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Posts Tagged ‘liberalizzazione’

Acqua. Ora si balla

27 giugno 2011

Un gruppo di deputati del Terzo polo – Benedetto Della Vedova, Linda Lanzillotta e altri – ha fatto propria la proposta del Pd sull’acqua, presentandola come emendamento alla legge comunitaria. La logica è ineccepibile: visto che il referendum ha travolto la legge Ronchi-Fitto, che faceva parte della comunitaria scorsa per adeguare la gestione dei servizi idrici alla cornice europea, occorre dare adeguata copertura normativa al settore. Usare la proposta del Pd come alternativa al vuoto referendario è un’idea che, qui, abbiamo lanciato fin da subito. Ora ci divertiamo.

Cominciamo con tre domande (abbastanza retoriche, ma le facciamo lo stesso) nella speranza che qualcuno ci dia una risposta: cosa ne pensa il Pdl? Cosa ne pensa il Pd? Cosa ne pensa il movimento referendario? Confidiamo in una risposta.

Carlo Stagnaro Acqua , , , , , , , ,

Treni e rinnovabili: IBL sfida Legambiente

3 aprile 2011

La pubblicazione dell’ultimo rapporto IBL sul costo dei sussidi verdi (qui lo studio e qui l’articolo del Sole 24 Ore che ne anticipava i risultati) ha suscitato polemiche di vario tipo. In particolare i nostri numeri hanno fatto arrabbiare Legambiente. Tuttavia l’organizzazione ecologista non ci rivolge critiche specifiche, scegliendo piuttoso una risposta benaltrista: è “ben altro†che fa lievitare i costi delle bollette, a partire dai sussidi a Trenitalia. Se fosse una partita a poker, rilancerei.

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Carlo Stagnaro energia, trasporti , , , , ,

Come fai a sapere se un monopolista sta mentendo?

11 marzo 2011

La barzelletta americana sugli agenti federali mi è venuta in mente leggendo le ultime su Snam Rete Gas. La risposta in fondo al post.

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Carlo Stagnaro energia , , ,

Servizi postali: una liberalizzazione incompiuta

3 gennaio 2011

I primi giorni dell’anno marcano l’esordio della liberalizzazione dei servizi postali, voluta dall’Unione Europea ed accolta con riluttanza dal legislatore italiano. Se i nomi hanno un significato, di “liberalizzazione” sembra, invero, generoso parlare a proposito del decreto di recepimento approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri nell’ultima seduta del 2010.

Contrariamente alle previsioni più ottimistiche, il testo del provvedimento non pare discostarsi dalla bozza anticipata da 2+2, principalmente in virtù della volontà di tutelare il sottostante accordo politico, che ha vanificato un’opportunità di rielaborazione del documento governativo.

In un recente Briefing Paper ho tentato di delineare i tratti fondamentali di un processo di liberalizzazione credibile ed efficace del comparto: le norme licenziate dal Consiglio dei Ministri mancano il confronto con tutte le proposte suggerite. Non v’è traccia di aggressione alla posizione dominante di Poste Italiane, alle asimmetrie con i concorrenti, alle ambiguità sul futuro dell’ex monopolista. È esclusa qualsiasi prospettiva di sviluppo del mercato liberalizzato, tale da prescindere dal ruolo centrale dell’operatore pubblico.

Colpisce particolarmente la mancata assegnazione delle mansioni di regolamentazione all’ente maggiormente titolato ad occuparsene: Agcom, mentre – lo ricorda Fulvio Sarzana - la stessa Autorità viene investita di responsabilità che poco hanno a che vedere con le sue competenze.  Altrettanto criticabili la delimitazione del servizio universale (si pensi all’inclusione sino al giugno 2012 del direct mail), ed il mantenimento della riserva su alcuni servizi potenzialmente contendibili (ad esempio, gli invii raccomandati relativi agli atti giudiziari).

Come ha ricordato Paolo Gentiloni su Il Sole 24 Ore, la possibilità di rettificare lo schema di provvedimento è ora concessa al Parlamento – che dovrà esaminare il testo prima della definitiva approvazione. Un profondo ripensamento del decreto è indispensabile ad evitare che, già a gennaio, la liberalizzazione dei servizi postali vada annoverata tra i buoni propositi traditi del 2011.

