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Posts Tagged ‘Ocse’

L’inizio della fine dei sussidi ai biocarburanti?

13 giugno 2011

Non se ne parla (ancora) molto, ma è appena uscito un rapporto sulle crisi alimentari e sulla volatilità dei prezzi delle materie prime agricole che potrebbe rappresentare un punto di svolta importante sia per quanto riguarda le politiche agricole che quelle energetiche nel prossimo futuro. Le fonti sono piuttosto autorevoli, dato che il rapporto è il frutto di un lavoro comune che ha coinvolto appena 10 organizzazioni sovranazionali tra cui la Banca Mondiale, l’OCSE, il WTO, la FAO ed altre agenzie delle Nazioni Unite.

La novità è che si invitano con decisione i governi del G20, ai quali il rapporto è indirizzato, a

“rimuovere le disposizioni delle attuali politiche nazionali che sovvenzionano la produzione o il consumo di biocarburanti”

In subordinata ipotesi, i governi dovrebbero almeno sviluppare piani di contingenza per sospendere temporaneamente i sussidi ogni volta che il gap tra produzione e consumi dovesse provocare repentini aumenti nei prezzi dei generi alimentari.

Giordano Masini ambiente, energia, mercato , , , , ,

Il buco nell’acqua / 2

10 maggio 2011

La segnalazione di oggi non può che essere l’Economic Survey of Italy 2011 dell’Ocse, dove si legge:

Economic incentives can be better used in water and waste management, but here reform of governance is also needed. Full privatisation of these local services together with the institution of strong national regulators would improve both outcomes and economic efficiency.

Carlo Stagnaro Acqua , , ,

Sindacato per meno tasse? Evviva!

13 settembre 2010

Domattina dedico la “versione di oscar” su radio24 all’annuncio venuto oggi da Cisl e Uil: le due confederazioni riuniranno congiuntamente le segreterie il 15 settembre, per varare una piattaforma di riduzione delle tasse, e scenderanno in piazza per questo il 9 ottobre. Lo dico prima di entrare nel merito delle loro proposte, prima di conoscerle in dettaglio anche se le immagino: dico e grido evviva. Evviva anche se magari dirò nel merito che è troppo poco e troppo tardi. Ma un evviva netto e chiaro. Non solo perché qualunque alleato per la riduzione della schiavitù fiscale è ben accetto. Ma perché il sindacato notoriamente nella storia italiana è un alleato potente. E se finalmente il sindacato si smuove dal solo mantra della lotta all’evasione per destinare più risorse ancora alla spesa pubblica ma – immagino – alla lotta all’evasione che resterà affianca finalmente anche richieste di riduzioni delle imposte, allora vuol dire che finalmente anche il lavoro dipendente comincerà a sentirsi dire da chi – ci piaccia o meno è altro discorso – lo rappresenta, che pagare le tasse NON è bellissimo, e quando poi le tasse sono abnormi è osceno. Non solo perché in cambio lo Stato offre quel che sappiamo. Ma perché più alte sono le tasse, maggiore è l’ingiustizia e l’inefficienza. E poiché nel nostro Paese le tasse sono altissime sia sul lavoro sia sull’impresa, è su entrambe che devono scendere per diminuire ingiustizia e inefficienza. Se avete dubbi, vi invito a leggere questo paper. E’ assolutamente illuminante. Lo ha scritto Richard Rogerson, fellow dell’American Enterprise.

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Oscar Giannino Mercato del lavoro, Senza categoria, Stati Uniti, fisco, ue, welfare , , , , , ,

Quarti.

24 novembre 2009

Nel giorno in cui Giulio Tremonti usa il rigore finanziario come scudo contro il cambiamento, l’immagine italiana riceve l’ennesima botta. Secondo il rapporto dell’Ocse sul gettito fiscale, l’Italia è il quarto Stato membro con la pressione fiscale più alta: il dato medio, per il 2008, 43,2 per cento. Peggio di noi solo Belgio (44,3 per cento), Svezia (47,1 per cento) e Danimarca (48,3 per cento). Sotto di noi, una lunga lista dei paesi meno taglieggiatori. In media, i paesi Ocse si mangiano il 35,2 per cento. Credevate fosse questa la cattiva notizia? Macché, è un’altra. Però vi tengo sulle spine.

