CHICAGO BLOG » picco http://www.chicago-blog.it diretto da Oscar Giannino Thu, 23 Dec 2010 22:50:27 +0000 it hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.1 Il picco del picco /2009/10/06/il-picco-del-picco/ /2009/10/06/il-picco-del-picco/#comments Tue, 06 Oct 2009 17:11:00 +0000 Carlo Stagnaro /?p=3141 Il contestuale crollo dei prezzi e della domanda di petrolio sembra aver messo il silenziatore alla teoria del picco. Ha ragione il mio amico-nemico Ugo Bardi quando si lamenta di questo fatto. Se infatti è vero che il greggio disponibile è limitato, se è vero che dopo aver raggiunto la metà delle riserve disponibili comincia l’abisso, e se è vero che siamo prossimi o abbiamo superato il picco, allora bisogna correre ai ripari, con o senza il momentaneo sollievo (si fa per dire) della crisi. Fortunatamente, alla base del picco ci sono molti fraintendimenti o esagerate semplificazioni, concettuali e pratici, a causa dei quali Mike Lynch è arrivato a malignare che il peak oil è “uno spreco di energia” (qui l’altra campana). Un interessante contributo, che aggiunge evidenza e chiarezza, viene dal bell’articolo di Leonardo Maugeri ospitato dalle pagine di Scientific American, “Squeezing more oil from the ground“.

Maugeri prende le mosse dall’emblematico caso del campo petrolifero del Kern River, in California, perforato per la prima volta nel 1899 e ancora oggi in produzione, con quasi 80 mila barili al giorno. I numeri di Kern River sono impresionanti:

When Kern River Oil Field was discovered in 1899, analysts thought that only 10 percent of its unusually viscous crude could be recovered. In 1942, after more than four decades of modest production, the field was estimated to still hold 54 million barrels of recoverable oil, a fraction of the 278 million barrels already recovered. “In the next 44 years, it produced not 54 [million barrels] but 736 million barrels, and it had another 970 million barrels remaining”, energy guru Morris Adelman noted in 1995. But even this estimate proved wrong. In November 2007 US oil giant Chevron, by then the field’s operator, announced that cumulative production had reached two billion barrels. Today Kern River still put out nearly 80,000 barrels per day, and the state of California estimates its remaining reserves to be about 627 million barrels.

Dietro questa imprevedibile, o quanto meno imprevista, traiettoria c’è uno sforzo tecnologico enorme, che ha del tutto cambiato l’armamentario del perforatore e gli ha consentito di sfruttare di più e meglio lo stesso giacimento. Una simile evoluzione ha interessato le attività esplorative, che oggi sono infinitamente più sofisticate che nel passato. Queste sono le cause prime non solo del sistematico fallimento delle previsioni pessimistiche, ma anche dell’aumento della produzione petrolifera giorno dopo giorno, anno dopo anno. (In realtà non è vero, in termini assoluti: ci sono stati anni in cui la produzione si è appiattita o contratta: per essere rigoroso dovrei dire che, preso un anno a caso, è assai più probabile che la produzione fosse superiore a quella dell’anno precedente). Se poi si aggiunge che gran parte del mondo è relativamente inesplorato, e se si introducono nel conteggio anche le risorse non convenzionali, possiamo dire con tranquillità che

by 2030, we will have consumed another 650 billion to 700 billion barrels of our reserves, for a total around 1,600 billion barrels used up from the 4,500-billion to 5,000 billion figure. Yet if my estimates are correct, we will have oil for the rest of 21st century.

Ne avremo anche per il ventiduesimo e il ventitreesimo, se è per questo, perché la scarsità – riflessa nei prezzi – ci porterà ad aggiustare i nostri comportamenti in un senso o nell’altro. Per comprendere questa dinamica, bisogna mettere le osservazioni di Maugeri (più ampiamente sviluppate, per esempio, qui e qui, e con lui da molti altri) a sistema con una visione ampia delle “cause ultime”. Il compianto Julian Simon ha spiegato perché, a tutti gli effetti pratici, si può sostenere che le risorse naturali sono economicamente infinite. La tesi di Simon è fondamentalmente che la scarsità, nella misura in cui è riflessa nei prezzi, spinge individui creativi alla ricerca di profitto, a trovare soluzioni. Così è sempre stato, e così sarà fino a quando la natura umana sarà quella che è.

Sebbene questo tipo di considerazioni vada al di là degli scopi di Maugeri, c’è un passaggio del suo articolo che mi pare fondamentale per capire sia gli errori di chi vede nella scarsità il destino ineluttabile del genere umano, sia le ragioni di chi invece del picco se ne fa un baffo. Scrive Maugeri che

“Easy oil” wasn’t so “easy” when it was discovered. By the same token, the difficult oil of today will be tomorrow’s easy oil, thanks to the learning curve of technology expertise.

Il richiamo, un po’ perfido un po’ polemico, è ovviamente al saggio di Colin Campbell e Jean Laherrere su “The End of Cheap Oil“, che sta al picchismo come il saggio di Charles Darwin su L’origine della specie sta all’evoluzionismo. Il punto è che tutto è facile, quando lo sai fare, ma tutto è fottutamente difficile, quando devi ancora scoprirlo. E infatti, a dispetto della loro variabilità di breve termine, i prezzi di lungo termine del greggio non si discostano molto da una cifra attorno ai 30-40 dollari di oggi. Cosa ci dice tutto questo? Semplicemente, che stiamo attraversando una fase di scarsità relativa del petrolio (pur amplificata da fenomeni speculativi). Quello che dobbiamo aspettarci, passata la crisi, è una ripresa degli investimenti e un aumento immediato dei prezzi a cui farà probabilmente seguito una loro significativa riduzione nel medio termine, che li porterà a convergere verso l’ordine di grandezza che ho appena citato. Naturalmente, prima o poi la domanda di greggio raggiungerà il duo picco, perché troveremo altri strumenti migliori. Ma fino ad allora, non dobbiamo preoccuparci. L’unico picco che vedremo, è quello sulle teorie picchiste. E neppure quello seguirà la curva di Hubbert: le paure umane, come l’inventiva degli uomini e il petrolio, sono infinite.

]]>
/2009/10/06/il-picco-del-picco/feed/ 11
Picco? /2009/08/31/picco/ /2009/08/31/picco/#comments Mon, 31 Aug 2009 08:40:28 +0000 Carlo Stagnaro /?p=2401 Splendido articolo di Mike Lynch sul New York Times, con attacchi, risposta, scommessa, e altre scommesse (nell’Appendice al post di Mike).

]]>
/2009/08/31/picco/feed/ 1