E’ arrivato il momento di dirlo, chiaro e forte. Dopo le province, anche le circoscrizioni vanno abolite. Chi siede nei cd. consigli di zona non ha minimamente presente quale sia la situazione finanziaria del nostro paese, il livello del nostro debito pubblico e l’incidenza della nostra spesa sul PIL. Eppure, si suole dire che piĂą il centro di spesa è vicino al cittadino piĂą fa i suoi interessi. La chiamano sussidiarietĂ . Non si tiene conto che la politica è, a qualsiasi livello, molto crudamente distribuzione di denaro pubblico. Punto. I politicanti locali cercheranno sempre di guadagnarsi la rielezione, favorendo le piccole clientele di quartiere, una volta i commercianti, un’altra le parrocchie, un’altra ancora le associazioni non-profit. E’ la politica, bellezza! Quasi come giocare a Monopolino.
Basta dare un’occhiata alle deliberazioni della Circoscrizione 3 del Comune di Torino, tra le piĂą grandi della cittĂ . Tre quarti di esse è dedicata all’erogazione di prebende, ribattezzate “contributi” nella neolingua degli amministratori dalle mani bucate. Giudicate voi. 8000 euro sono stati versati nello scorso settembre ai commercianti per la festa di Halloween, 5900 alla Compagnia delle Opere (poverini ne hanno bisogno…), 7600 ad un centro di ascolto psicologico. E potrei continuare all’infinito. Qualsiasi deliberazione avrebbe meritato il voto contrario. Viceversa, quasi nessun consigliere, di maggioranza (centrosinistra) o di opposizione (centrodestra), si è mai opposto. Salvo poi piangere miseria dalle pagine della Repubblica o della Stampa per i tagli del gettone di presenza.
Abbiate un po’ di buon gusto: tacete.
Giovanni Boggero Senza categoria circoscrizione 3, circoscrizioni, elezioni 2011, spesa pubblica, sprechi, tasse, torino
1200 auto con autista, 140 jet privati, un carcere temporaneo per ospitare, all’occorrenza, 4.000 detenuti. Si mette in moto la macchina per salvare il mondo e, di certo, qui non si risparmia. Nè sulle spese, nĂ© sull’ambiente. Lo racconta, con dovizia di particolari e pettegolezzi, Andrew Gilligan sul Times, che insiste – giustamente – sui lussi e gli sprechi che si concederanno i 15.000 delegati, 5.000 giornalisti e 98 leader politici, a cui si aggiunge un imprecisato numero di curiosi, ong, manifestanti, fancazzisti e casinari. Secondo gli organizzatori, lo svolgimento dei lavori determinerĂ il rilascio in atmosfera di 41.000 tonnellate equivalenti di CO2. Tanto quanto ne consuma in un anno una cittĂ di 150 mila abitanti.
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Carlo Stagnaro energia al gore, Copenhagen, emissioni, greenpeace, rinnovabili, sprechi
Per illustrare le ragioni della liberalizzazione dei servizi idrici occorre preliminarmente sgomberare il campo da due equivoci che di solito dominano i dibattiti sull’acqua, e quindi muovere due critiche a come viene generalmente impostata la discussione. Il primo equivoco è quello che vede l’acqua essere definita un bene pubblico, anziché un servizio come gli altri. Il secondo, diretta conseguenza del primo, è quello che fa coincidere il carattere pubblico di un servizio con la sua gestione da parte di enti pubblici o aziende di loro emanazione.
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Luigi Ceffalo Senza categoria acqua, aziende pubbliche, Elinor Ostrom, sprechi
Oltre ad essere una preziosa risorsa del suo partito, Frank Schäffler è anche una fonte inesauribile di notizie. Sul blog dei libertari tedeschi Antibuerokratieteam attacca oggi i pacchetti congiunturali del governo Merkel, bollandoli come un indegno spreco di denaro. La chicca? L’acquisto da parte del governo di 31 nuove auto-blu al modico prezzo di 8,6 milioni di euro. D’altronde, per replicare le mirabolanti peripezie del Ministro della SanitĂ occorre attrezzarsi.
Giovanni Boggero Senza categoria FDP, frank schaeffler, germania, sprechi, statalismo
Il settore ferroviario avrebbe bisogno di una seria riforma in quanto il trasporto via ferro attualmente è fonte di notevoli sprechi e di enormi spese per lo Stato Italiano. I punti di debolezza sono molteplici ed elencarli tutti richiederebbe un libro. Senza analizzare i provvedimenti degli ultimi mesi, che sono andati tutti contro la concorrenza (dal DDL Sviluppo alle leggi 2 e 33 del 2009), è bene poter vedere i primi dati dell’operatore monopolista del trasporto ferroviario italiano. Trenitalia S.p.A., controllata da Ferrovie dello Stato Holding, ha chiuso questo anno il conto economico con una perdita di soli 41 milioni di euro, contro i 402 milioni di euro di rosso del 2007. Questo dato potrebbe essere considerato positivamente, senza fare un’analisi completa del bilancio, ma è necessario ricordare che il bilancio dell’azienda incumbent del trasporto ferroviario italiano è totalmente dipendente dai sussidi e contributi pubblici. Quindi, prima di fare affermazioni frettolose è bene studiare a fondo il conto economico pubblicato da Trenitalia, analizzando in primo luogo i ricavi e successivamente i costi. Solo in questo modo è possibile trovare gli eventuali miglioramenti nella gestione dell’incumbent ferroviario. Analizzando a fondo il conto economico di Trenitalia infatti l’impressione che se ne ricava è totalmente differente dall’ultima riga del bilancio.
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Andrea Giuricin liberismo, mercato bilancio, ferrovie, sprechi, sussidi, Trenitalia
Torino. Elezioni provinciali 2009. Claudia Porchietto (Pdl) lancia il guanto di sfida ad Antonio Saitta (Pd) per la guida di Palazzo Cisterna. Un curioso manifesto elettorale recita: “E’ora di tagliare gli sprechi”. Domanda: ci sta prendendo in giro?
Giovanni Boggero Senza categoria abolizione delle province, antonio saitta, claudia porchietto, elezioni provinciali, ipocrisia, sprechi