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Posts Tagged ‘supervisione finanziaria’

Perché parlare solo del banker’s bonus? E quelli dei regolatori?

3 ottobre 2009

Beatrice Weder De Mauro, del Consiglio Economico degli Esperti tedesco, ha sollevato un problema essenziale. Perché tutti i politici si occupano con dovizioso compiacimento degli eccessivi bonus dei banchieri, e dimenticano che la crisi è figlia della cattura dei regolatori? Evidentemente, o nessuno di loro ha mai letto quel che George Stigler scrisse sull’argomento, ormai decenni fa, oppure semplicemente preferiscono ignorarlo, perché i regolatori li hanno nominati loro, e sono stati loro a tenere gli occhi ben chiusi di fronte al fatto che diventavano prigionieri delle megainvestment banks. Di conseguenza, più che delle fees dei banchieri bisognerebbe parlare degli incentivi dei regolatori, e di come congegnarli per ottenere che essi siano commisurati al raggiungimento  dei risultati di crescita nella stabilità e solvibilità che essi devono tutelare. La tesi ha suscitato un vasto dibattito, molti dei cui interventi di prestigiosi economisti di tutto il mondo trovate qui.   Personalmente sono più d’accordo con la necessità di discuterne espressa da Alberto Alesina, a cominciare dalla FED e dai regolatori americani ma senza dimenticare la BCE e lo schema De la Rosiere superficialmente modificato di cui si parla in Europa, che con la contrarietà alla soluzioni dichiarata da Luigi Zingales.

Oscar Giannino credito, finanza, mercato , , , , ,

Pittsburgh: vedere per credere, e Draghi sale

26 settembre 2009

Ho passato parte della giornata a farmi un’idea dei documenti conclusivi del G20, di quel che c’è scritto, e di quel che resta tra le righe. Innanzitutto è meglio leggere i documenti originali. Qui il testo conclusivo del vertice, con i suoi 31 impegni e 50 aree tematiche – 50! – di implementazione delle misure da definire in maniera concordata, e variamente adottare visto che poi sono i livelli di sovranità nazionale a suonare la musica in concreto. Qui le proposte al G20 avanzate dal Financial Stability Board, 12 paginette con 55 paragrafi che hanno il pregio di essere molto chiari, e qui la relazione sempre del FSB al G20 sui progressi effettuati dal G20 di Londra di aprile a oggi. Qui infine il comunicato finale sempre del FSB, in cui si traduce in obiettivi concreto, in materia di rafforzamento della supervisione bancaria e finanziaria, quanto nel documento del G20 è assai più fumoso. Il bilancio? Non entusiasmante, a mio giudizio. Draghi va avanti bene sulla sua strada e il mondo intero gli è grato, però. Questo almeno è sicuro. E la politica italiana farebbe bene a rifletterci, invece di lasciar che sia il Wall Street Journal a candidarlo alla guida della BCE.  Prosegui la lettura…

Oscar Giannino credito, finanza, liberismo, mercato , , , ,

Pittsburgh, teniamoci bassi

24 settembre 2009

È un consiglio programmatico: dopo un anno di chiacchiere e distintivo, preferisco non continuare a inseguire il proliferare astronomico di ricette e proposte che in teoria a Puittsburgh domani e dopodomani dovrebbero essere varate, delibate, indicate e sussunte. Quando capiremo qualcosa di concreto, se ci sarà qualcosa di concreto e non solo la recita di un quadro coordinato di princìpi generali che ognuno attua o meno come però vuole a casa sua, allora varrà la pena di commentare e analizzare. Per oggi, come viatico programmatico al tenersi bassi, mi limito a due indicazioni. La prima: ha ragione Taylor, l’exit strategy può cominciare subito dal NON PIU’ attribuire al FMI tutte le risorse che erano state deliberate, perché NON servono.  La seconda: come al solito è la Banca dei Regolamenti Internazionali, a vincere la gara dei papers preparatori più seri e concreti e meno pindarici. Prosegui la lettura…

