CHICAGO BLOG » lega nord http://www.chicago-blog.it diretto da Oscar Giannino Thu, 23 Dec 2010 22:50:27 +0000 it hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.1 Un drappello di disorientati /2010/09/21/un-drappello-di-disorientati/ /2010/09/21/un-drappello-di-disorientati/#comments Tue, 21 Sep 2010 07:53:22 +0000 Giordano Masini /?p=7096 Agea è l’ente che si occupa delle erogazioni in agricoltura, ovvero è attraverso di esso che passano i contributi e i sussidi che gli agricoltori ricevono, ed è esso che deve vigilare sull’applicazione delle regole comunitarie. Secondo il suo presidente, Dario Fruscio, il governo e la politica dovrebbero intervenire per tirare fuori dai guai quei pochi allevatori che si ostinano a non aderire al piano di rateizzazione delle multe per gli sforamenti delle quote latte. D’altronde, si commuove Fruscio, la stragrande maggioranza ha già pagato (ci manca poco che non li definisca dei fessi), solo loro insistono a non volerlo fare, ma sono in pochi (“residuali dal mero punto di vista numerico” dichiara testualmente), al governo cosa costa? Suvvia, mettiamoci una mano sul cuore e l’altra al portafogli dei contribuenti, questa è gente che ha famiglia… Ma il più bello viene dopo (grassetti nostri):

Mi risulta che già soltanto con l’annuncio dell’emendamento poi tradottasi nell’art. 40 bis della L. n. 122/2010, si è innescato un forte e progressivo rallentamento nelle adesioni alla L. 33/2009. Voglio dire che l’iniziativa per il rinvio della scadenza di giugno ha prodotto, fin dall’inizio, una sorta di stop agli effetti della legge 33. E a questo punto, a meno di interventi legislativi dell’ultimo momento, su questo drappello di disorientati calerà una pioggia di notifiche di nuove intimazioni di pagamento, con anche l’avvio delle procedure per la revoca delle quote latte assegnate. Evidentemente, ancora una volta come dispone la L. 33/2009, quanti non riusciranno a far fronte alle richieste di pagamento di Equitalia, si troveranno in piena procedura esecutiva, con rischio di perdita d’ogni cosa: in primis della fiducia in chi li ha distolti dalla loro linearità contadina e dalla loro cultura e abitudine al rispetto delle leggi; poi rischieranno la perdita anche dei loro beni.

Ovvero, la deroga imposta in finanziaria dalla Lega Nord al termine di giugno per l’adesione alle rateizzazioni (che già comporterà per l’Italia una procedura d’infrazione che pagheremo noi) ha rallentato l’adesione alle rateizzazioni stesse. Ma va? Chi l’avrebbe mai detto? Ma dato che alla fine dell’anno saremo di nuovo daccapo, se non facciamo qualcosa c’è rischio che questi poveri “disorientati” smettano di dar retta a chi continua ad alimentare le loro speranze (e non sarebbe ora?). Il finale è degno di un romanzo d’appendice:

Io continuo, anzi voglio continuare a sperare che chi ne ha facoltà possa lavorare fattivamente nella prospettiva di risolvere il caso. In sostanza che la politica voglia trovare per questo drappello di brava e laboriosa gente una via d’uscita. Diversamente sarà il dramma. Dietro questi produttori ci sono migliaia di famiglie, le quali si traducono in chissà quant’altre decine di migliaia di portatori di speranze e di angosce. Chi più può, chi ha più sensibilità, amore e rispetto per la proprietà contadina e per il mondo rurale, più fortemente dovrà sentirsi impegnato a togliere da tale possibile baratro una parte così significativa del mondo rurale. E’ uno sforzo riparatorio di generosità che la politica deve alla “gente della terra”, indipendentemente da posizioni e divisioni politiche e da più o meno responsabilità di ciascuna parte rispetto alla gravità della questione.

Fruscio (che è alla guida di un agenzia tecnica, che dovrebbe astenersi quindi da dare indicazioni politiche – ma questo è un aspetto marginale, secondo me ognuno può dire la sua e va contestato nel merito) sembra dimenticare che qualsiasi intervento legislativo nella direzione da lui auspicata, qualsiasi “sforzo riparatorio” comporterebbe all’Italia ulteriori procedure di infrazione, così come sembra ignorare che in vent’anni queste procedure di infrazione sono costate ai cittadini del nostro paese circa 4 miliardi di euro (a fronte di circa 300 milioni effettivamente recuperati).

Nel frattempo, qualcuno potrebbe chiedergli su chi dovrebbero riporre la loro fiducia le decine di migliaia di allevatori (la stragrande maggioranza) che in questi anni si sono dovuti adeguare ad un sistema iniquo in sé, quello delle quote latte, ma che finché è in vigore non può ovviamente fare figli e figliastri, e hanno pagato le loro sanzioni. Ma probabilmente loro non “tengono famiglia”…

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Prima di spostare i ministeri, spostiamo il ministro… /2010/09/17/prima-di-spostare-i-ministeri-spostiamo-il-ministro/ /2010/09/17/prima-di-spostare-i-ministeri-spostiamo-il-ministro/#comments Fri, 17 Sep 2010 06:58:27 +0000 Luciano Lavecchia /?p=7065 Le dichiarazioni del ministro Calderoli possono fare pensare all’ennesima boutade dell’esponente leghista: una volta propone la castrazione chimica per gli stupratori, un’altra volta porta a passeggio dei maiali, oggi propone di spostare i ministeri… domani, leghisti su marte! In tempi di crisi (e quanto dura sta crisi!), c’è bisogno di ridere ogni tanto..

