Le privatizzazioni hanno molti vantaggi e tra essi i proventi che possono apportare alle casse pubbliche non stanno ai primi posti. Le privatizzazioni servono in primo luogo a rimettere ordine nei relativi mercati, a far uscire il settore pubblico dalle gestione e a ricondurlo al ruolo esclusivo di arbitro, a realizzare un effettivo meccanismo di concorrenza nel mercato su basi paritetiche tra i diversi operatori. Per quanto riguarda i proventi, quelli diretti, cioè i ricavi della vendita vera e propria, non rappresentano, pur di ammontare previsto non trascurabile, gli effetti economici più consistenti. Prosegui la lettura…
Ugo Arrigo liberalizzazioni, privatizzazioni, Senza categoria, spesa pubblica, trasporti ferrovie, finanza pubblica, liberalizzazioni, Poste, privatizzazioni
Le Poste entrano come socio promotore nella Banca del mezzogiorno di Giulio Tremonti, forse si trasformeranno in banca esse stesse, potrebbero gestire in futuro lotterie istantanee e persino entrare nel capitale di Telecom al posto della spagnola Telefonica.
In queste ultime settimane abbiano sentito parlare delle Poste in relazione a una molteplicità di settori imprenditoriali, escluso tuttavia quello da cui prendono il nome: la posta intesa come recapito di corrispondenze e altri oggetti postali. Ci ha pensato oggi l’Antitrust a porre rimedio a questa mancanza, comunicando che nella riunione del 15 ottobre scorso ha deciso di avviare un’istruttoria per verificare se l’azienda abbia abusato della sua posizione dominante proprio nel mercato del recapito, ostacolando i concorrenti nell’ormai ampio segmento dei servizi (solo) legalmente liberalizzati. Prosegui la lettura…
Ugo Arrigo liberismo, mercato Antitrust, banche, Concorrenza, Poste
Nel precedente post in tema di Poste ho sottolineato il ruolo improprio del sindacato come “azionista di riferimento” dell’azienda, mai messo in discussione in due diverse repubbliche, un trentina d’anni e almeno una ventina di governi, compresi quelli che hanno gestito le privatizzazioni degli anni ’90. Non ho invece preso posizione sulla specifica proposta di Bonanni che, almeno in parte, posso condividere. Prosegui la lettura…
Ugo Arrigo Senza categoria ABI, banche, Passera, Poste, sindacato
In un’intervista a Sergio Rizzo sul Corriere del 2 ottobre il leader della Cisl Bonanni ha sostenuto che “… non c’è che una soluzione per riaprire i rubinetti del credito alle imprese: le Poste. … Basterebbe fare come la Francia, che attraverso le poste ha creato La Banque postale. Funziona benissimo. Le Poste italiane raccolgono molti soldi e hanno 14 mila sportelli: nessuno ha una rete così capillare. Ma per fare mutui o servizi bancari devono ricorrere alle altre banche, come la Deutsche bank». Che cosa propone? – gli chiede Rizzo «Che le Poste diventino una banca a tutti gli effetti, perché sono in grado di far costare meno i servizi. Che prestino direttamente loro i soldi alle imprese…».
Naturalmente chiunque ha il diritto di formulare proposte economiche, a maggior ragione il segretario di un grande sindacato; tuttavia fa una certa impressione associare questa intervista all’influenza consistente che la Cisl ha sempre avuto e conserva inalterata sulla gestione di Poste Italiane (o forse addirittura accresciuta se si considera che nella primavera 2008 il governo appena costituito ha nominato alla presidenza dell’azienda, e si tratta della prima volta dalla riforma del 1994, un ex sindacalista Cisl).
Circa una quindicina d’anni e una dozzina di governi fa il compianto senatore Beneamino Andreatta si riferiva alla Cisl come all’ “azionista di riferimento” delle Poste. Molto buste sono transitate da allora nelle cassette delle lettere: le Poste, che ai tempi della frase di Andreatta erano una delle direzioni del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni e registravano deficit paurosi, sono divenute ente pubblico economico nel 1994 e società per azioni nel 2008. I partiti di allora sono tutti scomparsi; la prima repubblica ha ceduto il passo alla seconda; il sistema multipartitico proporzionale è stato sostituito da quello bipolare e maggioritario; il centrodestra ha vinto nel 1994, perso nel 1996, rivinto nel 2001, riperso nel 2006 e ririvinto nel 2008. Ma l’azionista di riferimento delle Poste non è mai cambiato.
Ugo Arrigo Senza categoria Andreatta, Bonanni, corriere, Poste, Rizzo
In un paese migliore, combattere i monopoli pubblici sarebbe la principale occupazione dell’antitrust. Per questo, ogni occasione in cui ciò accada va celebrata come un’ottima notizia.
Non fa eccezione la recente istruttoria aperta da Piazza Verdi nei confronti di Poste Italiane (comunicato; provvedimento) per abuso di posizione dominante nel mercato dei pagamenti con bollettino postale e strumenti assimilati.
Che il business dei bollettini sia per Poste un’autentica roccaforte è, del resto, reso evidente tanto dai pezzi lavorati, quanto dai prezzi praticati. Il tutto a dispetto delle gravose condizioni d’accesso e della discutibile qualità del servizio.
Come ha dichiarato la senatrice Maura Leddi,
ci troviamo in una situazione al limite del paradosso in cui un’azienda, in regime di monopolio, fornisce un servizio a pagamento scadente che crea enormi disagi ai cittadini, nonostante l’era di internet offra valide alternative.
Ci pare che il provvedimento dell’AGCM costituisca un importante primo passo per arginare lo strapotere della nuova IRI.
Massimiliano Trovato mercato, telecomunicazioni Agcom, Concorrenza, Leddi, Poste