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Posts Tagged ‘IBL’

Acqua e referendum. Chi se la beve quella della privatizzazione?

13 gennaio 2011

di Luciano Lavecchia e Carlo Stagnaro

La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili  2 dei 3 quesiti referendari posti da varie associazioni inerenti la Riforma del Servizio Idrico Integrato (SII), in particolare i quesiti n.1 e 3. Nella retorica referendaria, è come se la società civile avesse segnato un goal nella sua partita contro la speculazione finanziaria. Eppure, qualcosa non torna – oltre al fatto che sono stati decenni di gestione pubblica a creare un sistema ove mediamente 35 litri, su 100 immessi, si perdono lungo la strada.

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Luciano Lavecchia liberalizzazioni , , , , ,

Tirrenia: la migliore delle aziende possibili

9 settembre 2010

Non si è fatta attendere la risposta dei sindacati al focus pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni. C’era da aspettarselo, dato che le accuse ai sindacati e alla gestione tragica dell’azienda erano state molto forti. Ma di critiche forti al processo di privatizzazione farsa ce ne era il bisogno, come quelle di Oscar Giannino sulle colonne di Chicago-blog. Tirrenia è arrivata a quello che ormai era prospettato da anni. Un’azienda pubblica decotta, che era andata avanti per decenni solo grazie ai sussidi pubblici. In parte questi erano “legalizzati” sotto la sigla OPS, oneri di pubblico servizio. Prosegui la lettura…

Andrea Giuricin trasporti , , , , , ,

Lavori verdi, lavori veri?

3 maggio 2010

Di Luciano Lavecchia e Carlo Stagnaro

Le lobby ambientaliste hanno avuto, in Italia, un’influenza che va ben al di lĂ  del peso elettorale dei partiti “verdi”. Il loro maggior successo è stato la vittoria al referendum antinucleare del 1987, che ha sancito la fine di un’avventura tecnologica che aveva visto il nostro paese, per una volta, all’avanguardia, con ingenti costi economici e ambientali. Oggi la Terra Promessa sembra stare nelle energie rinnovabili, presentate come la panacea di ogni male: non solo energia pulita, a zero emissioni, ma anche un mezzo per spingere l’economia, anzi, la creazione di una “new new” economy (per non confonderla con la precedente “new” economy), detta, per l’appunto, “green economy”, alternativa e Pareto-superiore alla “vecchia” economy. Insomma, un gioco dove tutti hanno da guadagnarci, sia in termini di salute che ambientali, economici e occupazionali. Gli endorsement non mancano sia a sinistra che a destra, passando per il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e la Commissione Europea. Eppure, il sospetto che non siano tutte rose e fiori, che ci siano delle insidie dietro l’angolo e’ molto concreto. Un nostro studio prova a fare ordine. Prosegui la lettura…

Carlo Stagnaro energia , , , , ,

Lo scansa-nucleare ai bordi della legittimitĂ 

22 gennaio 2010

Le Regioni si affrettano a dire no al nucleare a casa propria. Chi con legge; chi con un ordine del giorno; chi con i famigerati piani energetico-ambientali regionali. Prosegui la lettura…

Diego Menegon energia, liberismo, macroeconomia, mercato , , , ,

LibertĂ  economica. Italia meglio, ma sempre male

20 gennaio 2010

Ai tempi del liceo, nulla era piĂą crudele che veder la propria versione di greco valutata “3+”. Passi il 3: sapevi fin da principio che l’avevi fatta male. Ma quel benedetto “+” ti dava la sensazione della beffa. Ecco: l’Indice della libertĂ  economica 2010, pubblicato oggi a cura di Heritage Foundation e Wall Street Journal in collaborazione, tra gli altri, con l’IBL, ricorda quel tipo di sensazione. Col 62,7 per cento, l’Italia migliora sia in valore assoluto (1,3 punti percentuali in piĂą dell’anno scorso), sia in graduatoria (siamo settantaquattresimi, due posti avanti rispetto al 2009). Ma, appunto, restiamo classificati come “moderatamente liberi”, e davanti a noi stanno altri 73 paesi. Dietro di noi, in Europa, solo la Bulgaria.

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Carlo Stagnaro liberismo , , , ,

Nucleare. Tre proposte per migliorare il decreto

19 gennaio 2010

Oggi inizia, nelle Commissioni parlamentari competenti, l’esame dello schema di decreto approvato dal governo il 22 dicembre 2009, sulla realizzazione e l’esercizio degli impianti nucleari. Il decreto, segnato chiaramente dalla mano del ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, rappresenta finalmente un solido elemento di discussione: si cominciano, insomma, a vedere i contorni di un fatto reale, e non piĂą mere parole o promesse. Rispetto alle intenzioni originali, è possibile constatare significativi passi avanti, tesi a calare la tecnologia atomica nel contesto di un mercato liberalizzato. Diego Menegon, in questo Briefing Paper dell’IBL, entra nel merito dei problemi.