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Bonus bancari e crisi

22 settembre 2009

Da fonti molto autorevoli, la dritta secondo la quale stamane il vertice del Financial Stability Board era molto soddisfatto del pacchetto di misure che porterà a Pittsburgh.  Gli americani avrebbero superato le divergenze tra diverse autorità di regolazione, e i dissensi tra americani e franco-tedeschi sarebbero superati in materia di maggiori requisiti di capitale degli intermediari. Vedremo tra poco, ormai. Il caveat è che in Congresso USA la proposta di Chris Dodd, il potente capo del banking commitee “molto ma molto” vicino alle grandi banche, mi sembra tuttavia un potente squillo di tromba per richiamare l’Amministrazione al realismo: proposte calate “dall’alto” non passano, dice il potente lobbysta. Che non a caso propone di unificare FED, FDIC, Comptroller of the Currency oe Office for Thrift Supervision: una proposta che haun mero ed esplicito sapore interdittivo, perché non passerebbe mai. Anche sulla disciplina delle remunerazioni, parrebbe che al FSB il compromesso raggiunto tra mnondo anglosassone e continentaleuropei – i francesi restano al momento insoddisfatti – venga considerato positivo. Sarebbe interessante giudicare sulla base di quali seri studi e ricerche venga avanzata la proposta. Perché, anche se è largamente popolare e addirittura intuitivo che bonus a corto termine abbiano accompagnato e spinto la finanza ad alta leva, tuttavia per serietà va detto quel che continua a mancare è la prova logico-deduttiva. Quella analitica, insomma. Prosegui la lettura…

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Vigilanza europea, che pastrocchio

22 settembre 2009

Nella tarda serata il Financial Times ha rivelato che la Commissione Europea è omai a un punto decisivo nel wording delle nuove norme in materia di vigilanza bancaria e finanziaria, sulla scorta delle modifiche concordate al rapporto De Laroisiere. Barocche erano le proposte del rapporto, rococò sarebbe la proposta della Commissione. Nascerebbe un European Systemic Risk Board composto dalla somma delle banche centrali e delle Consob di tutti e 27 Paesi membri, nonché tre organi di vigilanza per soggetti, uno per le banche , uno per le assicurazioni, uno per le securities. Questi tre soggetti dovrebbero prima procedere a stilar enuove norme e princ^pi comuni, poi sottoporli nuovamene alla Commissione. I nuovi supoervisori non potrebbero intromettersi nelle decisioni assunte per competenza di finanza pubblica dagli Stati membri, ma potrebbero intervenire in controversie tra soggetti nei diversi ambiti nazionali, o in decisioni riguardanti soggetti appartenenti a Paesi membri diversi. Ma in quest’ultimo caso il potere di appello e di decisione finale spetterebbe al Consiglio europeo, a maggioranza qualificata. E’ un pastrocchio pletorico e inefficiente. Poiché l’Europa politica non esiste in quanto i debiti pubblici nazionali restano diversi, e così restano nazionali le politiche in materia di quali intermediari finanziari salvare a spese del contribuente, si tratta al più di comitati di scambio infomativo e di coordinamento d’azione, nel caso in cui i governi ritengano di avere interessi convergenti. Finora, non è accaduto: basti considerare la decisione di rinviare al dopo elezioni germaniche ogni misura concreta di pulizia delle scassatissime banche tedesche.

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Banche e crisi, quale va meglio e perché. Regolatori, che fare?

13 agosto 2009

A due anni dai primi segni sui mercati della crisi poi “esplosa” dopo il fallimento di Lehman, inizia a essere tempo di studi comparati sulle performances di coloro dai quali la crisi è nata, banche e intermediari finanziari. Tra i tanti, questo mi sembra particolarmente utile, a opera di Andrea Beltratti della Bocconi e Rene Stulz dell’Ohio State University.  Adoperando un vasto data set riferito alle maggiori banche dei Paesi Ocse e utilizzando il criterio del ritorno azionario, i ricercatori si pongono quattro domande. In che modo per le grandi banche i diversi andamenti all’esplodere della crisi e successivamente sono correlati ai modelli di governace degli istituti e a quelli dei Paesi d’origine in cui sono incardinati, poi se e come crisi più accentuate siano legate al modello di regolazione e supervisione nazionale, e infine quali relazioni vi siano con il conto patrimoniale e lo specifico modello di attività dei diversi istituti. Le conclusioni  di Beltratti e Stulz offrono una miniera di buoni argomenti su cui riflettere, per i regolatori alle prese con la modifica delle architetture di vigilanza e dei princìpi contabili.

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