Dopo il post sulla “tassonomia dei governi” ritorno sul tema tasse/spesa pubblica, sollecitato dai commenti ricevuti. Perchè i governi non riescono a ridurre le tasse? Parlo ovviamente dei governi che reputano positivo farlo e non di quelli per i quali ‘tassare è bellissimo’(*). Il post precedente, nella sua sinteticitĂ , intendeva dare la colpa della mancata riduzione (e apparente mancata riducibilitĂ ) delle tasse alla spesa pubblica che non è solo un vincolo, un ostacolo, ma anche un beneficio per i governi e la classe politica, per di piĂą indistinto tra i governi a cui le tasse piacciono e quelli ai quali non piacciono. Prosegui la lettura…
Ugo Arrigo Senza categoria debito pubblico, deficit, governi, spesa pubblica, tasse
I governi si dividono in due soli gruppi, radicalmente contrapposti:
a) quelli che non vogliono ridurre la tassazione;
b) quelli che non possono ridurre la tassazione.
Tuttavia i governi di tipo a) non vogliono ridurre la tassazione perchè non vogliono ridurre la spesa pubblica mentre i governi di tipo b) non possono ridurre la tassazione perchè non vogliono ridurre la spesa pubblica, e in questo sta la fondamentale differenza tra le due tipologie.
Ugo Arrigo Senza categoria governi, spesa pubblica, tasse
La settimana scorsa si è tenuto un importante vertice tra Fiat e il Governo; l’incontro ha messo in evidenza la strategia del gruppo torinese, che è quella di focalizzarsi sempre più sul mercato internazionale.
Questa è una necessità dovuta sia ad un mercato dell’automotive sempre più globalizzato che allo scarso appeal del nostro Paese come paese produttore di autovetture.
La Fiat ha esplicitato tale strategia non solamente con l’acquisizione del 20 per cento della proprietà di Chrysler e il tentativo di fusione con Opel, ma con una delocalizzazione, negli ultimi anni, della produzione verso paesi con un migliore ambiente atto agli investimenti.
Il gruppo guidato da Sergio Marchionne mette in evidenza due punti chiave del settore automobilistico italiano. Prosegui la lettura…
Andrea Giuricin Senza categoria auto, Fiat, governi, Sergio Marchionne
Riceviamo e pubblichiamo da Franco Debenedetti:
Non si capisce il perché delle reazioni scandalizzate sull’esito della vicenda Opel.
Il Governo italiano ha fatto bene a non intervenire: poteva offrire solo o chiusure di stabilimenti in Italia o soldi.
Marchionne si é impegnato nella sola partita che poteva giocare, proponendo una soluzione basata su logiche industriali. Ma quando il destino dell’Opel si decide tra i capi di Governo della prima e della terza economia mondiale, e delle loro agende politiche, non ha molto altro da dire.
L’operazione, dal punto di vista delle competenze, si configura come un “reverse takeover”: quelle chiave stanno tutte nell’azienda acquisita. Management e sindacati di Opel si sono scelti i padroni ideali: entrambi stranieri, uno un subfornitore senza conoscenze di marketing automobilistico, l’altro un sub finanziatore con la garanzia del Governo tedesco.
Certo, sono aiuti di stato: ma solo chi ha la memoria corta, da noi, può scandalizzarsi.
Alberto Mingardi liberismo, mercato Fiat, Franco Debenedetti, governi, Opel, unione europea