Dopo la conversione in legge del decreto di riforma delle fondazioni lirico-sinfoniche, il Ministro Bondi si sta preparando ad affrontare anche il capitolo cinema. A breve dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri un ddl governativo che, come minimo, scatenerĂ lo stesso clamore che si è avuto nel mondo della lirica. Da una nota di agenzia si è infatti appreso che, a partire dal 2011, la volontĂ del governo è quella di concedere “l’esclusivitĂ del finanziamento [pubblico] ai soli documentari, cortometraggi e opere prime e seconde”. Dall’elenco mancano i cosiddetti film di interesse culturale nazionale. La cosa non è di poco conto. Prosegui la lettura…
Filippo Cavazzoni Senza categoria cinema, Iva, sandro bondi, sgravi fiscali
L’Italia dei Valori ha presentato al pubblico il suo “libro dei sogni”, pardon la sua proposta di manovra alternativa a quella approvata dal Governo. Al di là dei numeri altisonanti, ci sono un paio di idee che val la pena di prendere in considerazione, casomai qualcuno fosse ancora convinto della collocazione politica dell’Iddivù in sede europea. Dunque. Il compagno Tonino vorrebbe introdurre:
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Nel corso del dibattito tenutosi al Bundestag per discutere del programma del nuovo governo Merkel, il neocapo dell’opposizione socialdemocratica Frank-Walter Steinmeier ha giocato di sponda con il sindacato (alzi la mano chi pensa ancora che quello tedesco sia migliore di quello italiano), tuonando contro i “regali natalizi alle catene alberghiere”, che l’esecutivo giallo-nero starebbe per apprestarsi a distribuire. Prosegui la lettura…
Giovanni Boggero fisco, liberismo, mercato germania, hotel, Iva, sindacati, SPD, Steinmeier
E’ quasi passata sotto silenzio, perchè sottovoce l’ha lanciata, la proposta di Guido Tabellini di riequilibrare la tassazione italiana abbattendo l’Irap ed alzando alcune aliquote Iva.
“Se potessimo farlo e se non ci fossero ripercussioni internazionali – ha scritto il rettore della Bocconi sulle pagine domenicali de Il Sole 24 ore- sarebbe il momento di sussidiare la produzione nazionale e tassare le importazioni”. Siccome non lo possiamo fare, Tabellini non vedrebbe male una riduzione della tassazione d’impresa finanziata da un leggero aggravio dell’imposta sui consumi, che è un modo indiretto di tassare un po’ di piĂą le importazioni.
Il sottoscritto (che a Tabellini non potrebbe portare manco la borsa ma un po’ di senso politico ce l’ha) non scommetterebbe una lira sulla fattibilitĂ di una proposta del genere: dire agli italiani che si finanza la riduzione dell’Irap alle imprese con la loro spesa quotidiana provocherebbe la prima rivoluzione armata dell’Occidente democratico.
Non andrebbe invece scartata a priori l’ipotesi di uno scambio Irpef-Iva, con la riduzione della tassazione sul reddito delle persone fisiche (abbattimento delle aliquote e irrobustimento di un’area di esenzione per i redditi medio-bassi) finanziata da un ritocco verso l’alto delle aliquote Iva.
Piazzo una piccola bomba carta sotto la sede di Chicago-Blog e scappo via dalla vergogna: la Polonia ha una tassazione del reddito personale a tre aliquote (zero, 18 e 32 per cento), con l’aliquota piĂą alta che scatta sopra gli 85.528 sloty (pari a circa 20mila euro), ed un’aliquota Iva del 22 per cento.
Piercamillo Falasca fisco giulio tremonti, Guido Tabellini, Irap, Ires, Iva, tassazione