CHICAGO BLOG » quotidiani http://www.chicago-blog.it diretto da Oscar Giannino Thu, 23 Dec 2010 22:50:27 +0000 it hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.1 Semel in anno, viva Sergio Romano /2010/05/19/semel-in-anno-viva-sergio-romano/ /2010/05/19/semel-in-anno-viva-sergio-romano/#comments Wed, 19 May 2010 20:05:36 +0000 Alberto Mingardi /?p=6012 L’ambasciatore Romano non è quel che si dice un liberista selvaggio. Tutt’altro. Ed è anche immaginabile che il suo marcato antiamericanismo (che sfocia in articoli che sono una mistura, mai prevedibile nelle dosi, di pregiudizi antiUsa e invece solido realismo politico) gli frutti più di un’antipatia fra i lettori di questo blog. Però oggi nella pagina delle lettere del Corriere Romano ha dato prova di grande equilibrio e di saggezza. Una bella lezione sul registro che dovrebbe tenere un quotidiano che voglia veramente essere la voce autorevole della classe dirigente di un Paese.
Rispondendo alla lettera di un lettore che definiva la speculazione “una sorta di giudice saggio delle economie mondiali”, Romano si è distinto dal coro di quelli che giocano con metafore improprio, per seminare panico e nostalgia per lo Stato massimo nei lettori. Ha anzi scritto:
L’«aggressione», di cui l’euro sarebbe vittima, è una di quelle parole tratte dal linguaggio militare di cui la stampa si serve abitualmente quando deve rappresentare una situazione conflittuale dall’esito incerto. Ma non credo che in questo caso sia appropriata. Può darsi che in alcuni mercati finanziari (per esempio a Wall Street) qualcuno abbia visto con piacere la crisi dell’euro e abbia contribuito ad aggravarla diffondendo prognosi infauste. Ma nella sostanza il problema è abbastanza semplice. I mercati finanziari osservano attentamente le aziende e gli Stati, leggono i loro bilanci, cercano di comprendere e valutare le loro strategie per decidere se scommettere sul loro successo o sul loro fallimento. Quando nacque l’euro, alla fine degli anni Novanta, i mercati furono chiamati a giudicare un fenomeno inedito: una moneta usata da una pluralità di Paesi dietro i quali non esisteva tuttavia un governo capace d’imprimere a ciascuno di essi una linea comune di politica economica. Ma hanno letto il Patto di Stabilità con cui i governi dell’eurozona minacciavano fulmini e saette ai Paesi che si fossero distaccati dai sacrosanti principi del Trattato di Maastricht in materia di debito e disavanzo. (…) La situazione è cambiata quando il nuovo governo greco ha rivelato al mondo lo stato disastroso dei suoi conti pubblici e la Germania ha fatto capire che non sarebbe intervenuta a salvare i «fannulloni» del Mediterraneo. È a quel punto che molti hanno deciso di scommettere sul fallimento dell’euro: una scommessa lecita che ha avuto effettivamente il merito, come sostiene Fabrizio Logli, di mettere in evidenza la serietà della crisi e di costringere i membri dell’eurozona a uscire dalla palude delle loro incertezze.
Al netto dei dettagli e del fatto che i governi europei siano effettivamente “usciti dalla palude”, questa risposta di Romano è un esempio di sobrietà. La stessa che, quando si parla di speculazione e mercati, tende tragicamente a mancare  dalle pagine dei quotidiani. Incluso quello su cui Sergio Romano scrive.
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Comunisti di mercato /2009/04/29/comunisti-di-mercato/ /2009/04/29/comunisti-di-mercato/#comments Wed, 29 Apr 2009 15:43:21 +0000 Massimiliano Trovato /?p=357 Dopo il caso delle inserzioni IBL sul Manifesto, un’altra edificante storia di editoria rossa illuminata: il nuovo quotidiano di Piero Sansonetti rinuncia al finanziamento pubblico e si affida al mercato.

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