Come un perfetto contabile il nuovo Governo ha fatto due conti: quant’è il debito, quanto serve, quante sono le risorse aggredibili e come avere tutto sotto controllo; dopodiché, con l’avallo di una politica ormai auto-esautoratasi per conclamata incapacità e de-responsabilizzata dalla inevitabilità di un esecutivo tecnico variamente giustificata (secondo il centro-sinistra, necessaria per tentare di rimediare ai danni del centro-destra; per il centro-destra, necessaria per assecondare le richieste dell’Europa) ha organizzato una raccolta forzosa nelle tasche degli Italiani (di “tutti” gli Italiani) proclamando “rigore, equità e sviluppo”, illudendo che sarebbero stati coinvolti solo i più abbienti, enfatizzando l’alibi della lotta agli evasori e completando la costruzione di un sistema poliziesco e repressivo senza precedenti che travolgerà inevitabilmente tutti i Cittadini. Prosegui la lettura…
Manuel Seri Diritti individuali, evasione, fisco, Monti, spesa pubblica crescita, manovramonti, recessione, segreto bancario, sviluppo, tasse
Ha destato scandalo e indignazione la parziale revisione della norma “tagliastipendi”, che fissa in 311 mila euro lordi / anno il reddito massimo per tutti i dirigenti pubblici. Diversamente dalla prima versione, il nuovo testo prevede la possibilità, per il presidente del Consiglio, di adottare “deroghe motivate per le posizioni apicali delle rispettive amministrazioni”. Credo sia un compromesso ragionevole, e credo che tali deroghe vadano, in alcuni casi, definite immediatamente. Ecco perché.
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Carlo Stagnaro energia austerità, Autorità indipendenti, autorità per l'energia, manovramonti, regolazione, stipendi pubblici
Il decreto “salva Italia” contiene importanti provvedimenti per mettere in sicurezza i conti pubblici, anche se con risultati tutti da vedere. Tra gli innumerevoli commi, però, se ne nasconde almeno uno che non ha nulla a che fare né con la crisi, né coi conti pubblici, né con la competitività né con null’altro che non sia in qualche modo riconducibile a una, o entrambe, le seguenti categorie: marchetta o cazzata. Sto parlando del surreale comma 8 dell’articolo 43 che, a dispetto delle presunte caratteristiche di necessità e urgenza del decreto, si occupa addirittura della manutenzione straordinaria dei bacini idroelettrici. Leggiamolo.
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Carlo Stagnaro energia dighe, elettricità, idroelettrico, manovramonti
La manovra Monti applica un’imposta dell’1,5% sulle attività finanziarie e patrimoniali che sono state oggetto di rimpatrio o regolarizzazioni in occasione dello “scudo fiscale” del 2009, la cui memoria è ancora viva nella mente degli italiani, e di un assai precedente condono fiscale di attività estere contenuto nel decreto legge n. 350/2001, approvato in vista dell’introduzione dell’euro. Prosegui la lettura…
Serena Sileoni condono, evasione, fisco manovramonti, Monti, scudo fiscale
È veramente fastidioso notare come le norme in materia di decreto-legge siano sistematicamente violate: nello specifico, un testo approvato dal Consiglio dei Ministri subisca ampie e svariate mutazioni dopo il voto del Consiglio dei Ministri e prima di ottenere l’agognata firma del Presidente della Repubblica. Ma non si potrebbe!
Andiamo al caso concreto. Prosegui la lettura…
Silvio Boccalatte liberalizzazioni crescita, decreto legge, farmaci, farmacie, lavoro, manovramonti, pianta organica, sviluppo
Le reazioni alla manovra Monti, comprese quelle manifestate nella serie di post in questo blog, hanno sostanzialmente sottolineato il dato che nel decreto legge ci sono molti sacrifici, ma poche prospettive di crescita e sviluppo.Si salva da questo giu dizio un articolo che riguarda una questione solo apparentemente marginale e che, nel chicago-blog, è stata spesso affrontata: la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali. Prosegui la lettura…
Serena Sileoni liberalizzazioni commecio, manovramonti
Della c.d. “Manovra Monti”, il capitolo sulle pensioni rappresenta senza ombra di dubbio la misura più importante e consistente, che influenzerà la vita degli italiani nel lungo periodo.
