Il 2010 è stato certamente un anno segnato dalla “rivoluzione Marchionneâ€. L’amministratore delegato di Fiat è stato il protagonista di una rivoluzione non proprio silenziosa nel rapporto tra impresa e sindacati.
Pomigliano, Mirafiori e Melfi non sono solo 3 dei più importanti stabilimenti di Fiat in Italia, ma il simbolo di un cambiamento.
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Mirafiori come Pomigliano? Questa è l’idea di Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, almeno da un punto di vista dell’organizzazione del lavoro e non certo delle relazioni sindacali con la FIOM. Sarebbe un altro passo in avanti ed una grande occasione per l’Italia. Flessibilità e produttività diventano quindi due parole sempre più importanti per gli stabilimenti italiani della casa automobilistica. Prosegui la lettura…
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Dieci minuti fanno la rivoluzione? Questo è l’interrogativo che l’Italia si pone in questi ultimi giorni. Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, ha un’altra volta spostato il limite del rapporto tra sindacati e mondo imprenditoriale. L’azienda torinese ha infatti deciso di cambiare le pause di lavoro anche nell’azienda di Melfi, dopo averlo proposto a Pomigliano d’Arco. In particolare, i nuovi ritmi di lavoro, prevedono un aumento del numero delle pause di lavoro del 50 per cento, da due a tre, ma un dimezzamento del tempo medio di ogni pausa, da 20 minuti a 10 minuti. Nel complesso il tempo lavorato aumenta di 10 minuti, con un contemporaneo incremento anche delle retribuzioni. Dieci minuti sono quelli che separano la Fiat dai sindacati, viste le reazioni non certo rassicuranti non solo della FIOM, ma anche della UILM e della FIM Queste reazioni non stupiscono; quel che stupisce è la forza con la quale Marchionne ha deciso unilateralmente le nuove condizioni contrattuali che entreranno in vigore dal 31 gennaio del 2011. L’azienda di Melfi è uno dei cinque stabilimenti italiani che producono le poco più 600 mila veicoli l’anno con oltre 20 mila dipendenti. In Polonia, lo stabilimento di Tichy, ormai famoso per la delocalizzazione al contrario a favore di Pomigliano della Nuova Panda, produce lo stesso numero di veicoli dell’Italia intera in un solo stabilimento e con un terzo dei dipendenti. Prosegui la lettura…
Andrea Giuricin auto Fiat, Fiom, Melfi, Pomigliano, rivoluzione, Sergio Marchionne, sindacati
Il paradosso italiano, illustrato ieri, relativo agli sviluppi positivi delle relazioni sociali italiane in mancanza del Ministro dello sviluppo Economico è stato una provocazione. È comunque indubbio che negli ultimi cinque mesi si siano avuti dei progressi quasi inimmaginabili fino a pochi mesi fa ed il merito è certamente dell’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne. La stessa casa automobilistica si è ritrovata ieri con le parti sociali per discutere del progetto “Fabbrica Italiaâ€. Come ricordava il manager Fiat, è un piano in divenire e dunque non ha senso di parlare d’investimenti precisi, impianto per impianto. Prosegui la lettura…
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Sergio Marchionne, con la “conquista†dell’America sta rendendo globale Fiat, che tuttavia si ritrova a discutere con un sindacato italiano molto antiquato. Il dato dal quale parte il ragionamento di Fiat e che una parte del sindacato italiano non ha capito è quello della produzione di veicoli. Prosegui la lettura…
Andrea Giuricin auto auto, Chrysler, Fiat, Pomigliano, Sergio Marchionne
Non si capisce il referendum dei lavoratori di Pomigliano, senza una premessa. La Fiat di Sergio Marchionne e John Elkann ha scelto una via nuova. Non prende più contributi pubblici, e dunque rifiuta di essere considerata una branca dell’INPS. Resta a produrre negli stabilimenti italiani non per fare assistenza pubblica in perdita, ma solo se la produttività è tale da realizzare utili. Perché solo così si riesce a fare altrettanto anche negli USA con Chrysler. E’ vero che a Pomigliano c’è una storia particolare, di alto assenteismo e finti malati. Ma la nuova Fiat addita al Paese una realtà che molti continuano a non voler vedere. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Mercato del lavoro, auto, commercio mondiale auto, Fiat, Pomigliano
