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Posts Tagged ‘liberismo’

Fisco: lo Stato di Monti non mi piace, l’ignoranza è schiavitù

14 dicembre 2011

L’aliquota maggiorata sugli immobili detenuti all’estero, evidentemnte in spregio all’autarchia restaurata mentre dormivo, l’aumento ulteriore della tassa sui conti correnti: le trovata da supermarket dell’eterna abilità statale a mettere le mani nelle tasche più facili mi rendono sempre più difficile comprendere il governo di emergenza. Nessuna visione di riordino sistemico del prelievo fiscale, per levare peso dai redditi in nome della crescita. Nessuna proposta su ciò da cui occorreva partire, la delega fiscale su deduzioni e detrazioni, per dire chiaro dove tagliare risorse e dove concentrarle. Nessuna dismissione pubblica, né di mattone né di altro. In più, esteso peggioramento delle norme in violazione della libertà del contribuente. E per fortuna a Montecitorio i relatori Pd e Pdl della manovra hanno pensato bene di riscrivere la norma secondo la quale bastava sbagliare a dare una risposta alla Guardia di Finanza o all’Agenzia delle Entrate per commettere automaticamente un reato penale. Se il Parlamento terrà duro resterà reato solo il produrre documenti falsi, non incorrere in mere risposte sbagliate, come il governo si era originariamente vantato indicando nell’imbarbarimento della norma una delle grandi svolte per rendere finalmente più efficace la lotta all’evasione fiscale. Uso il termine imbarbarimento non perché mi scappi la penna. Non m’interessano polemiche politiche. Qui si tratta di difesa della libertà e di filosofia del diritto, non di aride norme tributarie. Prosegui la lettura…

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Il liberista Pisapia alla prova dell’Ecopass

31 agosto 2011

Non so se lo prenderebbe per un complimento, ma, se è vero quello che si legge, Giuliano Pisapia sta finalmente spingendo la politica del traffico in senso liberista. Ci voleva un comunista per fare la rivoluzione?

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Chi l’ha detto a proposito di chi? Concorso a premi

14 luglio 2011

Il primo che trova la soluzione, riceverà una copia omaggio del libro di Richard Epstein, Mercati sotto assedio.

Dicono che l’onorevole G. sia uomo di poche letture. Del che si deve dargli molta lode perché i grandi pensatori ed i grandi statisti mai sempre si curarono poco di inutili ed ingombranti letture, remora al pensiero ed impedimento all’azione. Talvolta però lo scarso leggere induce lo statista, assai più del pensatore, a credere d’aver fatto cosa che sarà giudicata mirabile dagli storici dell’avvenire come quella che precorreva i tempi nuovi ed incanalava su nuove vie la politica ed il movimento sociale del tempo. Oggi si chiama grande ‘fatto storico’ la chiamata di un socialista a dar parere sulla situazione politica (…) Si consenta ad un dottrinario di confessare candidamente il suo smarrimento mentale a sentir dire che quello dell’onorevole G. fu un atto od un desiderio destinato a rimanere nella storia. Poiché fatto storico pare che sia soltanto quello dello statista grande, che figge lo sguardo nel futuro e chiama a sé i rappresentanti delle idee nuove destinate a rivoluzionare il mondo, a gittare un germe di rinnovamento in una società in dissoluzione. Invece l’onorevole G. ha guardato indietro, verso il passato, ed ha chiamato o desiderato di chiamare a sé il rappresentante di idee, che ignoro se siano mai esistite, ma che adesso sono ben morte.

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La pianificazione “leggera” di ItaliaFutura

1 luglio 2011

Martedì scorso, a Genova, presentazione di Italia Futura Liguria, branca regionale dell’associazione presieduta da Luca Cordero di Montezemolo. Nell’occasione si è dibattuto di “una nuova politica per l’economia del mare”. La relazione introduttiva è stata svolta dal professor Ennio Cascetta, membro del direttivo dell’associazione, ordinario di pianificazione dei trasporti presso l’Università di Napoli e già assessore ai trasporti della Regione Campania dal 2000 al 2010. Senza ombra di dubbio, come lo definisce Montezemolo, un cervellone.
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Grandi opere e consenso

29 giugno 2011

Distinti a distanti almeno quanto Oscar Giannino dai lanciatori di pietre dei centri sociali, riassumiamo le ragioni del “no liberale” alla TAV

“Abbattuto il muro dell’illegalità”. Così titolava l’altro ieri La Stampa l’editoriale dedicato all’operazione di polizia che ha portato allo sgombero del “fortino” con il quale si voleva impedire l’inizio dei lavori del tunnel geognostico propedeutico alla realizzazione della linea ferroviaria fra Torino e Lione. E in termini simili si è espresso il commissario Virano che ha dichiarato: “questo cantiere ha tutti i crismi della legalità. In teoria può anche essere considerato sbagliato, ma è legale”. Questa è la democrazia. Si vota, si discute, si decide e poi la maggioranza ha il diritto di imporre a tutti le proprie scelte.
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Al voto, al voto!

