Riceviamo da Stefano Feltri e volentieri pubblichiamo.
Ma c’è qualcuno che ha il coraggio di suggerire che forse Termini Imerese deve chiudere? Il ministro Claudio Scajola parla di “follia”. Il Partito democratico non è molto presente nel dibattito, assai piĂą occupato a nominare la segreteria formale e quella ombra. Ma parlando con la nuova squadra economica di Bersani, sono tutti d’accordo: la fabbrica non deve chiudere.
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Come peraltro ampiamente previsto, lunedì scorso il governo tedesco ha chiuso il rubinetto degli incentivi alla rottamazione. Il bilancio, tra l’euforico e il severo, l’ha fatto il settimanale Der Spiegel qualche settimana fa, dedicando la propria copertina e il suo speciale proprio al cosiddetto Abwrackprämie. Cinque i miliardi spesi, quasi due milioni le auto rottamate. Un modo come un altro per dimostrare agli elettori che il governo tedesco si muoveva con decisione per porre un freno alla crisi– e allargare il buco nel bilancio… L’effetto è stato quello di drogare ancora un po’ il mercato dell’auto, che non soffriva certo di una crisi congiunturale, ma di un chiaro problema di sovraccapacitĂ (si veda Opel e la tassa occulta che grava su tutti i contribuenti tedeschi per farla rimanere in vita). Ora che i sussidi sono finiti e la possibilitĂ di mandare i lavoratori in Kurzarbeit -la cosiddetta “settimana corta”- è prossima alla scadenza, la Germania si ritroverĂ con i medesimi problemi che tali misure puramente elettorali hanno solo ritardato. Prosegui la lettura…
Giovanni Boggero liberismo, mercato auto, bastiat, germania, grosse koalition, incentivi, rottamazione auto, statalismo