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Carlo Stagnaro energia, mercato , , , , , ,

Taleb oggi a Milano

16 novembre 2009

Questa sera, a partire dalle 18 presso Palazzo Visconti, Nassim Nicholas Taleb ci insegnerĂ  “Come vivere in un mondo che non comprendiamo“. La lezione dell’intellettuale americano, autore dei best seller Giocati dal caso e Il cigno nero, e intervistato ieri da Giancarlo Radice per il Corriere della sera, è in fin dei conti semplice: abbiamo bisogno di umiltĂ . Dobbiamo accettare che nel mondo, accanto alle cose che capiamo, ci sono dinamiche che non siamo in grado di catturare, che i nostri modelli – per quanto complessi – non possono anticipare. E’ una lezione soprattutto per gli uomini politici, il cui mestiere li espone facilmente alla loro malattia professionale: l’interventismo. Viene in mente l’antica battuta di Ronald Reagan: “le nove peggiori parole della lingua inglese sono: I’m from the government and I’m here to help“.

Carlo Stagnaro liberismo ,

Addio a Franco Forlin

22 agosto 2009

L’Istituto Bruno Leoni piange la scomparsa di Franco Forlin, suo tesoriere dal 2004 e una persona semplicemente fondamentale per l’operativitĂ  e la crescita dell’Istituto. Nato nel 1941, Forlin è stato stroncato da un lungo male, che aveva affrontato col supporto amorevole della moglie Marcella e della sorella Edi.

Conoscevo Franco da quando, per il ventesimo anniversario della sua azienda, decise di fare un regalo particolare a clienti, fornitori ed amici: un libro che rientrasse nella tradizione di pensiero che aveva appreso da Sergio Ricossa, sui banchi dell’universitĂ  di Torino. Gli parve naturale andare a chiedere consiglio all’antico maestro. Ricossa ebbe la bontĂ  di suggerirei che fossi io a scriverlo, e ne venne fuori un pamphlettino (Lettera a un amico no global), con una bellissima prefazione di Ricossa stesso.

Che un libro nasca così, è cosa rara dappertutto – ma in Italia in particolar modo. Il fatto che un imprenditore italiano, di mezzi non illimitati, volesse investire su uno strumento di promozione delle idee di mercato mi stupì enormemente. Questo rendeva Franco ancora piĂą “eccentrico” nella business community torinese dei suoi cappelli vistosi e della predilezione per le cravatte a farfalla. Minoritario in tutto, le sue fedi erano il liberismo e il Toro.

Quando, poco dopo, cominciammo a parlare di fondare l’Istituto Bruno Leoni, coinvolgere Franco venne naturale. Ci si immerse con tutto se stesso, come in passato aveva fatto con altre associazioni non profit e circoli di vario genere. Non scettico ma giustamente preoccupato, all’inizio, circa le nostre possibilitĂ  di successo, osservò la crescita dell’Istituto con meraviglia, stupore, ed entusiasmo. Ci trovammo assieme a gestire qualche difficoltĂ . Franco seppe giocare un ruolo determinante anche in situazioni complesse e scivolose.

In breve, maturò una convinzione granitica, che non si vergognava affatto di esternare e condividere: che l’Istituto Bruno Leoni fosse impegnato in una grandiosa e difficile missione di “civilizzazione” della cultura italiana. Per questo, faceva per l’IBL senza sforzo cose piccole e grandi.

I liberisti dovrebbero saperlo, ma spesso se ne dimenticano: l’organizzazione è tutto. Le idee migliori non camminano da sole, hanno bisogno di crescere all’interno di “serre” adeguatamente curate. Se l’Istituto Bruno Leoni, pur con tutti i suoi errori e i limiti, è riuscito a “strutturarsi” in qualche modo, il merito va in prima battuta ascritto al senso dell’organizzazione, di piĂą: alla passione dell’organizzazione, che aveva Franco Forlin.

Senza di lui, questa piccola iniziativa non avrebbe potuto svilupparsi in maniera ordinata e consapevole. Senza di lui, l’IBL sarebbe probabilmente abortito – come accade a molte realtĂ  simili. La nostra gratitudine nei suoi confronti e’ pari solo al dolore. Addio, Franco.