Tralasciando il fatto che un Ministro della Repubblica (italiana…di questi tempi è bene specificarlo) dovrebbe evitare di parlare a sproposito, le sue intenzioni sembrano serie: “La legge che ha stabilito il governo a livello della Capitale, la 33, è del 1871 e parla di “governo centrale” senza precisare, quindi, quali dicasteri dovrebbero essere a livello della Capitale. Ma dato pure per scontato che così sia credo che qualunque legge successiva possa modificare quella legge ordinaria, perchè nulla si dice nella Costituzione». Insomma, Calderoli si è persino informato sul fondamento giuridico delle sue pretese, sintomo che la cosa potrebbe avere seguito (anche se il ministro ha precisato di aver parlato come esponente della Lega Nord, non come ministro). Urge allora fare una riflessione sulle (deliranti) esternazioni del ministro: «Io metterei il ministero dell’Interno a Palermo piuttosto che a Reggio Calabria, quello dell’Ambiente a Napoli, le Finanze a Milano e lo Sviluppo economico a Torino». Forse al ministro sfugge che solo di costi di trasferimento di attrezzature e, soprattutto di personale, questo giochetto costerebbe uno sproposito (e sarebbe interessante calcolarlo prima di fare affermazioni di tale stupidità), a  meno che il ministro non pensi ad un licenziamento di massa dei dipendenti pubblici coinvolti e relativa sostituzione con personale locale (assist per Brunetta!);

Andiamo per ordine: Milano ha un senso logico (l’unico come vedremo), in quanto principale piazza finanziaria del nostro paese; ciò non toglie che non sia possibile (e forse auspicabile) una separazione fra centro di potere politico ed economico, basti pensare a Washington e Wall Street.

Passiamo adesso alle altre proposte: Sviluppo Economico a Torino; certo, c’è la FIAT, avrà pensato il brillante esponente dal sole delle Alpi: peccato che il contribuente italiano abbia dato (e continui a dare), dunque, anche in questo caso, sarebbe meglio evitare. Le ultime due sono esilaranti e dimostrano la (perversa) logica che guida le azioni del ministro, almeno quando pensa al Sud; seguitemi: a Napoli c’è stata (e c’è ancora..) una enorme crisi ambientale derivante dalla cattiva gestione del sistema dei rifiuti e dalle infiltrazioni della Camorra? Allora trasferiamo il Ministero apposito! Sulla scia, quale miglior posto per il Ministero degli Interni della capitale della mafia (Palermo) e della ‘ndrangheta (Reggio Calabria)? Fin qui le proposte del ministro, ma è facile continuare il giochetto e ci permettiamo di suggerirne alcuni: a Messina il Ministero della Salute, Potenza per il Turismo, Lampedusa per gli Esteri e per finire, Coverciano per lo Sport.

Sappiamo tutti qual è l’obiettivo ultimo del Ministro: la  Difesa nella sua Berghem, vicino alle sue care, cammellate ronde padane. Giovani laureati siete avvisati: se conoscete il bergamasco (de hura, però), preparatevi: presto servirà qualcuno per tradurre i documenti ministeriali..

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Ambientalisti, leghisti, squadristi e sei semini di mais Ogm /2010/05/01/ambientalisti-leghisti-squadristi-e-sei-semini-di-mais-ogm/ /2010/05/01/ambientalisti-leghisti-squadristi-e-sei-semini-di-mais-ogm/#comments Sat, 01 May 2010 16:04:23 +0000 Giordano Masini /?p=5847 La prossimità ideologica tra ambientalisti e Lega Nord sugli Ogm deve aver creato più di un imbarazzo di stomaco, se il leader dei Verdi Angelo Bonelli, commentando la semina dimostrativa di sei (6) semi di mais geneticamente modificati a Vivaro, dichiara:

E’ ormai evidente che l’opposizione dell’ex ministro dell’Agricoltura Luca Zaia agli Ogm era solo una trovata elettorale e che l’attuale governo non fa nulla per evitare che il made in Italy agroalimentare non sia messo in ginocchio dalle semine illegali biotech.

Può anche dispiacere a Bonelli, ma le pretese del fondamentalismo ambientalista e le velleità autarchiche della Lega si abbeverano alla stessa fonte. Quella che pretende che il ruolo della politica sia quello di mortificare le opportunità e la libertà delle persone, di proteggere gli individui da loro stessi perché gli individui non sono in grado di badare a loro stessi. E anche se nel linguaggio usano sfumature diverse (biodiversità/protezionismo, ecosostenibilità/autosufficienza, tipicità/tradizioni) il modello a cui fanno riferimento è sovrapponibile. Bonelli, Zaia e i loro sodali sanno benissimo che gli Ogm (come ogni novità che la tecnologia ha messo a disposizione dell’umanità) hanno successo, sia tra gli agricoltori che tra i consumatori, ovunque riescano a venire incontro alle esigenze del mercato. Ma non essendo in grado di capire il perché, non accettando che le persone possano seguire strade che si discostino dai loro modelli, non resta loro che appellarsi alle paure irrazionali, soffiare sul fuoco delle psicosi, invocare l’intervento dei gendarmi, o peggio ancora delle ronde.

E l’aggressione che Giorgio Fidenato e gli agricoltori di Vivaro hanno subito ieri da parte di un gruppetto di squadristi no-global dimostra soltanto che quando gli idioti fanno l’appello trovano sempre truppe disposte a seguirli.

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