E’ finita la guerra dei browser? Giornali e siti “generalisti” sostengono che si sia finalmente chiusa la “battaglia” fra Microsoft e Commissione europea. La mega-multa del 2004 riguardava pero’ l’inserimento di Windows Media Player in Windows. Il tormentone sui browser e’ assieme piu’ antico (si tratta dell’originario problema fra Microsoft e Antitrust USA) e piu’ recente, per noi europei. Nondimeno, il prossimamente ex Commissario alla Concorrenza Neelie Kroes ci teneva a chiudere il file, prima di cedere il testimone a Joaquin Almunia. “Milioni di consumatori europei potranno beneficiare della libertĂ di scelta sul tipo di browser da utilizzare”, ha detto. Va bene, continuiamo a prenderci in giro. Prosegui la lettura…
Alberto Mingardi informazione, liberismo, mercato Antitrust, Commissione Europea, mario monti, microsoft, Neelie Kroes
Gli aiuti pubblici alle banche vi spaventano di meno, perche’ c’e’ Bruxelles a vigilare sullo “state aid”? La pensa cosi’ il Commissario europeo Neelie Kroes, che intervenendo alla trentaseiesima conferenza della Fordham University su antitrust e concorrenza ha consegnato al mondo una succosa sintesi del suo pensiero.
Lasciamo perdere stavolta quelle che in realta’ sarebbero le cose piu’ interessanti e salienti – ovvero che Kroes vanti grandi progressi, in termini di certezza del diritto e trasparenza, nelle relazioni fra la Commissione e le imprese che finiscono sotto il suo faro. A dire il vero, che questa grande trasparenza effettivamente ci sia e’ discutibile, come sempre piu’ sono discutibili i metodi d’indagine (leggete qui non tanto il commento, ovviamente interessato, di David Rosenberg di Glaxo ma quello di Sir Christopher Bellamy, sull’indagine sul settore farmaceutico). Prosegui la lettura…
Alberto Mingardi Senza categoria aiuti di Stato, Antitrust, banche, Neelie Kroes, trasparenza
Immaginate un tribunale che vi condanna a maggio, spiegandovi perche’ a settembre. Non e’ l’ennesima storia di malagiustizia: e’ l’Antitrust europeo. Quando si parla di presunte violazioni degli articoli 81 e 82, la Commissione e’ pubblico ministero, giudice e giuria. Il primo grado di giudizio indipendente che le imprese possano incontrare e’ il Tribunale di prima istanza della UE: cioe’, uno viene giudicato da altri che i suoi accusatori soltanto in appello.
Che ci sia qualcosa che non va nel sistema, e’ noto non da oggi, e in una certa misura chiaro anche a Bruxelles. Negli anni si e’ tentato di aumentare la trasparenza, di rendere meglio conoscibili agli “indagati” i capi di accusa, di stimolare un confronto con le imprese anche prima di raggiungere un verdetto.
Il caso di Intel dimostra che ci sono ancora molti passi in avanti da fare. Prosegui la lettura…
Alberto Mingardi mercato Antitrust, Concorrenza, intel, Neelie Kroes
Ci è capitato per le mani un interessante documento. Nella “guerra dei browser” fra le AutoritĂ antitrust e Microsoft, riaperta inaspettatamente da Bruxelles, su sollecitazione di un competitor dell’azienda di Seattle, prendono posizione alcuni produttori riuniti nella Computer Technology Industry Association. Il loro “statement” è significativo perchĂ© ribatte con vigore alle tesi dell’Antitrust, dal punto di vista di attori che sono partner di Microsoft ma non si sentono “parte lesa”. Particolarmente interessanti, limpide nella difesa di una “libertĂ dei produttori” necessariamente complementare a quella dei consumatori, e giustamente severe su un punto cruciale: la concorrenza non si costruisce attraverso “mandati”, disposizioni in punta di baionetta, le conclusioni:
If installing multiple browsers were in the interests of our customers, there would be no need for the Commission to require it. As OEMs, we are free to install multiple browsers on Windows PC and we would do so because satisfying customer demand is key to our success in the market place. But we do not believe the must carry approach serves our customers well. Just the opposite, And we know that it will drive up our costs at a time of severe economic recession when we can ill affordo to absorb such additional costs. We respectufully request the European Commission to reconsider and abandon the must carry approach.
Qui il testo completo.
Alberto Mingardi liberismo Antitrust, CompTia, Concorrenza, microsoft, Neelie Kroes
Axel Weber mette in riga Neelie Kroes, la Commissione faccia il favore di non mettere il naso negli aiuti alle banche. E’ questo il bilancio del durissimo attacco lanciato dal presidente della Bundesbank con l’apertura del FT di oggi, al quale la Commissaria europea alla concorrenza ha reagito con dichiarazioni che apparentemente contengono una duplice ed energica strigliata di orecchi alla banca centrale germanica, accusata di non aver capito che cosa Bruxelles stia chiedendo alle banche cross border che hanno ricevuto aiuti di Stato, e in ogni caso invitata a tacere prima di aver riservatamente interloquito con la Commissione stessa (cosa veramente senza precedenti, negli annali dei rapporti tra Bruxelles e il SEBC). Ma, in sostanza, le parole della commissaria hanno totalmente accolto il merito del duro intervento a gamba tesa del banchiere centrale tedesco: politica e regolatori di Berlino possono stare tranquilli, la Commissione si guarderà bene dal richiedere impegni vincolanti a quegli istituti che, come Commerzbank, col suo 25% di quota pubblica e iniezioni di patrimonio per miliardi, si trovano in realtà ad esercitare unfair competition nei confronti di altri grandi istituti europei che, a seguito di una gestione più oculata, non hanno né quota pubblica né attinto a strumenti ibridi di capitale…
L’inusitato scambio di colpi sul ring testimonia almeno tre punti degni di riflessione. Il primo è che le “sospensioni da crisi” – chiamiamole così, in un accesso di generositĂ – al regime ordinario di concorrenza vengono rivendicate in maniera per la prima volta tanto impegnativo e ufficiale per il credito, dal Paese maggiore dell’euroarea, e non attraverso l’ingombrante voce della politica ma direttamente dal componente nazionale del Consiglio Bce. Una bella botta, a tutte le ortodossie in materia di vigilanza piĂą stretta attribuite alla Bce.
Il secondo è che una uscita tanto eclatante del banchiere centrale tedesco, a ben vedere, dovrebbe rappresentare una sfida non solo alla Commissione europea ormai uscente e dagli artigli spuntati, bensì a quegli altri Paesi dell’euroarea nei quali il sistema del credito non si è dovuto avvalere di interventi pubblici così invasivi come nel caso tedesco. In altre parole: Italia, si parla di te.
Terza considerazione: l’attacco tedesco è tanto più serio, nel caso di istituti europei che operino sullo stesso mercato domestico del credito tedesco. Alias: Italia sei proprio in prima fila, a beccarti lo schiaffo.
Vedremo se qualche grande banchiere come Profumo ci farà sapere che cosa pensa, in proposito, o se la stampa italina domattina coglierà la vera importanza del match vinto ieri da Berlino per ko alla prima ripresa…
Oscar Giannino mercato Axel Weber, Berlino, Bruxelles, Bundesbank, euro, Neelie Kroes