Archivio

Posts Tagged ‘sindacati’

Fiat: i dieci minuti della rivoluzione

24 ottobre 2010

Dieci minuti fanno la rivoluzione? Questo è l’interrogativo che l’Italia si pone in questi ultimi giorni. Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, ha un’altra volta spostato il limite del rapporto tra sindacati e mondo imprenditoriale. L’azienda torinese ha infatti deciso di cambiare le pause di lavoro anche nell’azienda di Melfi, dopo averlo proposto a Pomigliano d’Arco. In particolare, i nuovi ritmi di lavoro, prevedono un aumento del numero delle pause di lavoro del 50 per cento, da due a tre, ma un dimezzamento del tempo medio di ogni pausa, da 20 minuti a 10 minuti. Nel complesso il tempo lavorato aumenta di 10 minuti, con un contemporaneo incremento anche delle retribuzioni. Dieci minuti sono quelli che separano la Fiat dai sindacati, viste le reazioni non certo rassicuranti non solo della FIOM, ma anche della UILM e della FIM Queste reazioni non stupiscono; quel che stupisce è la forza con la quale Marchionne ha deciso unilateralmente le nuove condizioni contrattuali che entreranno in vigore dal 31 gennaio del 2011. L’azienda di Melfi è uno dei cinque stabilimenti italiani che producono le poco più 600 mila veicoli l’anno con oltre 20 mila dipendenti. In Polonia, lo stabilimento di Tichy, ormai famoso per la delocalizzazione al contrario a favore di Pomigliano della Nuova Panda, produce lo stesso numero di veicoli dell’Italia intera in un solo stabilimento e con un terzo dei dipendenti. Prosegui la lettura…

Andrea Giuricin auto , , , , , ,

Il paradosso italiano

5 ottobre 2010

Paradossi. Ieri è stato nominato Paolo Romani come Ministro allo Sviluppo Economico, proprio il giorno anteriore al quale si certifica un grande cambiamento nelle relazioni sociali. L’incontro tra Confindustria e sindacati per parlare di nuovi contratti nella meccanica arriva al termine di un semestre nel quale i rapporti tra le parti sociali hanno registrato un forte passo in avanti e all’Italia è mancato un Ministro. Prosegui la lettura…

Andrea Giuricin auto , , , , , ,

Tirrenia: la migliore delle aziende possibili

9 settembre 2010

Non si è fatta attendere la risposta dei sindacati al focus pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni. C’era da aspettarselo, dato che le accuse ai sindacati e alla gestione tragica dell’azienda erano state molto forti. Ma di critiche forti al processo di privatizzazione farsa ce ne era il bisogno, come quelle di Oscar Giannino sulle colonne di Chicago-blog. Tirrenia è arrivata a quello che ormai era prospettato da anni. Un’azienda pubblica decotta, che era andata avanti per decenni solo grazie ai sussidi pubblici. In parte questi erano “legalizzati†sotto la sigla OPS, oneri di pubblico servizio. Prosegui la lettura…

Andrea Giuricin trasporti , , , , , ,

TPL: I danni dello statalismo

17 marzo 2010

La gara d’appalto può selezionare le società più competitive? La proprietà pubblica incide negativamente sulla produttività? E quanto incide su quest’ultima il fatto che l’azienda sia a proprietà mista, totalmente pubblica o totalmente privata?
È a queste tre domande che cerca di dare una risposta questo paper focalizzato sul trasporto pubblico locale, scritto per la Fondazione Eni Enrico Mattei da Andrea Boitani, Marcella Nicolini e Carlo Scarpa. Lo studio raffronta gli schemi su titolarità della proprietà e i criteri di scelta delle società su un campione di 72 imprese europee, per il periodo che va dal 1997 al 2006. Prosegui la lettura…

Marco Mura Città, Senza categoria, mercato, privatizzazioni, trasporti , , ,

Termini Imerese: l’Italia a fine corsa con la politica dei sussidi?

14 gennaio 2010

Lo sciopero di Termini Imerese nello stabilimento della Fiat è cominciato in concomitanza con l’inizio del Salone dell’Automobile di Detroit, l’appuntamento del settore più importante nel Nord America. La chiusura dell’impianto produttivo siciliano è ormai quasi una certezza e la casa automobilistica non ha intenzione di cambiare i propri piani. Prosegui la lettura…

Andrea Giuricin auto , , , , ,

Fiat e i sindacati nel pallone

30 novembre 2009

L’incontro tra i sindacati della FIAT e il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, in merito alla situazione di Termini Imerese, si è aperto nel modo peggiore. Le parole di  Antonino Regazzi, segretario generale della UILM, che ha affermato di ritenere necessario che “Fiat indichi quali siano le condizioni per aumentare la produzione a 1,5 milioni di auto l’anno†indicano che i sindacati sono completamente al di fuori del mondo produttivo italiano. Prosegui la lettura…