Alberto Mingardi liberismo ,

Seminario Mises 09

23 giugno 2009

Utilizziamo questo blog per un piccolo spot. Anche quest’anno l’IBL organizza il suo “Seminario Mises”, evento che accompagna il nostro istituto sin dai primordi. E’ un convegno che ci è molto caro, per le sue caratteristiche: esso garantisce uno spazio di discussione per lavori di giovani studiosi, affiancati da discussant un po’ più in là negli anni e nella carriera. Non è una “Summer University” per avvicinarsi al liberalismo classico, come ve ne sono di eccellenti negli Usa (penso agli eventi organizzati da Mises e FEE) ed in Europa (l’Università d’estate di Aix e i seminario di IES). Non è neppure un incontro destinato a cospiratori e compagni d’arme, come la Resource Bank che quest’anno si tiene ad Aix. E’ invece un incontro che vorrebbe mettere in comunicazione persone della stessa fascia di età, interessate agli stessi temi, che possono sfruttarlo come occasione per conoscersi fra di loro o per venire in contatto con qualche studioso che può riuscirgli diversamente utile.
Negli scorsi anni, il Seminario è cresciuto molto ma non senza difetti:
- la qualità dei paper, selezionati sulla base di un abstract, è stata molto disomogenea (abbiamo avuto paper notevoli, e qualche fetecchia);
- una delle ricchezze del seminario, a mio modo di vedere, era l’essere ospitale anche con persone di altre scuole di pensiero (abbiamo avuto anche un marxista!), ma ciò ha lasciato perplessi molti partecipanti e rischiato di fare confusione, specie fra i più giovani con idee non chiarissime;
- gli “utenti” provenienti da altri Paesi e sussidiati da IBL (ovvero dalle imprese che hanno avuto la lungimiranza e la bontà di sostenere questa iniziativa) non sono mancati, ma gli italiani “paganti” (poco: la fee d’ammissione è sempre bassina) sì, un po’ intimoriti dall’inglese, un po’ restii ad investire non solo denari ma anche due giorni di tempo.
Quest’anno, anche per una ragione di contenimento di costi, abbiamo cercato di ovviare a questi problemi. Sulla qualità dei paper, per ora non possiamo ancora pronunciarci perché li abbiamo di nuovo selezionati tramite un abstract: ma parrebbero più omogenei, e ci sono almeno un paio di nomi di studiosi sì giovani ma già affermati. I discussant sono tipi tosti, liberisticamente parlando, come Tom Palmer e Pascal Salin. Qui il programma.
Il tema è interessante , come “premiare” la creatività imprenditoriale, ma la lezione d’apertura è di Kevin Dowd su che cosa avremmo dovuto imparare dalla crisi, e il seminario si concluderà con una tavola rotonda sul futuro delle idee di mercato. Tempo una manciata di giorni, e sarà possibile iscriversi on line.
Se avete già partecipato ad uno di questi seminari, sarà l’occasione per rivedersi fra amici e fare un sospiro di sollievo: le idee di mercato se la passano male, ma attraggono ancora facce giovani e pulite. Se non siete mai venuti, fateci un pensiero. L’ambiente è gradevole, le discussioni sono interessanti, s’impara sempre qualcosa.

Alberto Mingardi liberismo , , ,

Storie di ordinaria follia teutonica

3 giugno 2009

Del meraviglioso mondo delle Landesbanken abbiamo parlato in questo paper scritto un mese e mezzo fa per l’Istituto Bruno Leoni. Ma le banche regionali sono una miniera inesauribile di chicche che val la pena di raccontare. Succede infatti che la maxi-indebitata Bayern Lb, facente capo al Land della Baviera e i cui intrecci con la politica fanno un baffo a tutti i Mario Resca del Belpaese, sia proprietaria anche di due lussuosi hotel a cinque stelle. Il primo è l’Intercontinental dell’Obersalzberg, acquisito dalla mano pubblica per risollevare le sorti di una graziosa località alpina, fatalmente gravata dal peso della storia (come tutti sanno fu la residenza estiva di Hitler). Peccato che i turisti non arrivino, l’hotel sia pressoché sempre vuoto e le perdite record (4 milioni di euro nel solo 2008) dell’hotel dei sogni se le debbano generosamente sobbarcare i contribuenti. Ma si sa, per rinverdire i fasti della “colpa collettiva” questo ed altro. “Io non voglio pensare che le forze dell’estrema destra rilevino l’hotel per farne un punto di ritrovo”, ha chiarito il presidente della CSU Horst Seehofer. Accipicchia, quanto zelo! Cosa non si fa per la causa della democrazia. Ma, come detto, Bayern Lb possiede anche un altro hotel, nella prestigiosa cornice del Wörthersee. Anche qui il rosso è da capogiro: solo nel 2008 quasi undici milioni di debiti, dopo una ristrutturazione costatane la bellezza di 120. Il governo regionale ha sostenuto la voragine di Bayern Lb con 10 miliardi freschi freschi. La Commissione Europea pretende che le controllate della società vengano vendute al più presto per ripagare parte del prestito-ponte. Una completa privatizzazione dell’istituto non è comunque prevista prima del 2014-2015. C’è ancora tempo per acquistare nuovi hotel.

Giovanni Boggero liberismo, mercato , , , , , , ,