Quando, il 23 novembre 1986, mi rivolsi ai 35.000 partecipanti alla marcia dei contribuenti di Torino, debuttai dicendo pressappoco: “Siamo qui da neanche un’ora e lo Stato italiano ha speso (?) mila miliardi, ne ha incassati (?) mila e ha contratto nuovi debiti per (?) mila.” Le cifre esatte, ovviamente, a distanza di tanti anni non le ricordo più, ma ricordo l’obiettivo di questa mia premessa. Volevo illustrare la tesi che, come sostenuto da Oscar Wilde, “il tempo è spreco di denaro”.
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Daniele Venanzi:
Nello stato sociale il cittadino è costretto a cedere parte del suo guadagno alle istituzioni in cambio di servizi di cui non ha mai richiesto l’usufrutto e per i quali non è stato messo in condizioni di pattuire il prezzo. Lasciando da parte le convinzioni liberomercatiste, bisogna ammettere che esiste una scala gerarchica basata sull’utilità sociale nella lunga lista dei servizi erogati dallo stato al cui vertice vi sono sicurezza, sanità e istruzione.
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Guest informazione, tv canone, Concorrenza, informazione, liberalizzazione, mediaset, monopolio, Rai, tasse
Nella reazione di protesta che si è levata contro l’ipotesi che la Nutella possa subire ben precise limitazioni alla sua etichettatura c’è qualcosa che induce a riflettere. Prosegui la lettura…
Carlo Lottieri Diritti individuali, informazione, liberismo, mercato informazione, libertà d'impresa, Nutella, paternalismo, ue
Si resta senza parole, di fronte alla proposta del presidente FIEG, Malinconico di nome ed, evidentemente, di fatto: tassare gli accessi a internet, per finanziare i giornali di carta che perdono copie, lettori e denari. Viene proposta come misura compensativa perché lo Stato, finalmente, ha iniziato a tagliare - purtroppo solo in parte - le provvidenze alla stampa. Ho sempre pensato – e scritto anche quando lavoravo in testate che prendevano denari pubblicici, dal Foglio al Riformista a Liberomercato – che l’informazione non deve mai vivere grazie ai denari del contribuente, ma perché deve avere lettori, ascoltatori e consumatori, inserzionisti, e conti adeguati alle entrate. In Italia non è così solo perché i media servono per esercitare potere, invece che per informare. E i giornalisti si sono adeguati ottenendo denari e privilegi ingiustificati, da editori che battono cassa al contribuente per non rinunciare a costi eccedenti le entrate. Tassare il presente e il futuro per difendere un passato indifendibile non è solo sbagliato intellettualmente ed economicamente. Anche moralmente, è indegno. Propone come costo della libertà d’informazione ciò che è invece solo una taglia a favore di editori incapaci, di dipendenti privilegiati, e di improprie commistioni d’interessi.
Oscar Giannino Diritti individuali, informazione, liberismo, telecomunicazioni informazione, internet, tasse
Riceviamo da Giovanni Galgano e volentieri pubblichiamo.
Il “ritorno” al nucleare, punto fermo della strategia energetica del governo italiano, sta causando crescenti tensioni tra differenti apparati dello Stato, motivate perlopiù dalle solite difficoltà di interpretazione legate alla concorrenza tra Stato e Regioni in materia energetica. Ben 12 Regioni hanno ricorso alla Corte Costituzionale contro la Legge 99/2009 che statuisce in materia di energia nucleare e di fatto spiana la strada all’atomo italico. Puglia, Basilicata e Campania hanno promulgato una legge regionale in cui escludono e impediscono la realizzazione di centrali nucleari sui loro territori e il Governo ha impugnato di fronte alla Corte Costituzionale tali leggi, eccependone la competenza sulla materia. A metà febbraio 2010 il Governo ha emanato il Decreto legislativo che disciplina la localizzazione, la realizzazione e l’esercizio di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, gli impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, i sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché le misure compensative e campagne informative al pubblico.
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Stamane con Alberto Mingardi ci siamo scambiati messaggi di esultanza, per il fondo del Sole 24 ore in cui si esalta Ayn Rand. Non è esattamente l’inno alle forze più energiche del capitalismo basato sull’irriducibile determinazione degli individui, al di là di ogni logica collettiva e statalista, il mantra quotidiano dei giornali italiani. Detto questo fa anche un po’ ridere, che i neodirettori di grandi quotidiani come Sole e Stampa preferiscano sistematicamente scrivere dell’America, invece che dedicare la loro penna all’Italia. Un bel modo per trarsi d’impaccio e volare alto, senza esprimere giudizi scomodi, su economia e politica nostrane. Quanto all’America, se guardassero i numeri l’esaltazione mediatica obamiana andrebbe fortemente ridimensionata. Irwin Stelzer dell’Hudson Institute sul Times di oggi è molto meglio di tutto il piombo italiano filo obamiano. Per almeno tre ragioni. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino informazione deficit pubblico, Dollaro, fisco, informazione, Obama, sanità, USA
È casuale o vuol dire qualcosa, che nel circo mediatico nazionale – ma anche internazionale, tutto sommato - l’ottantesimo anniversario della crisi del 1929 sia passata sotto pressoché totale silenzio, tranne pochi accenni a margine? Il Black Tuesday che sprofondò l’America nel terrore avvenne il 29 ottobre. Eppure sembra proprio che, da noi ma anche negli USA, l’anniversaristica mediatica prediliga nove a uno il ventennale della caduta del Muro di Berlino, con tanto di giallo del tutto irrilevante su quale varco davvero si aprì per primo, quale il sottufficiale che per primo n0n applicò gli ordini dei vertici della RDT, e via proseguendo. No, non è un caso. I riflessi condizionati dei media sono amplificatori di processi decisionali e di valutazione dell’incertezza che da vent’anni a questa parte trovano sempre maggior campo d’indagine nell’epistemologia cognitiva, nelle neuroscienze e nella cosiddetta neuroeconomy o behavioural finance, che valse nel 2002 il premio Nobel per l’economia attribuito, insieme a Vernon Smith che ci è caro, per la prima volta a uno psicologo, il grande israeliano Daniel Kahneman (per chi volesse approfondire sulle attività accademiche e di mercato in Italia, qui). E dunque che cosa di dice, la scelte dei media? Tre cose. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino finanza, informazione, mercato behavioral finance, Bush, comunismo, Crisi, informazione, neuroscienze, Obama