Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco.
Possono sperare di sopravvivere aziende sottoposte a un carico fiscale che in Italia si aggira intorno al 70%? È questa la prima domanda che la politica dovrebbe porsi. E, seconda domanda: se il comparto della piccola imprenditoria (PMI) costituisce l’80%, dell’intero settore industriale e assorbe il 70% dell’occupazione (di cui 30% per imprese con meno di 10 addetti) e risponde di circa il 70% del fatturato e fornisce un valore aggiunto tra il 65 e l’85%, perché soffocarne il contributo decisivo all’economia con una imposizione fiscale insostenibile? Prosegui la lettura…
Guest liberalizzazioni impresa, innovazione, regolamentazione, sviluppo, tasse
Settimana impegnativa, quella alle porte, per i cultori delle telecomunicazioni e delle nuove tecnologie, con almeno quattro impegni di grande rilievo. Dal 5 al 7 ottobre si terrà a Pisa l’Internet Governance Forum Italia, scenario privilegiato per dibattere il futuro assetto della rete. A Milano, il 5 ottobre, Meet The Media Guru ospita Steven Berlin Johnson per una riflessione sul destino dei mezzi di comunicazione. Il 6 ottobre, a Roma, “Liquidi, veloci, mobili: contenuti digitali e risorse per la conoscenza“, l’annuale workshop organizzato dalla Fondazione Barbareschi e da Key4Biz. L’8 ottobre, infine, ancora a Roma, il Cesda organizza l’ottavo Convegno nazionale sul Diritto Amministrativo Elettronico. Craving for ubiquity.
UPDATE. Quasi dimenticavo che la settimana si chiuderà con il tradizionale appuntamento di Between a Capri.
Massimiliano Trovato telecomunicazioni between, cesda, ict, innovazione, internet, internet governance forum, key4biz, luca barbareschi, media, meet the media guru, steven berlin johnson, tlc
La storia è quasi sempre presentata come una successione di guerre, lotte per il potere, decisioni di uomini di Stato e pianificatori. In realtà , una parte rilevante della storia è fatta da uomini operosi e ricchi di ingegno, molti dei quali sono imprenditori che si applicano a rispondere nel miglior modo possibile alle esigenze, alle preferenze e alle attese del prossimo.
La morte di Lester William Polfuss, meglio conosciuto come Les Paul e di cui molto si è parlato nelle scorse ore, ha offerto a Emmanuel Martin l’occasione per una riflessione (Une histoire d’entrepreneurs) sul ruolo dell’ingegno e della creatività umani nella storia. A Les Paul, nato nel 1915, si deve infatti un contributo fondamentale nell’invenzione della chitarra elettrica. A partire dal 1952 il marchio americano Gibson ha così iniziato a distribuire il modello «Les Paul», senza il quale non sarebbe stato possibile avere – come rileva Martin (che oltre che economista, è pure musicista) - «Money for Nothing» dei Dire Straits, la ritmica dei Led Zeppelin, dei Guns n’ Roses o di Bob Marley, ecc. ecc.
Scrive Martin:
«Il problema è che se Les Paul non avesse avuto la fortuna di vivere in una società libera non avrebbe mai potuto sviluppare le sue invenzioni, e io stesso non avrei mai avuto il piacere di far vibrare la mia Les Paul grazie ad un amplificatore, la cui origine si deve a un altro imprenditore, stavolta inglese, Jim Marshall».
Quando si parla di economia della cultura e dello spettacolo bisognerebbe costantemente ricordare che il ruolo dell’imprenditoria e dell’inventiva umane è sempre fondamentale, anche quando non è immediatamente percepito.
Carlo Lottieri Senza categoria cultura, imprenditoria, innovazione, liberismo
Ho assistito oggi al ricco evento con cui Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici ed Economia Reale hanno presentato il Primo rapporto sul sistema della fiscalità del settore servizi innovativi e tecnologici. Il rapporto è il frutto di un lavoro meritorio, che punta certamente a rappresentare le esigenze di un settore significativo della nostra economia, ma suggerisce allo stesso tempo dei ragionamenti di più largo respiro sul rapporto tra prelievo tributario, da un lato, ed innovazione e crescita economica, dall’altro.
A questo proposito, mi piace appuntare per i lettori di Chicago Blog la riflessione introduttiva di Pietro Guindani – supervisore del rapporto -, dedicata agli «otto principi del fisco che vorremmo»:
- il fisco non può essere socio di maggioranza;
- il fisco non può penalizzare l’innovazione;
- il fisco deve incoraggiare l’accumulazione di capitale, a cominciare da quello immateriale;
- il fisco deve sostenere il superamento della crisi economica;
- il fisco non deve distorcere la concorrenza;
- il fisco deve incentivare la digitalizzazione;
- il fisco dev’essere semplice ed equo;
- il fisco dev’essere prevedibile.
Mi pare si possa convenire sul fatto che l’accoglimento di tali prescrizioni – peraltro felicemente assonanti con gli otto principi della moralità interna del diritto di Lon Fuller – rappresenterebbe una felice opzione di civiltà tributaria e, di per sé, un’innovazione considerevole.
Massimiliano Trovato liberismo, mercato, telecomunicazioni confindustria servizi innovativi, economia reale, guindani, ict, innovazione, tasse, telecomunicazioni, tlc