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Posts Tagged ‘unione europea’

Il passato è il problema per il futuro dell’Euro

12 dicembre 2011

Moody’s e le Borse confermano i dubbi sull’Euro Vertice sollevati qui lo scorso fine settimana. Troppo poco è stato deciso circa il futuro dell’Unione Europea ed in particolare sull’Euro. Non è tanto la non adesione della Gran Bretagna al nuovo Trattato che non convince i mercati, quanto le mancate decisioni sul futuro dell’Europa.

I problemi dell’Euro non verranno risolti con una golden rule dello 0,5 per cento di deficit sul prodotto interno lordo o con sanzioni automatiche per i paesi che sforeranno i vincoli dei Trattati. Il problema per l’Euro è il passato ed in particolare tutte le promesse non mantenute da parte di tutti i Paesi dell’Eurozona e dell’Unione Europea.

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In ricordo dell’Euro

10 dicembre 2011

L’Euro Vertice ha partorito un accordo. Debole, come giustamente ritiene anche Oscar Giannino su queste colonne. La domanda da porsi è: perché i mercati dovrebbero credere questa volta a quegli stessi leader che da due anni fanno promesse e non le rispettano?

Se l’Unione Europea saprà rispondere con convinzione a questa domanda, l’Euro potrebbe salvarsi, altrimenti la moneta unica rischia di diventare un ricordo lungo solo dieci anni. Prosegui la lettura…

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L’euroscelta che obbliga allo scetticismo: miracoli in tre mesi dopo anni di vizi?

9 dicembre 2011

L’Unione europea distinta dall’euroarea non c’è più, dopo l’accordo della notte scorsa. Nove Paesi dell’Ue dei 10 che non aderiscono alla moneta unica hanno accolto la proposta tedesca di impegnarsi duramente insieme ai 17 dell’eurozona per far nascere insieme entro pochi mesi l’abbozzo di una vera Unione Fiscale Europea. Il Regno Unito è rimasto fuori. Non è stato l’accordo che salva l’euro una volta e per sempre. Restano delusi sia i sostenitori degli eurobond per dar corpo immediatamente a politiche comuni, sia coloro che invocavano subito una BCE pronta a monetizzare i debiti pubblici. L’accordo prevede esattamente quanto Angela Merkel aveva illustrato con chiarezza a tutti gli altri governi. La Germania non ha ceduto di un millimetro. In 10 anni di euro, troppi governi hanno approfittato dei bassi tassi garantiti dalla moneta comune per rinviare riforme incisive e necessarie, sia per mettere in equilibrio e sicurezza la finanza pubblica sia per accrescere la produttività dell’economia reale. Ora, per la Germania credibilità ed esistenza stessa dell’euro si salvaguardano solo imparando la lezione. E la lezione si impara facendo in fretta e con procedure ferree le riforme mancate da ciascuno in ambito nazionale. E’ una scelta molto rischiosa, giusta ma rischiosa. Non so quanto davvero la politica nazionale europea ne sia in grado. A me, pare di no. In quel caso l’euro salta. Prosegui la lettura…

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L’intervento del FMI aiuta l’Italia, ma non risolve i problemi europei

27 novembre 2011

Perchè l’Italia non dovrebbe accettare l’eventuale aiuto del Fondo Monetario Internazionale per 400-600 miliardi di euro, come anticipato oggi da “La Stampa”? Più di tre settimane fa, il direttore Oscar Giannino su queste colonne annunciava “arriva pure il FMI, il Governo non lo sa”.

Si parlava in quel caso del monitoraggio da parte dell’Istituzione creata a Bretton Woods, mentre oggi si parla ormai di un intervento diretto con denaro sonante.

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L’Europa allo sbando

24 novembre 2011

Le elezioni spagnole, tenutesi lo scorso weekend hanno stabilizzato la situazione spagnola. La vittoria di Mariano Rajoy, con una schiacciante maggioranza assoluta, era prevista e prevedibile, dopo i grandi problemi economici irrisolti dal Governo Zapatero. Nonostante questo lo spread spagnolo rimane molto elevato nelle ultime settimane.

E non solo dalla Spagna arrivano grandi preoccupazioni. Il contagio della crisi del debito sovrano è ormai una questione europea. Il Belgio e la Francia hanno visto il loro spread esplodere nella scorsa settimana in un clima di sfiducia totale nei confronti dell’Euro e dell’Europa.

