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Posts Tagged ‘internet’

Internet, Leoni, la Fcc e le libertà a venire

1 luglio 2011

Quale potrà essere lo sviluppo delle cosiddetta “primavera araba†è oggi difficile dirlo, ma una cosa è certa: che questo sommovimento a danno dei regimi autoritari della regione e questa forte richiesta di riforme e libertà non sarebbe stata nemmeno immaginabile senza Internet. È lo spazio di confronto, informazione e interazione assicurato a un numero crescente di persone dallo sviluppo del “virtuale†ad avere favorito la mobilitazione popolare che oggi sta cambiando il volto dell’Egitto, della Tunisia, della Siria e via dicendo.

Ben poco di tutto ciò esisterebbe, però, senza l’America e anche per questo motivo è fondamentale una realtà come la Fcc (Federal Communications Commission), l’agenzia federale statunitense creata nel 1934 e a cui è affidato il compito di regolare le telecomunicazioni. Prosegui la lettura…

Carlo Lottieri Diritti individuali, Stati Uniti, diritto, informazione, libertà di stampa, telecomunicazioni , , , ,

Telefonia mobile: Italia ancora al top

8 dicembre 2010

L’appuntamento con l’International Communications Market Report curato dal regolatore inglese Ofcom conferma anche quest’anno la vivacità della telefonia mobile in Italia.  Alcuni tra i risultati (cito dalla sintesi Agcom):

  • i prezzi dei servizi mobili dal luglio 2009 al luglio 2010 sono diminuiti del 24% (migliore performance europea) e risultano in assoluto i più bassi (al pari del Regno Unito) rispetto a quelli degli altri Paesi europei;
  • ben il 24% dei consumatori (la percentuale più alta in Europa) ha ridotto la spesa pro-capite nella telefonia mobile negli ultimi 12 mesi;
  • i prezzi per il mobile broadband sono i più bassi e il mercato della larga banda mobile risulta più maturo rispetto agli altri Paesi;
  • la quota di abitazioni servite solo dalla telefonia mobile è la più significativa tra i principali Paesi sviluppati (pari al 29%);
  • la penetrazione della banda larga mobile è la più elevata (nel 13% delle abitazione si accede alla larga banda solo attraverso dispositivi mobili);
  • la diffusione di smartphone è la più alta (26% della popolazione sopra i 13 anni e 66% degli utilizzatori abituali di internet);
  • la diffusione di apparecchi per la fruizione di musica in formato digitale è di gran lunga la più ampia: utilizzo pari al 64% di media players e pari al 31% di cellulari per l’ascolto della radio;
  • l’utilizzo dei social network è il più elevato al mondo (66% degli utilizzatori di internet), in particolare per quanto riguarda l’accesso a Facebook.

Assai meno lusinghiere sono le prestazioni registrate dal nostro paese nel settore del fisso – e particolarmente in quello della banda larga fissa, che ci vede all’ultimo posto tra i principali paesi europei.

Queste conclusioni ambivalenti confermano l’attualità di uno studio condotto con Andrea Giuricin, in cui abbiamo cercato di dimostrare – dati alla mano – come il fondamento di questo vistoso gap di efficienza vada individuato nel robusto competition divide esistente tra i due settori.

È una lezione da tenere a mente alla vigilia della definizione delle regole per la rete di nuova generazione. Se il caso della telefonia mobile può insegnare qualcosa, è auspicabile che il regolatore resista alla tentazione di strafare e dia alla concorrenza una possibilità.

Massimiliano Trovato telecomunicazioni , , , , ,

Mediaset vs Youtube. Copyright e responsabilità degli intermediari

26 settembre 2010

La decisione con cui il tribunale federale di Madrid ha escluso la responsabilità di Google per la diffusione di contenuti coperti da copyright – in una causa intentata dalla principale emittente privata spagnola Telecinco, controllata dal gruppo Mediaset – va accolta con favore.

Il giudice madrileno ha riconosciuto, da un lato, le difficoltà tecniche connesse al controllo preventivo di un’impressionante mole di dati (secondo quanto riportato da Google, ogni minuto 24 ore di video vengono caricati su Youtube); e ha ritenuto, dall’altro, che – come previsto dalla normativa comunitaria – Google esaurisca i propri doveri garantendo ex post la propria collaborazione nel rimuovere i contenuti illeciti. In particolare, grazie alla piattaforma Content ID, i titolari dei diritti possono monitorare in autonomia l’utilizzo dei propri materiali, chiedendone la rimozione – o, viceversa, sfruttandone le potenzialità commerciali attraverso gli strumenti di monetizzazione.