La vicenda Pomigliano si mette sempre peggio per la sinistra, sindacale e politica. Lo dico senza alcuna iattanza nè soddisfazione. Di fronte a svolte di questa importanza, per il rilievo in Italia dell’azienda che le propone, e per l’impatto che intese simili potrebbero avere in tutto il manifatturiero italiano internazionalizzato ed esposto alla concorrenza estera, quel che sichiede alla sinistra è di avere come minimo le idee chiare. Non ce l’ha, purtroppo. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Diritti individuali, Mercato del lavoro, auto auto, Cgil, Fiat, Fiom, Mercato del lavoro, pd, Pomigliano
Il Comitato Centrale della Fiom ieri ha confermato il no all’intesa su Pomigliano. raggiunta venerdì tra Fiat, e metalmeccanici di Cisl, Uil, Ugl e Fismic. La decisione è stata assunta all’unanimità . La minoranza della categoria, ma maggioranza nella confederazione poiché fa riferimento all’82% conseguito al recente congresso dal leader nazionale Guglielmo Epifani, avrebbe evitato il braccio di ferro. Ma alla fine ha deciso di scongiurare una frattura interna, che avrebbe ulteriormente indebolito una posizione che già è minoritaria. Non solo tutti gli altri sindacati e naturalmente la Fiat, ma tutte le forze dell’impresa, con reiterati interventi del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, hanno calorosamente invitato sino all’ultimo secondo la Fiom a recedere dalle sue riserve. Così non è stato. Cerchiamo di capire. Su che cosa, si appunta il no della Fiom? Che cosa è prevedibile che avvenga ora? Quali conseguenze, sul futuro di Pomigliano e della Fiat in Italia? Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Mercato del lavoro, auto, mercato auto, Cgil, Fiat, Fiom, Pomigliano
Una svolta storica. Non è una definizione enatica, per definire l’accordo su Pomigliano tra Fiat e 4 sindacati su 5, Cisl, Uil, Ugl e Fismic. La Fiom-Cgil dovrebbe davvero pensarci molto a fondo domani, e recedere dalla riserva che non le ha fatto firmare l’accordo. Ma deve esere inflessibile, la determinazione che in ogni caso, anche se la Cgil dovesse continuare a dire no, ebbene bisogna andare comunque avanti. Senza esitazioni. E finirla una volta per tutte con un’idea della concertazione in cui a dettare contenuti e passo degli accordi è sempre il soggetto più lento, perché basta che uno dica no e allora tutti gli altri devono fermarsi ad aspettarlo. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino auto, commercio mondiale auto, Fiat, Pomigliano
Oggi a palazzo Chigi, di fronte a governo e sindacati, Sergio Marchionne è stato all’altezza della sua fama. Quella di prendere il toro per le corna. Senza tale dote, Marchionne non sarebbe riuscito a rilanciare Fiat dal fallimento all’utile, né sarebbe stato preso sul serio da Obama per ripetere in grande l’operazione alla scassatissima Chrysler americana, con l’obiettivo di restituirle il 15% del mercato domestico Usa dal 7% in cui è precipitata. Ma nell’incontro di oggi all’ordine del giorno non c’era la sostenibilità finanziaria e industriale del piano Fiat-Chrysler, i 21 modelli tra nuovi e rinnovati nuovi un quadriennio sommando le due case, con la discesa da 11 a 7 piattaforme di cui 3 condivise con Fiat nel segmento medio-alto, il trapianto americano dei diesel, del Multiair e delle trasmissioni Fiat, e via continuando. Il confronto era su un punto solo: il basso utilizzo degli stabilimenti e degli occupati Fiat in Italia. La risposta torinese non mi piace: mani sciolte da liberista, ma a tasca piena da statalista. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino auto, liberismo, mercato aiuti di Stato, auto, Fiat, Marchionne, Pomigliano, termini imerese