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Carlo Stagnaro fisco , ,

Oppressione fiscale: l’Italia batte tutti

1 luglio 2009

Aggiornamenti sull’emergenza vera, della competitività italiana: quella fiscale. Quella cioè che prima di tutte si potrebbe risolvere, a patto di decisioni energiche, visto che per il ritardo infrastrutturale e il gap energetico i tempi sono necessariamente lunghi, quand’anche intervenisse un Licurgo. Un nuovo studio comparato fresco fresco di pubblicazione attribuisce all’Italia la poco onorabile palma di Paese in testa alla graduatoria dell’oppressione fiscale mondiale. Il governo farebbe meglio a leggerlo. Ma anche Confindustria.  Perché credere che la caduta di gettito figlia della contrazione economica condanni all’inerzia delle aliquote – vista la fame di nuova spesa pubblica – significa solo contribuire aggiuntivamente alla caduta del PIL. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino Senza categoria , ,

Tasse, frottole, lima e sapone

12 maggio 2009

Due pregevoli documenti freschi freschi di elaborazione ristabiliscono per l’ennesima volta un po’ di verità, intorno alle tante sciocchezze che vanno per la maggiore in materia di redditi e tassazione. Il primo è l’audizione avvenuta oggi dell’ISAE davanti alla Commissione Lavoro del Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul livello dei redditi da lavoro e sulla redistribuzione della ricchezza in Italia negli anni 1993-2008. Il secondo è l’edizione 2008 appena rilasciata dell’annuale rapporto Taxing Wages dell’Ocse.
Tra i tanti spunti interessanti delle tabelle Isae, mi limito a due. Le retribuzioni procapite dei lavoratori dipendenti sono cresciute di poco l’anno, in media non più dello 0,5%. Ma dopo aver in effetti imboccato una curva discendente nel 1995 e una stasi successiva, sono poi risalite. E non è affatto vero che nel frattempo avveniva uno shift a favore di autonomi e indipendenti: a prezzi costanti, dopo il 2001 il loro reddito procapite ha preso a riscendere, riposizionandosi ai livelli della metà degli anni Novanta. La seconda cosa da notare è il calcolo riaggiustato degli effetti del doppio pacchetto di riduzione delle imposte 2003-2005 e delle modifiche delle deduzioni d’imponibile varate dal governo Prodi, al netto però del fiscal drag e in funzione dei diversi decìli di reddito di appartenenza. In termini complessivi, il fiscal drag si è mangiato ben i due terzi dei 2,7 punti percentuali in meno di aliquote medie che avrebbero dovuto rappresentare l’effetto degli sgravi di centrodestra e centrosinistra. E gli sgravi effettivi si sono concentrati soprattutto nei cinque decìli inferiori di reddito, gli altri hanno pagato di più.
Quanto all’Ocse, anche quest’anno è smantellata l’idea che il nostro prelievo complessivo sia “in media”. Sommando aliquote sul reddito e contributive, in area Ocse solo Belgio e Ungheria, Germania, Francia e Austria ci battono, e siamo tutti nell’area di poco inferiore o superiore a uno spaventevole 50%. Tutti gli altri paesi hanno gravami nettamente inferiori al nostro, Usa e Giappone ben 20 punti meno…..
Conclusione numero uno. La querimonia sul reddito da lavoro penalizzato dagli autonomi che evadono è una palla. Il reddito dipendente è compresso dai contratti nazionali centralizzati secondo i criteri del 93: che per fortuna oggi vanno in soffitta.
Numero due: gli sgravi fiscali degli ultimi otto anni sono stati una presa per i fondelli, e nel giudizio accomuno entrambi gli schieramenti. A pagare qualche punticino in meno, solo chi sta peggio e ne sono felice per lui. Tutti gli altri, hanno addirittura pagato di più. Ci vuole l’ascia alle aliquote, per crescere di più, altro che lima e sapone.

Oscar Giannino Senza categoria , , , , ,