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Posts Tagged ‘moltiplicatore’

Banche centrali e governi, se l’uno annulla l’altro

8 ottobre 2009

Più urla e grida la bufera politica italiana, più occorre occuparsi di cose serie. Può allora sembrare quasi una studiata e un tantino spocchiosa fuga nell’astratto, tipo le Nuvole di Aristofane. E mi rendo conto che gli appassionati di politica e regolazione monetaria siano pochini. Ma ecco un esempio di ottima applicazione  di teoria monetaria al vero problema dei problemi del tempo attuale: che non sono i lodi di cui si occupa la politica italiana, bensì come stimolare la crescita. È Scott Sumner, su TheMoneyIllusion a porre il problema. Vedi qui. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino credito, fisco, mercato , , , ,

Il trucco degli statalisti

7 settembre 2009

Volker Wieland insegna teoria e politica monetaria all’Università Goethe di Francoforte, ed è un tosto scettico dei luoghi comuni ossessivamente ripetuti da statalisti e keynesiani, in merito all’efficacia e alla necessità della spesa pubblica per rilanciare domanda e offerta. Ma poiché è un roccioso tecnico della moneta, preferisce evitare contese ideologiche, per smantellare i luoghi comuni sulla base di paper elaborati e solidamente intessuti di bibliografia. Già tante volte abbiamo scritto della disinvoltura con cui nel corso dell’attuale crisi i keynesiani hanno ripreso a “correggere” i propri modelli – che i più avevano abbandonato – per alzare vertiginosamente l’effetto del moltiplicatore. È il trucco degli statalisti. In questo paper una sua ottima confutazione.    Prosegui la lettura…

Oscar Giannino liberismo, mercato , , ,

Politici, deficit e keynesiani

3 agosto 2009

Sulla consunzione della teoria keynesiana del moltiplicatore vi ho già annoiato abbastanza, dunque sapete come la penso. Mi limito qui a segnalarvi un nuovo paper appena rilasciato da Troy Davig, della FED di Kansas City, ed Eric Leeper della Indiana University. È dedicato agli effetti di sostituzione intertemporali e intratemporali di un aumento della spesa pubblica in deficit, e all’effetto ricchezza che s’ingenera a seconda della coerenza tra loro della politica fiscale e di quella monetaria. Una politica monetaria attiva porta poi a inevitabili innalzamenti di contenimento dei tassi d’interesse. Una politica fiscale in passivo induce aspettative di maggiori tasse per il futuro, con contenimento del reddito disponibile rivolto ai consumi. I due studiosi applicano il loro modello alla realtà Usa, ma c’è da riflettere per tutti. Il moltiplicatore della spesa pubblica in deficit diventa maggiore dell’unità solo se “imposto dall’effettiva attuazione di un modello neokeynesiano”, cioè asservendo la politica monetaria a quella della spesa in deficit. E in ogni caso neanche in quello scenario, il moltiplicatore maggiore dell’unità vale per tutti i settori e a prescindere dall’efficacia degli strumenti pubblici attuatori. I politici deficisti hanno di che meditare…

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Speranze dagli USA, non da Keynes

31 luglio 2009

Due giorni fa l’aveva detto, il presidente Obama, che la recessione sta finendo, e oggi il dato rilasciato dal BEA sul GDP americano nel secondo trimestre sembra dargli pienamente ragione. A me però viene da pensare alla vecchia canzone dei Righeira, pazzi torinesi: “l’estate sta finendo e un anno se ne va/ sto diventando grande lo sai che non mi vaâ€. Vi spiegherò perché. C’è Keynes di mezzo, ancora una volta. O meglio, la sua vulgata. ma per non apparire pazzi lunatici, bisogna spiegarsi bene.

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