Massimiliano Trovato liberalizzazioni , , , , ,

Basta con gli sregolati. Rimettere le regole al centro

28 ottobre 2010

Tutti siamo servi della legge perché possiamo essere liberi, scriveva Cicerone nell’ Oratio pro Cluentio. Proprio per questo il magistrato romano si rivolgeva all’assemblea con una formula di rito, per la quale se nella legge si fosse successivamente scoperto che qualcosa vi era di illegittimo, l’approvazione sarebbe stata nulla. Può sembrare anticaglia, ricordarlo. Invece, è essenziale. In un Paese come l’Italia, dove si stima che il mancato rispetto della rule of law e l’incertezza del diritto ci costino l’equivalente di 400 miliardi di mancato Pil ogni anno cioè quasi un terzo della ricchezza prodotta, riporre le regole al centro della vita pubblica è una strategia di successo sicuro per la crescita. Ed è questo, ciò che propone Roger Abravanel con il suo nuovo libro, intitolato proprio “Regoleâ€, dopo il grande successo della sua precedente opera, dedicata alla meritocrazia, e che tanto ha fatto discutere politica ed economia. Viene facile immaginare il contrasto immediato, tra chi vuole mettere buone regole al centro di un tentativo di ripresa dell’Italia, e il panorama di sregolatezza assoluta – privata e pubblica – che ci propone la politica da qualche tempo a questa parte. Ma su questo non mi soffermo, lascio a ciascuno tutta la riprovazione del caso per una politica ridotta a budoir, dossier, inchieste, appartamentini, amanti e serietà consimili. Preferisco restare al punto, e parlare delle regole nuove. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino Diritti individuali, diritto, macroeconomia, mercato , , ,

RAI: il monopolio mai abolito – Daniele Venanzi

22 ottobre 2010

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Daniele Venanzi:

Nello stato sociale il cittadino è costretto a cedere parte del suo guadagno alle istituzioni in cambio di servizi di cui non ha mai richiesto l’usufrutto e per i quali non è stato messo in condizioni di pattuire il prezzo. Lasciando da parte le convinzioni liberomercatiste, bisogna ammettere che esiste una scala gerarchica basata sull’utilità sociale nella lunga lista dei servizi erogati dallo stato al cui vertice vi sono sicurezza, sanità e istruzione.

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La liberalizzazione delle rette universitarie, per togliere ai ricchi e dare ai poveri

5 ottobre 2010

Pubblicato anche su Libertiamo.it - Partiamo da un dato: le rette universitarie sono molto inferiori al costo che lo Stato sopporta per erogare ad ogni studente l’istruzione universitaria. Come scrive Francesco Giavazzi su lavoce.info, uno studente universitario costa allo Stato circa 7mila euro l’anno, mentre le rette raramente superano i 3mila euro l’anno. Non giriamoci intorno: con ‘prezzi’ tanto più bassi del costo dell’istruzione, si riduce l’incentivo a studiare e pretendere una elevata qualità del servizio.

Ma c’è di più. Un punto cruciale delle tesi di Roberto Perotti nel suo libro “L’università truccataâ€Â  (Einaudi, 2008) è il seguente: rette uguali per tutti, o poco differenziate, sono di fatto un modo per trasferire reddito dai poveri ai ricchi. L’argomento dell’economista è il seguente: circa un quarto degli studenti universitari proviene dal 20 per cento più ricco delle famiglie; e meno di uno studente su dieci proviene dal 20 per cento più povero. Prosegui la lettura…

Piercamillo Falasca Senza categoria , , , , ,

Lo spezzatino indigesto di Tremonti

14 settembre 2010

Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, si è recentemente lamentato delle privatizzazioni all’italiana. In particolare, ha detto:

L’apparato produttivo del Paese ha perso la sua massa critica. Ci devono spiegare perche’ le privatizzazioni sono state fatte cosi’. Lo ’spezzatino’ indica quali erano gli appetiti… L’unica struttura dimensionale all’altezza la conservano i gruppi che sono ancora dello Stato. Mi chiedo a cosa sia servito, ad esempio, lo spezzatino dell’Enel, mentre la Francia oggi puo’ contare in questo settore su un colosso di dimensioni internazionali.

A parte che, l’ultima volta che ho controllato, l’Enel – sia pure spezzatinata – aveva ancora lo Stato come azionista di controllo, forse il ministro non si è accorto di alcuni, trascurabili risultati che sono stati raggiunti negli ultimi anni.

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Carlo Stagnaro energia, mercato , , , , ,

Live blogging. Indice delle liberalizzazioni/ 3

12 luglio 2010

Stagnaro conclude citando Rahm Emanuel: non bisogna sprecare una buona crisi. Bellasio giustamente sottolinea come purtroppo Emanuel e Obama abbiano approfittato della crisi non certo per andare nella direzione della libertà economica.

Interviene Antonio Pilati. Servizi pubblici locali, gas e tlc sono per Pilati l’ambito su cui rilanciare l’azione liberalizzatrice. Non sono riuscito a sentire tutto l’intervento di Pilati e mi scuso per la sintesi.

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Alberto Mingardi Antitrust, diritto, informazione, liberalizzazioni, liberismo, mercato , , , ,

Acqua: sostenibilità, efficienza e solidarietà. Di Emiliano Massimini

29 aprile 2010

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Emiliano Massimini, capo della segreteria tecnica del ministro delle Politiche comunitarie, Andrea Ronchi. Sul tema sono intervenuti in passato Carlo Stagnaro e Federico Testa.

Il problema della “privatizzazione” dell’acqua è mal posto. L’acqua è pubblica e l’attribuzione della qualifica contenuta nella legge Galli è stata determinata dalla necessità di attribuire alle acque sotterranee la qualità di pubbliche, per qualificare il reato d’inquinamento della immissione in falda di agenti inquinanti e, in tal modo, prevenire l’inquinamento delle sorgenti.

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