Andrea Giuricin mercato , , , ,

L’IVA tedesca, quella francese e la concorrenza

13 novembre 2009

Nel corso del dibattito tenutosi al Bundestag per discutere del programma del nuovo governo Merkel, il neocapo dell’opposizione socialdemocratica Frank-Walter Steinmeier ha giocato di sponda con il sindacato (alzi la mano chi pensa ancora che quello tedesco sia migliore di quello italiano), tuonando contro i “regali natalizi alle catene alberghiereâ€, che l’esecutivo giallo-nero starebbe per apprestarsi a distribuire. Prosegui la lettura…

Giovanni Boggero fisco, liberismo, mercato , , , , ,

Mercato del lavoro: l’unica gabbia è il sindacato

22 settembre 2009

Pochi giorni fa, secondo quanto riportato da un comunicato ANSA del 19 settembre, Raffaele Bonanni avrebbe detto a proposito di gabbie salariali: “Non delegheremo mai a nessuno di stabilire il salario per i lavoratori, che è frutto di accordi tra noi e gli imprenditoriâ€.
L’affermazione sembra quanto meno avvilente e indicativa di un analfabetismo delle libertà economiche individuali di cui gli italiani restano ancora preda.

Prosegui la lettura…

Serena Sileoni liberismo , , , , ,

Sani esempi di Paesi dove il 60% invoca meno tasse

13 settembre 2009

Questa settimana nel Regno Unito avviene il rituale appuntamento annuale settembrino delle Trade Unions, la conferenza annuale nella quale il premier laburista annuncia i punti salienti della propria politica economica. Vi ricordo che attualmente i sindacati nel Regno Unito raccolgono solo il 16% dei loro iscritti dal settore privato, mentre tre dipendenti pubblici su cinque ne hanno la tessera in tasca. Con Gordon Brown, le Unions sono tornate a contare di più nel dilaniato Labour Party, felice di aver archiviato i lunghi anni blairiani che qui in Italia qualcuno definirebbe “mercatisti”, ma in rotta con l’elettorato che nelle suppletive ormai non esita ad attribuire ai candidati laburisti il quarto posto nelle preferenze dopo i Tories, i liberali, e i nazionalisti. Un buon esempio di come i media potrebbero trattare fasi politiche convulse della vita nazionale viene oggi dal  Sunday Times. Invece di dedicare paginate alle vischiosità caleidoscopiche interne della lotta a coltello aperta tra correnti del Labour e del sindacato – come si fa qui da noi a proposito di escort o di Fini versus Berlusconi – il quotidiano ha organizzato un bel sondaggio, dal quale emerge che il 60% dei cittadini britannici non hanno dubbi. Di fronte al maxi deficit pubblico browniano da 175 miliardi di sterline quest’anno, invocano come soluzione i tagli di spesa e di tasse. Solo il 21% pensa che si debba coprire la spesa attuale aggiuntiva alzando le imposte. Quando si dice un Paese serio. Ma a cominciare dalla stampa. Pensate che sarebbe davvero molto diverso, se il Corriere o il Sole commissionassero un sondaggio qui in Italia sugli stessi temi? Io penso di no.  A patto naturalmente di non confezionare le risposte alla domanda in maniera capziosamente filotassaiola.

Oscar Giannino liberismo , , , ,

Cernobbio, che cosa attendersi

2 settembre 2009

Tradizionalmente, la tre giorni di Cernobbio nel primo fine settimana di settembre è l’occasione per dare il la alla ripresa del confronto tra gli attori della politica economica, imprese e sindacati. Mi limito a segnalare qui, come dati di partenza, l’aggiornamento ultimo effettuato da Barry Eichengreen e Kevin O’Rourke sul confronto tra l’attuale crisi mondiale e quella del 1929, in termini di produzione mondiale e dei maggiori paesi sia sviluppati sia emergenti, di andamento dei mercati finanziari e del commercio mondiale. In sintesi, la caduta del commercio mondiale è maggiora ora che allora, come prodotto la caduta è del tutto analoga, mentre i mercati finanziari mondiali hanno perso a oggi – malgrado il rally da inizio  marzo recentemente in via di attenuazione – molto ma molto più che nel ’29. Se ci si ferma al mercato finanziario americano, lo S%P500 a parità di durata temporale della crisi sta più su oggi che nell’equivalente periodo post 29, ma la differenza – e il contesto complessivo del mercato USA – non è certo tale da poter far pensare a nessuno che davvero stia risorgendo il sole. Sono davvero curioso di vedere se a Cernobbio prevarrà l’ottimismo a sfida di questi dati incontestabili, o se al contrario la ripresa del confronto metterà al centro qualche grano di realismo. Nel qual caso, bisognerebbe pensare a qualche misura strutturale. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino mercato , , ,