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Attenti a ciò che rischiamo! Già 50 miliardi di oneri e sarà peggio

9 novembre 2011

Gli spread stanno impazzendo, tra poche ore rischiamo di essere a quota 600, l’intera curva dei rendimenti per ogni scadenza è sopra il 7%. L’Italia rischia non la misisone ordinaria di monitoraggio del Fmi entro fine mese, ma dopodomani una squadra speciale del Fondo che sbarchi dagli elicotteri e ci imponga la secessione temporanea dai mercati, vincoli di capitale obbligatori e sanguinose manovre di ripresa di contatto con la realtà reale: il mondo non intende farsi coinvolgere nella follia di un’Italia che non è la Grecia ma non per quello che crede la sua classe politica, cioè troppo grande per fallire, ma non lo è appunto perché siccome siamo una fonte di contagio enorme il mondo interverrà con la cavalleria aerea per sbatterci alle corde, finché cambiamo marcia e disinnestiamo il pedale dell’irresponsabilità. Forse è bene porsi una domanda precisa. Quanto costa all’Italia, la drastica accelerazione del rischio di insolvenza pubblica che i mercati hanno iniziato a stimare da luglio ad oggi? E’ un esercizio contabile che vale la pena di fare, anche se pone rilevanti problemi economico-statistici, visto che le cifre su cui si può lavorare sono per lo più da stimare per approssimazione. Tuttavia dovrebbe rappresentare un esercizio obbligato per tutti i cittadini italiani, lavoratori e imprenditori, risparmiatori e contribuenti, in modo da sottoporre a un preciso rendiconto le responsabilità politiche di ieri, oggi e domani. E’ comprensibile che vasta parte degli italiani tenda a graduare le proprie valutazioni riferendosi al tradizionale asse valoriale destra-centro-sinistra. Ma non è male tentare anche di appoggiare il proprio ragionamento a qualche numero che si riferisca anche ai valori economici. Ieri sera  ci ho provato, quando lo spread era a 495 e non a 563 dove svetta ora che posto. Prosegui la lettura…

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Arriva pure il Fmi, il governo non lo sa. Anche a noi tocca decidere

4 novembre 2011

Mi sono astenuto dal seguire sul blog giorno per giorno l’andamento “obbligato” della perdita di credibilità italiana, l’ho fatto ogni giorno su radio24. Alla componente di credibilità soggettiva – che riguarda personalmente Berlusconi in maniera crescente da due anni a questa parte, ed è irreversibile a mio giudizio da tempo – si è aggiunta in sede internazionale e in maniera conclamata da luglio quella oggettiva, che riguarda la politica economica del governo. E’ una perdita di credibilità che investe Berlusconi e Tremonti insieme, anzi aben guardare dovrebbe riguardare  più il secondo del primo.

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Usa, Europa e i balbettii sul debito pubblico

1 agosto 2011

Anche la soluzione last minute al problema del debito pubblico federale statunitense appartiene alla categoria too little, too late. Esattamente come per i tre round in venti mesi dedicati dall’Europa al problema del debito greco. L’Europa ha pagato la sua miope debolezza estendendo i costi della messa in sicurezza e approfondendo il divario tra le economie reali dei suoi membri. L’America verrà meno duramente punita per via della forza del dollaro come tallone monetario mondiale, ma resta avviata su un sentiero di spesa e debito pubblico insostenibili, con una ripresa in cospicuo rallentamento e forte disoccupazione, e con un’Amministrazione che ha perso la sua credibilità. Se dovessimo fare un’ideale e sintetica graduatoria di chi ha commesso i maggiori errori, i diversi soggetti del mercato, i loro regolatori, oppure la politica? Prosegui la lettura…

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Un piano B per l’euro? di D. Valiante

27 luglio 2011

Riceviamo da Diego Valiante e volentieri pubblichiamo.

Il crollo dei titoli bancari e l’elevata volatilità che spinge in questi giorni le borse europee in un ciclo ininterrotto di cadute e rimbalzi mette in evidenza lo stato d’incertezza che guida gli scambi nei giorni in cui la crisi dei debiti sovrani dell’area Euro s’intensifica. La manovra finanziaria di questi giorni, con gli emendamenti last minute, è certamente un effetto e non la causa di questa incertezza. I mercati scontano già da molto tempo la mancanza di riforme strutturali in Italia e i problemi di un’economia sull’orlo del declino.

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L’acqua privata a Berlino: lì gli ambientalisti contestano l’esatto…opposto dei nostri referendum

20 luglio 2011

Un’altra prova della buffonaggine che spesso contraddistingue il dibattito pubblico italiano. Più e più volte nella campagna referendaria sull’acqua mi sono trovato interlocutori critici che mi sbandieravano la proposta alla Commissione Europea di annulare la privatizzazione dell’acqua a Berlino. Bene, ho scoperto finalmente di che cosa si tratta. Ma il paradosso è che la richiesta inoltratata a Bruxelles si fonda su presupposti che sono … l’esatto opposto di quanto a casa nostra disposto dai quesiti referendari e da chi li ha sostenuti! Prosegui la lettura…

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