Finalmente varrà per tutti il principio secondo cui ciascuno è responsabile rispetto al proprio futuro, poiché è esclusivamente dal lavoro che deve derivare il proprio sostentamento nella fase di inattività della propria vita. Il nuovo regime contributivo, introdotto dalla Riforma Dini e ora esteso a tutti i futuri pensionati, persegue infatti una correlazione fra le contribuzioni versate e le prestazioni percepite dai singoli lavoratori. Prosegui la lettura…
Fabiana Alias Mercato del lavoro, previdenza manovramonti
Premetto anche che – come vado ripetendo in ogni sede – liberalizzare e semplificare significa, prima di tutto e più di tutto, abrogare disposizioni vigenti; nondimeno, abrogare non significa gettare nell’incertezza, se non nel caos, tutti coloro che dovranno applicare la disciplina che scaturisce dall’abrogazione.
Ebbene, l’intervento del Decreto Monti in materia di professioni intellettuali è scritto veramente in modo aberrante e porta ad aumentare l’incertezza del diritto.
A parte la diminuzione del periodo minimo di tirocinio prima di poter essere ammessi all’esame di abilitazione all’esercizio di una qualche professione (che cala da tre anni a diciotto mesi), sulla quale si può formulare un giudizio moderatamente positivo, si interviene sulla recentissima “legge di stabilità” (legge 12 novembre 2011, n. 183) in un modo incomprensibile.
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Silvio Boccalatte diritto manovramonti, professioni
Dal prossimo Panorama
Uno dei più rilevanti effetti del governo d’emergenza è quello che mi ha provocato un mezzo orgasmo, stamane martedì 6 febbraio. Leggere in prima pagina i due editoriali di punta sulla manovra affidati ad Alberto Bisin e Alessandro de Nicola, due cari amici liberali, liberalissimi e anzi “mercatisti” – direbbe qualcuno arricciando il naso. Il primo in cattedra alla New York University, il secondo alla Bocconi e presidente della Adam Smith Society. Il primo a calar giù fendenti contro la via di inasprire le tasse, quando la pressione fiscale è già così alta e iniqua nella sua raccolta, mentre invece tonnellate di letteratura e verifiche e empiriche ci testimoniano che dalle crisi si esce meglio tagliando la spesa e abbassando le tasse. Il secondo a incalzare Monti sulle liberalizzazioni, che devono essere molto più energiche e in tempi stretti di quelle finora solo annunciate, tranne che per i farmaci di fascia C. Ecco, le critiche di Bisin e De Nicola sono le mie critiche, perché le convinzioni da cui partiamo sono le stesse. Se Repubblica ha deciso di sposare la linea liberale e di mercato, me ne compiaccio e il prode Alessandro Penati, castigatore intemerato di malcostume economico pubblico e privato in nome del mercato, sarà d’ora in poi finalmente meno solo. E’ da orgasmo vero, leggere sul giornale dell’Ingegner De Benedetti che bisogna farla finita una volta per tutte con “le favole della lotta all’evasione e della razionalizzazione e della riforma del settore pubblico, che ci vengono raccontate ormai da decenni, con i risultati che abbiamo tutti sotto gli occhi”. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino debito pubblico, liberalizzazioni, liberismo, spesa pubblica manovramonti, Monti, Repubblica, statalismo, tasse
Nella manovra Monti non c’è una patrimoniale progressiva sui “grandi patrimoni” né un prelievo eccezionale in stile Amato. Ciò non toglie, tuttavia, che la patrimoniale, o meglio le patrimoniali, ci siano.
L’imposta patrimoniale, come abbiamo tante volte detto anche in questo blog, è infatti qualsiasi imposta che non grava sul flusso di ricchezza, ma sullo stock, dunque non si calcola, ad esempio, sul reddito del contribuente, ma sull’ammontare dei beni di cui il soggetto è titolare.
Ecco quali “patrimoniali” introduce questa manovra.
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Serena Sileoni fisco, patrimoniale manovramonti