CHICAGO BLOG » stephen goldsmith http://www.chicago-blog.it diretto da Oscar Giannino Thu, 23 Dec 2010 22:50:27 +0000 it hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.1 Stephen Goldsmith sbarca nella Grande Mela /2010/05/06/stephen-goldsmith-sbarca-nella-grande-mela/ /2010/05/06/stephen-goldsmith-sbarca-nella-grande-mela/#comments Thu, 06 May 2010 12:45:55 +0000 Filippo Cavazzoni /?p=5925 La notizia è che Stephen Goldsmith ricoprirà un ruolo di spicco nell’amministrazione della città di New York. L’autore di “Governare con la rete. Per un nuovo modello di pubblica amministrazione” (IBL Libri) è stato infatti nominato dal sindaco Michael Bloomberg come suo vice.
Goldsmith ha ricoperto il ruolo di sindaco di Indianapolis dal 1992 al 1999, mettendo in pratica ciò che poi ha sistematizzato in “Governare con la rete”. Durante i suoi due mandati, per fornire servizi pubblici ai cittadini ha creato delle vere e proprie “reti”, dove ogni soggetto ricopriva un ruolo ben definito. Responsabilizzazione dei cittadini, coinvolgimento delle comunità locali e una posizione di primo piano data ad organizzazioni non profit e for profit, questo è stato l’obiettivo (raggiunto) del sindaco Goldsmith. La sfida che ora dovrà affrontare è senza dubbio affascinante, NYC ha 10 volte la popolazione di Indianapolis: le stesse ricette possono funzionare anche nella Grande Mela? Stando a quanto si è appreso, Goldsmith dovrà sovrintendere al funzionamento della polizia e dei vigili del fuoco di New York, e a tanti altri settori fra i quali quelli dei trasporti e della sanità.
Dopo il termine della sua esperienza come sindaco di Indianapolis, Goldsmith ha ricoperto il ruolo consigliere di Bush, durante gli anni della sua amministrazione. Nello specifico, si è occupato delle iniziative della Casa Bianca legate al mondo del non profit e al coinvolgimento delle comunità locali (e soprattutto delle comunità religiose) presenti in larghissima quantità sul territorio statunitense. Non è un caso, infatti, che in “Governare con la rete” Goldsmith dedichi molto spazio ai servizi di assistenza sociale, ad esempio ai servizi di assistenza all’infanzia: tutela della famiglia, adozioni, affidamenti. Per ognuno di questi settori possono essere messe in piedi vere e proprio “reti”, che, grazie alle possibilità di coordinamento offerte dalle innovazioni tecnologiche, permettono una frequente e veloce interazione fra le parti coinvolte. Ma lo stesso schema è applicabile a numerosi ambiti: dalla gestione dei parchi alla costruzione di infrastrutture.
Come scrive Goldsmith, “un’entità statale che realizza la maggior parte della sua missione tramite reti di partner richiede un’impostazione e una serie di capacità diverse rispetto ai tradizionali modelli di governo”. Nel libro si trovano numerosi consigli su come impostare tali reti, e sulle capacità necessarie per renderle operative.
Il libro costituisce una sorta di manuale, che cerca di dare risposta alle tante domande legate ai nuovi modi di erogare servizi pubblici. Goldsmith (ed Eggers, co-autore del libro) non mancano di farcire il volume con numerosi esempi concreti. Ciò che negli Stati Uniti è divenuto realtà da parecchi anni, da noi si deve ancora imporre, scontrandosi con problemi di natura culturale.
Se negli ultimi tempi, in Italia, il dibattito è stato inflazionato da termini come “esternalizzazioni”, “privatizzazioni”, “liberalizzazioni”, non si può dire che nella realtà delle cose il panorama abbia subito particolari svolte. Un esempio è rappresentato dal tema della “privatizzazione” dell’acqua, affrontato in diverse occasioni su questo blog. Se da una parte è stato messo in atto un provvedimento volto a coinvolgere maggiormente i privati nella gestione dei servizi idrici, dall’altra non si è atteso molto per gridare allo scandalo, ricorrendo subito al referendum per abrogare una legge dello Stato.
Le forme tradizionali di erogazione dei servizi sembrano segnare il passo, sia per motivi di efficienza che economici. Il settore pubblico andrebbe ripensato. Se esiste la volontà politica di fornire determinati servizi, il problema si sposta allora su “come” questi vadano erogati. Goldsmith dimostra come il settore pubblico possa reinventarsi, perdendo il suo carattere “operativo” per concentrarsi sul ruolo di impulso e controllo. Non più dunque una gestione del servizio attraverso una struttura “pesante” e burocratica, ma attraverso una pluralità di soggetti, tenuti insieme da regole chiare stabilite preliminarmente (sulle finalità da raggiungere, sulle modalità della collaborazione, ecc.).
Teniamo dunque d’occhio quello che succederà a NYC, perché potrebbero realizzarsi esperienze da cui trarre ispirazione. Nel frattempo, per gli amministratori che vogliano mettere in pratica la “dottrina Goldsmith, esiste già un manuale a cui appoggiarsi, si chiama “Governare con la rete”.

]]>
/2010/05/06/stephen-goldsmith-sbarca-nella-grande-mela/feed/ 1