Si tratta di una sentenza estremamente rilevante perché casi simili sono in discussione in tutta Europa e nel mondo. Lo scorso dicembre, un’ordinanza cautelare del Tribunale di Roma – poi confermata – aveva ingiunto a Youtube di rimuovere dai propri server tutti gli spezzoni relativi alla decima edizione del “Grande Fratello”, in un procedimento introdotto da RTI (cioè, nuovamente, da Mediaset) con una richiesta di risarcimento danni per 500 milioni di euro. In giugno Google ha vinto il primo round di una causa miliardaria che la vede opposta negli Stati Uniti a Viacom. Poche settimane fa, un’analoga vertenza ha trovato esito opposto presso un tribunale di Amburgo.

L’imperscrutabilità del contesto, testimoniata dalle decisioni contraddittorie degli organi giudiziari – ed invero già dalla frequenza delle liti in materia -, è una minaccia concreta allo sviluppo dei servizi su internet. Norme certe ed una distribuzione equa e non punitiva delle responsabilità sono le chiavi per lo sviluppo di un settore che sta dimostrando un’enorme capacità d’innovare. È una lezione da tenere a mente ora che la revisione delle regole in tema di copyright e ruolo degli intermediari guadagna spazio nell’agenda degli operatori e dei legislatori.

Massimiliano Trovato mercato, telecomunicazioni , , , , , , ,

Andrew Keen e i privilegi della classe creativa

25 agosto 2010

L’Aspen Forum del Technology Policy Institute si è chiuso con un discorso di Andrew Keen, personaggio di cui ignoravo l’esistenza fino ad oggi  ma il cui libro è stato anche tradotto in italiano. Colpa mia non averlo né visto né letto, e se qualcuno invece l’ha fatto m’interesserebbe molto sapere che ne pensa.

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Alberto Mingardi beni culturali, informazione, liberismo, mercato , , , , , , , , , ,

Contrattacco sulla net neutrality

6 maggio 2010

Genachowski ci riprova, dopo la bocciatura della Corte d’Appello nel caso Comcast. Secondo il Wall Street Journal, il chairman dell’FCC sarebbe intenzionato ad insistere sulla strada verso la net neutrality, contrariamente a quanto anticipato lunedì dal Washington Post.

In a move that will stoke a battle over the future of the Internet, the federal government plans to propose regulating broadband lines under decades-old rules designed for traditional phone networks. The decision, by Federal Communications Commission Chairman Julius Genachowski, is likely to trigger a vigorous lobbying battle, arraying big phone and cable companies and their allies on Capitol Hill against Silicon Valley giants and consumer advocates. Breaking a deadlock within his agency, Mr. Genachowski is expected Thursday to outline his plan for regulating broadband lines. He wants to adopt “net neutrality” rules that require Internet providers like Comcast Corp. and AT&T Inc. to treat all traffic equally, and not to slow or block access to websites.

Secondo Broadcasting & Cable, Genachowski escluderebbe l’opzione drastica quanto onerosa di riclassificare come “telecommunications service” l’accesso ad internet, attualmente disciplinato come “information service“, ma mirerebbe piuttosto ad una terza via. In ogni caso, l’amministrazione Obama pare decisa allo scontro frontale con gli operatori, nostante gli argomenti economici e giuridici contro la net neutrality siano tutt’altro che irrilevanti.

Se si può certo sperare che ci sia un giudice a Berlino, non bisogna dimenticare che i processi richiedono tempo. Tempo prezioso che la prova di forza dell’FCC potrebbe sottrarre allo sviluppo di internet.

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Massimiliano Trovato Stati Uniti, telecomunicazioni , , , , ,

Tassare Internet per pachidermi cartacei? MAI!

22 aprile 2010

Si resta senza parole, di fronte alla proposta del presidente FIEG, Malinconico di nome ed, evidentemente, di fatto: tassare gli accessi a internet, per finanziare i giornali di carta che perdono copie, lettori e denari. Viene proposta come misura compensativa perché lo Stato, finalmente, ha iniziato a tagliare - purtroppo solo in parte - le provvidenze alla stampa. Ho sempre pensato – e scritto anche quando lavoravo in testate che prendevano denari pubblicici, dal Foglio al Riformista a Liberomercato – che l’informazione non deve mai vivere grazie ai denari del contribuente, ma perché deve avere lettori, ascoltatori e consumatori, inserzionisti, e conti adeguati alle entrate. In Italia non è così solo perché i media servono per esercitare potere, invece che per informare. E i giornalisti si sono adeguati ottenendo denari e privilegi ingiustificati, da editori che battono cassa al contribuente per non rinunciare a costi eccedenti le entrate. Tassare il presente e il futuro per difendere un passato indifendibile non è solo sbagliato intellettualmente ed economicamente. Anche moralmente, è indegno. Propone come costo della libertà d’informazione ciò che è invece solo una taglia a favore di editori incapaci, di dipendenti privilegiati, e di improprie commistioni d’interessi.

