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Posts Tagged ‘paternalismo’

Liberare la Nutella dagli eurocrati, e liberare tutti noi dal paternalismo

18 giugno 2010

Nella reazione di protesta che si è levata contro l’ipotesi che la Nutella possa subire ben precise limitazioni alla sua etichettatura c’è qualcosa che induce a riflettere. Prosegui la lettura…

Carlo Lottieri Diritti individuali, informazione, liberismo, mercato , , , ,

Leave me alone

13 gennaio 2010

Il paternalismo libertario

5 maggio 2009

In effetti, il paternalismo libertario mancava. Ora ce l’abbiamo. Il 7 maggio uscirĂ  anche in Italia il bestseller di Cass Sunstein e Richard Thaler (Nudge: Improving Decisions About Health, Wealth, and Happiness [negli USA] / Nudge. La spinta gentile – La nuova strategia per migliorare le nostre decisioni su denaro, salute, felicitĂ  [in Italia]). Oggi, ce ne parla Vittorio Zucconi su la Repubblica. Il quale ci dice che si tratta solamente in apparenza di un ossimoro (sarĂ , ma se quello che ci ha insegnato la nostra professoressa di lettere ha un senso: siamo in presenza di un ossimoro, non apparente… reale). Premesso che non ho letto il libro, dalla rete se ne ricavano interessanti commenti, che aiutano a farsi un’idea sul volume. L’assunto di base è che l’uomo sbaglia (e questa non è una novitĂ : siamo ignoranti e fallibili, su questo non ci piove). Come dice la scheda di presentazione del volume:  “Siamo esseri umani, non calcolatori perfettamente razionali”. In altre parole, siamo degli Homer Simpson e non dei Mr. Spock. Per Sunstein e Thaler abbiamo allora bisogno di un “pungolo” (di un aiuto), che ci indirizzi verso la scelta giusta: “Per introdurre pratiche di buona cittadinanza, per aiutare le  persone a scegliere il meglio per sĂ© e per la societĂ , occorre imparare a usare a fin di bene l’irrazionalitĂ  umana.  I campi d’applicazione sono potenzialmente illimitati: dal sistema pensionistico allo smaltimento dei rifiuti, dalla  lotta all’obesitĂ  al traffico, dalla donazione di organi ai mercati finanziari, non c’è praticamente settore della  vita pubblica o privata che non possa trarre giovamento dal ‘paternalismo libertario’ proposto dai due intellettuali americani”. SarĂ  anche libertario, ma il timore di finire sotto il controllo paternalistico di Ă©lite è fondato. Non so se l’economia comportamentale implichi una qualche forma di paternalismo, di sicuro gli autori muovono da e si inseriscono in un simile approccio. Il contesto influisce sulle scelte degli individui, pertanto è possibile in un qualche modo determinare le loro azioni, nel bene e nel male. Per gli autori è importante quindi modificare l’ambiente in cui vengono prese tali scelte, manipolandolo si otterranno esiti differenti. L’aspetto paternalistico allora è evidente. Così pensando, si legittima un intervento che tenti di influenzare il comportamento delle persone per rendere le loro vite migliori, piĂą sane e piĂą longeve. La componente libertaria starebbe invece nel garantire alle persone piĂą opzioni di scelta: si interviene sul contesto, ma si lasciano le persone libere di prendere le singole decisioni. Ma è veramente possibile non costringere le persone a compiere determinate azioni, ma solamente incoraggiarle a prendere decisioni che possono farle diventare persone migliori? Ovvio che, preliminarmente, si debba avere ben chiaro cosa rende le persone migliori. L’esempio piĂą banale e abusato è quello legato all’obesitĂ . Gli autori sembrerebbero dire: se l’obesitĂ  è un male dobbiamo limitarla, lasciando però le persone libere di rimpinzarsi quanto vogliono. Ma se non si interviene a valle, bisogna farlo a monte. Se l’obbligo non ricade sul consumatore forse ricadrĂ  sul produttore o sull’esercente. Comunque, a questi dubbi potrĂ  solamente rispondere la lettura del volume. Ad ogni modo, di una cosa sono sicuro: “paternalismo libertario” è e rimane un ossimoro.

Filippo Cavazzoni liberismo, mercato, welfare , , , ,