Una caratteristica più o meno comune a tutti i modelli macroeconomici è quella di assumere gli elementi istituzionali come neutrali. Sia il governo che la banca centrale vengono solitamente incorporati come degli enti tecnocratici, i quali si limitano ad implementare delle date o ipotizzate regole di condotta in maniera del tutto asettica. Sulla base di queste vengono analizzati uno o più scenari ed alla fine si procede a trarre delle conclusioni. Croce e delizia di ogni dibattito sono gli effetti macroeconomici degli interventi pubblici (sia monetari che fiscali) e di particolare attualità sono le valutazioni circa gli effetti delle politiche di stimolo intraprese a seguito dell’ultima recessione.
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Guest debito pubblico, liberismo, macroeconomia Banca centrale, interventismo, Istituzioni, moneta, moral hazard, public choice, rent seeking
Nonostante il titolo, questo articolo non è autobiografico: parlerò infatti degli ultimi 30 anni di politiche monetarie USA, del perché l’attuale sistema non può funzionare, e del perché tutto ciò era evidente da almeno un decennio. Capire i problemi dei mercati finanziari non richiede più di un corso di introduzione alla microeconomia. Il problema è risolverli: la politica è efficace nel creare problemi, ma nel risolverli fa pietà . Prosegui la lettura…
Pietro Monsurrò Senza categoria crisi economica, moral hazard, public choice
Forse sono un po’ troppo radicale a dire che la public choice dimostra che la politica non può funzionare, però ogni tanto (credo più o meno ogni giorno, ad informarsi) capitano degli esempi veramente lampanti a riguardo.
Lakeside Capital ci informa che la triste vicenda dei lavoratori che si erano abbarbicati sulle gru perché il loro datore di lavoro aveva venduto l’azienda ha avuto sviluppi interessanti. In sostanza, dice il Corriere, alla fine a pagare sarà il contribuente. Che sorpresa.
Per dirla come l’ispiratore di Buchanan e Tullock, “lo stato è la grande finzione mediante la quale tutti pensano di vivere a spese degli altri”.
Qual è il problema? Una lobby che chiede 60,000,000 di euro allo stato costa ad ogni suo cittadino solo 1 euro: inutile, anzi, antieconomico, opporsi. Quando poi si arriva a 10,000 gruppi che chiedono altrettanto, il portafoglio del contribuente verrà saccheggiato, ma non ci sarà alcun modo per difendersi, visto che bisognerebbe combattere 10,000 guerre contro le lobby per recuperare 1€ da ciascuna.
Se invece lo stato, in tutte le sue forme e manifestazioni, non potesse fare certe cose, le lobby, semplicemente, sparirebbero, senza problemi irrisolvibili di public choice da affrontare. Non esiste la buona politica, esiste per fortuna la politica impotente. O perlomeno esisteva in passato.
Pietro Monsurrò Senza categoria innse, public choice