Oscar Giannino Diritti individuali, informazione, liberismo, telecomunicazioni , ,

Per Comcast una vittoria di Pirro?

7 aprile 2010

Un’importante sentenza potrebbe rivoluzionare i termini del dibattito sulla neutralità della rete negli Stati Uniti. Secondo la Corte d’Appello del District of Columbia, la Federal Communications Commission abusò dei propri poteri nel sanzionare Comcast, allorché emerse – nel 2008 – che il provider aveva limitato la velocità di connessione di alcuni abbonati. Secondo i giudici, la normativa vigente non legittima un intervento da parte del regolatore sulle pratiche di gestione del network.

Il provvedimento dev’essere senz’altro accolto con soddisfazione dai sostenitori della libertà della rete, ma rischia d’innescare reazioni perverse. Il sostegno politico per un controllo pubblico sulle pratiche di gestione delle compagnie è lievitato ben oltre gli uffici della FCC. Lo stesso Obama ha promosso apertamente l’idea e potrebbe ora optare, con il coinvolgimento del Congresso, per una più radicale regolamentazione della materia.

Se è vero che Comcast si è aggiudicata una battaglia assai significativa – anche per il valore simbolico del caso – l’esito della guerra è tutt’altro che scontato e lo schieramento di vincitori e vinti potrebbe mutare repentinamente qualora l’Amministrazione decidesse di schierare l’artiglieria pesante.

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Massimiliano Trovato Stati Uniti, telecomunicazioni , , , , , ,

La libertà della rete condannata a Milano

24 febbraio 2010

L’attesa sentenza sul caso Google-Vividown è arrivata ed ha un sapore agrodolce. Con l’usuale caveat – per leggere la motivazione sarà necessario attendere tre mesi – è possibile esprimere un primo giudizio.
Che il giudice abbia assolto gli imputati per l’accusa di diffamazione è senz’altro significativo: tanto perché si trattava del capo d’imputazione centrale nella ricostruzione del PM, quanto perché era quello di più spiccata offensività. Non è, però, rassicurante la valutazione alternativa accolta nel dispositivo, che condanna tre dirigenti di Google per illecito trattamento dei dati personali.
La decisione sembra implicare, grottescamente, un onere amministrativo addirittura superiore al filtraggio preventivo dei contenuti: quello di ottenere da ogni soggetto coinvolto l’autorizzazione alla pubblicazione delle immagini.
Se è vero che solo le motivazioni potranno chiarire il percorso argomentativo del giudice Oscar Magi, è pur certo che siamo di fronte ad un precedente assai pericoloso per l’evoluzione dei servizi basati su user generated content. Mi pare che le avvisaglie siano chiare: basti pensare al caso dei giorni scorsi in cui WordPress.com ha censurato un intero blog per la presenza di un commento potenzialmente lesivo dell’immagine di un’azienda d’abbigliamento.

Massimiliano Trovato mercato, telecomunicazioni , , , , , , , ,

Best paragraph read today

21 ottobre 2009

Even in his speech announcing that he would propose net neutrality rules, FCC Chairman Genachowski could cite only the same three old anecdotes that have been tirelessly trotted out by others as proof that new regulation is required. Sure, by Washington standards, that’s two more anecdotes than are usually required to justify issuing a regulation.

Jerry Ellig su Surprisingly Free, il blog del Technology Policy Program del Mercatus Center

Massimiliano Trovato liberismo, telecomunicazioni , , , , , ,

Agenda minima dell’ICT

3 ottobre 2009

Settimana impegnativa, quella alle porte, per i cultori delle telecomunicazioni e delle nuove tecnologie, con almeno quattro impegni di grande rilievo. Dal 5 al 7 ottobre si terrà a Pisa l’Internet Governance Forum Italia, scenario privilegiato per dibattere il futuro assetto della rete. A Milano, il 5 ottobre, Meet The Media Guru ospita Steven Berlin Johnson per una riflessione sul destino dei mezzi di comunicazione. Il 6 ottobre, a Roma, “Liquidi, veloci, mobili: contenuti digitali e risorse per la conoscenza“, l’annuale workshop organizzato dalla Fondazione Barbareschi e da Key4Biz. L’8 ottobre, infine, ancora a Roma, il Cesda organizza l’ottavo Convegno nazionale sul Diritto Amministrativo Elettronico. Craving for ubiquity.

UPDATE. Quasi dimenticavo che la settimana si chiuderà con il tradizionale appuntamento di Between a Capri.

Massimiliano Trovato telecomunicazioni , , , , , , , , , , ,