Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco.
“Chi scava una fossa ci casca dentro e chi demolisce un muro è morso da una serpe†Ecclesiaste X,8
“Deteniamo oro perché non abbiamo fiducia nel governoâ€, recita un vecchio proverbio anglosassone. È infatti il rischio governo in ogni paese a far salire il valore del metallo. Il rischio governo è quello associato ad un contesto economico caratterizzato da valori economici negativi: inflazione, crescita esponenziale dei debiti, dei derivati, svalutazioni competitive, tassi di interesse reali negativi. Il rialzo dell’oro dal prezzo di 250 dollari di dieci anni fa a quello corrente di oltre 1500 misura l’entità del disfacimento delle economie. Anzi il metallo è ancora a buon mercato se si considera lo stato fallimentare dei governi. Ci si prepari a impennate improvvise. Prosegui la lettura…
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Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Gerardo Coco:
L’euro avrebbe dovuto essere l’erede del marco tedesco. Dopo il salvataggio da un trilione di usd della Grecia, si è guadagnato una reputazione da dracma greca. Chi aveva capito cosa sarebbe stata l’Europa non si stupito più di tanto di quello che sta accadendo e sa che il peggio deve ancora arrivare. Quando i malati sono “terminali†sappiamo che moriranno, ma non sappiamo esattamente quando.
Il dollaro non sta meglio dell’euro.
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Oggi segnaliamo un interessante commento di Greg Gibbs, di Royal Bank of Scotland, ripreso da Alphaville, che dà l’esatta misura di quello che sta accadendo sui mercati europei, e quello che ci attende nel prossimo futuro: la monetizzazione del debito pubblico dei paesi di Eurolandia, in perfetto stile-Fed o Bank of England. Perché non ci sono davvero alternative a questo esito, o meglio l’alternativa è la Grande Depressione 2.0. Spiegato agevolmente il motivo del rally dell’oro.
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Su Econbrowser, Jim Hamilton discute un recente paper che mostra come i prezzi delle materie prime negli ultimi anni hanno mostrato una crescente tendenza a muoversi assieme. Tra le possibili cause, l’andamento del dollaro spiega solo una parte del movimento complessivo. E’ possibile ipotizzare, come fonti di domanda, la crescita delle maggiori economie emergenti, ma soprattutto il crescente utilizzo delle materie prime come classe d’investimento.
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