda, bisogna in qualche modo divenirne culturalmente parte. Solo così si incominceranno ad intravedere le falle del sistema, al di lĂ  di ogni feticismo dei dati e delle statistiche. Solo in tal modo, magari, eviteremo ancora di parlare della Repubblica federale come un esempio virtuoso in termini di spesa sociale. Prosegui la lettura…

Giovanni Boggero Senza categoria , , , , ,

Il posto fisso è orrendo. Ma non è in primo luogo un confronto tra Eraclito e Parmenide…

20 ottobre 2009

La minuscola pattuglia dei liberisti (che nel clima culturale in cui viviamo pare ormai quasi pronta a suicidi a ripetizione, sul modello dei dipendenti della France Telecom) ha giustamente reagito inorridita dinanzi all’ennesima esternazione del ministro Giulio Tremonti, ormai uso a farsi piĂą comunista dei comunisti, e solo per tagliare l’erba sotto i piedi dell’opposizione o di ciò che ne  resta. E molti miei amici difensori del mercato hanno reagito sottolineando in primo luogo – l’hanno fatto Oscar Giannino e  Piercamillo Falasca su questo blog, e quest’ultimo anche intervistato dal Foglio, ad esempio, e pure Alberto Mingardi intervistato sul Giornale da Vittorio Macioce o Carlo Stagnaro su Libero e sul Foglio, e altri ancora – come la vita sia dinamismo e cambiamento, come una societĂ  aperta implichi anche e soprattutto mobilitĂ  sociale, e infine come sia antistorico e infine del tutto “novecentesco” – per usare espressioni impiegate da Renato Brunetta – questo tentativo di rigettare l’aleatorietĂ  e l’incertezza che caratterizzano ogni societĂ . Prosegui la lettura…

Carlo Lottieri liberismo , , , , ,

GermaniaFutura

8 ottobre 2009

Ieri e oggi grande spazio sui media per la nuova associazione di Montezemolo, “ItaliaFutura”. Il Corsera dedicava ieri una pagina intera al rapporto sulla mobilitĂ  sociale presentato a Roma. Il Foglio riporta oggi il testo integrale del discorso dell’ex presidente di Confindustria tenuto nella medesima occasione. Nel corso della presentazione di “ItaliaFutura”, tre proposte sono state avanzate per togliere il gesso al paese. Non avendo intenzione di analizzarle una per una mi concedo un brevissimo commento sulla prima: non era piĂą semplice intervenire direttamente sulle borse di studio? Prosegui la lettura…

Filippo Cavazzoni liberismo, welfare , , , ,

Le idee hanno delle conseguenze. Una nota su Irving.

19 settembre 2009

Ci sarebbe molto da scrivere in merito al lascito intellettuale e politico di Irving Kristol. Non è questa la sede opportuna, Oscar Giannino ci ha già dato un contributo sostanziale.

Quello che i lettori di questo blog possono trovare interessante è il rapporto dei neoconservatori con i principi del libertarismo.  Molte analisi di Kristol e dei neoconservatori, sebbene critiche nei confronti del welfare state, non arrivano mai a negarne la necessità.  Certo c’è modo e modo. Quello che i neocon cercano è una riforma radicale e non una negazione di principio.

Non è una cosa da poco.

Dal punto di vista delle politiche interne l’analisi neocon ha influito molto nell’elaborazione delle politiche dell’amministrazione Bush. Esempio primario ne è stata la Faith Based and Community Initiative voluta dal Presidente Bush.

Quello che è incontestabile, utilizzando una distinzione cara a Lon Fuller, è che per molti neocon le istituzioni pubbliche siano responsabili per la promozione di una “morality of aspiration“. Questo si è tradotto nell’ambito delle policies pubbliche in una devoluzione di numerose competenze, prima affidate allo Stato centrale, ai gruppi intermedi della societĂ  civile. In primis i gruppi religiosi.

Se infatti le strutture statali sono viste come un ostacolo rispetto al processo di responsabilizzazione personale, i gruppi religiosi sono visti come fondamentali rispetto a questo fine ed a quello di “moralizzazione della societĂ ”.  Era infatti il nichilismo uno dei nemici fondamentali che Kristol vedeva prefigurarsi per il capitalismo in Occidente

The enemy of liberal capitalism today is not so much socialism as nihilism.

Ma le idee  di Kristol hanno fatto proseliti.

What rules the world is idea, because ideas define the way reality is perceived

Lew Daly (ora fellow a Demos, NY)  era stato molto critico delle iniziative di Bush (God and the Welfare State, MIT Press) (qui una mia breve recensione), ma la sua prossima pubblicazione, (God’s Economy, Chicago University Press) in uscita a dicembre 2009, sembra essere molto meno critica della svolta inaugurata da Bush e continuata con alcune modifiche da Obama.

Irriducibili rispetto ad ogni schematismo le idee di Kristol continuano ad influenzare la politica e le politiche. Difficile giudicare se siano giuste o sbagliate, ma hanno avuto le loro … conseguenze.

Pasquale Annicchino liberismo, mercato , ,

Tirannia totale

16 agosto 2009

Lo Stato che avanza. Quello con la “S” maiuscola, e vuole sempre di piĂą. Non pensiate sia un divertimento per attivisti ed ultra-fan dei diritti civili. Il “Nuovo Stato nazionale di Sorveglianza”, così ben descritto da Jack Balkin avrĂ  un impatto profondo anche sulle vicende economiche: “This new kind of State uses surveillance, data collection, collation and analysis to identify problems, to head off potential threats, to govern populations, and to deliver valuable social services”.

Avevo tempo fa giĂ  indicato un prezioso articolo di Tony Buyan pubblicato dal Guardian.  Statewatch ora torna alla carica e con questo report ci dice come la buona Unione Europea entra dritta dritta nei nostri pc. C’e’ ben poco da ridere, altro che  Tavaroli.

Pasquale Annicchino mercato, telecomunicazioni, welfare , , ,