10 giugno 2011

Nicolò non ha ricevuto la tessera elettorale. Lui trova la argomentazione alla base del mancato invio – i suoi due mesi scarsi di vita – del tutto speciosa; tanto più che la sua giovine età non ha trattenuto lo Stato dall’inviargli invece la tessera contenete il numero di codice fiscale. Prosegui la lettura…

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La piovra della spesa pubblica secondo Ferrero (già un secolo fa)

30 maggio 2011

In ogni giornata zeppa di analisi elettorali e di commenti, durante la quale le parole vuote quasi sempre prevalgono sulla riflessione e sull’approfondimento, può essere utile andare indietro nel tempo e abbeverarsi a un autore evergreen: quel Guglielmo Ferrero che nacque nel 1871 vicino a Napoli (a Portici) e per molti anni fu una delle firme principali – assieme a Edoardo Giretti, Maffeo Pantaleoni, Vilfredo Pareto – de Il Secolo, quotidiano di Milano che fu il primo giornale d’Italia e venne chiuso nel 1927 a causa del suo orientamento liberal-radicale. Prosegui la lettura…

debito pubblico, Diritti individuali, fisco, Generali, Libertà, libertà di stampa , , ,

L’Opa francese su Parmalat e la risposta giusta

26 aprile 2011

Tutti i media italiani rimbalzano la notizia dell’OPA lanciata da Lactalis su Parmalat come una “sorpresa”. Francamente, non capisco perché sorprendersi.  Oppure si pensa che Lactalis dopo essere giunta al 28,9% del capitale di Parmalat attendesse pianamente e disciplinatamente un qualunque esito comprensibile del  confuso assieparsi di soggetti italiani al tavolo Parmalat? E cioè della  politica, la CDP e il Fondo strategico annunciato per parte pubblica, per parte privata banche e imprese concorrenti come Granarolo, o altri imprenditori chiamati a raccolta dalle banche in nome dell’”operazione di sistema” e in realtà disinteressati al core business. L’OPA non è affatto una sorpresa. A mio modo di vedere, esiste una sola modalità davvero corretta e utile, al’azienda e ai suoi soci come più estesamente all’Italia, per rispondere a questa francese, che è un’operazione di mercato a tutti gli effetti. Prosegui la lettura…

Antitrust, Banca Intesa, banche, Lactalis, liberismo, Parmalat , ,

Niente liberalizzazioni, ma invece un altro patentino…

8 aprile 2011

Nonostante la molta e spesso inutile retorica spesa a favore della necessità di aprire spazi all’iniziativa privata (anche modificando la Costituzione, se necessario), il nostro apparato politico-burocratico continua a procedere sulla vecchia strada, moltiplicando norme, gruppi privilegiati, obblighi di vario genere.

L’ultima “trovata” consiste nel pretendere che chiunque voglia installare semplici router disponga di un apposito patentino. Prosegui la lettura…

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Keynes e il buon moltiplicatore della…mafia!

4 aprile 2011

D’accordo, lo so, molti economisti arricceranno il naso a questo post. Li rassicuro del fatto che anche noi seguiamo con accaninmento e sincera dedizione il maxi dibattito planetario in corso nella comunità degli economisti sulla stima del moltiplicatore della spesa pubblica nella grande crisi dal 2008 in avanti,  e personalmente mi convincono più i lavori di Bob Barro che quelli di Christina Rohmer o di Corsetti, Ilzetzki e Nakamura. Ma non ho potuto fare a meno di approfittare per un post al volo, appena scorso questo articolo dei professori Antonio Acconcia, Saverio Simonelli e Giancarlo Corsetti. E’ una ripresa divulgativa di un precedente paper di Acconcia e altri, in cui il moltiplicatore verniva valutato in Italia tra 1,4 e 2, dunque molto alto, assumendone impatto e stima sulla spesa pubblica per lavoro aggiuntivo a livello locale. Ora io non intendo minimamente mancare di rispetto ai tre economisti, che per primi riconoscono che la stima del moltiplicatore vari da tipo di crisi a tipo di crisi, e si dimostri assai opinabile ex post una volta intrecciato con l’andamento del ciclo. Quel che mi colpisce è la stima a conferma del multiplo così elevato nella realtà pubblica locale italiana, utilizzando in questo caso gli effetti ex post misurabili di freno alla crescita per effetto di scioglimenti coatti delle amministrazioni locali colluse con mafia e camorra. L’effetto paradossale è che il moltiplicatore keynesiano funziona assai meglio con  la mafia al comando: non so quanto si debba prenderlo come puro strumento analitico, a me sembra un potente elemento di riflessione in sé e per sé. Se posso aggiungere: con un amaro sorriso sulle labbra, visto che poi ci interroghiamo sul come e perché mafia e camorra sembrino e siano più efficienti in tanta parte d’Italia rispetto all’ordinamento costituito.

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