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Posts Tagged ‘gas’

Asterix e l’energia. Perché su Edison diciamo vive la France!

26 marzo 2011

Gli italiani non avevano ancora deposto il tricolore dopo aver festeggiato il centocinquantenario dell’unificazione che si sono risvegliati improvvisamente nazionalisti economici. A tenere banco è stata soprattutto la discussione sull’italianità del latte. Ma sullo sfondo un’altra guerra si stava consumando: il derby Roma contro Parigi sul controllo di Edison.

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Terzo pacchetto energia: procedura di infrazione in arrivo?

2 marzo 2011

La bozza di decreto per il recepimento del Terzo pacchetto energia – che deve essere introdotto nell’ordinamento nazionale, teoricamente, entro domani – è incompatibile con lo spirito e la lettera delle direttive. Per questo, a meno che non subisca cambiamenti sostanziali, l’Italia sta acquistando un biglietto di sola andata verso una procedura di infrazione. Ora vi spiego perché.

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L’eleganza del Rizzo

29 gennaio 2011

Sul Corriere della sera di oggi, Sergio Rizzo dedica un puntuto articolo a “quegli strani intrecci tra Lady Podestà e Nicolazzi juniorâ€. Sesso? Soldi? Sangue? Macché. Mezze verità innocue e qualche colpevole errore che sarebbe stato facile evitare verificando informazioni e collegamenti. Senza particolare sforzo. Bastava Google.

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I segreti di South Stream. Di Stefano Agnoli

10 dicembre 2010

Volentieri ripubblichiamo questo articolo di Stefano Agnoli, comparso per la prima volta sul Corriere della sera di oggi.

L’agenzia del turismo del Cantone di Zug raccomanda soprattutto il tramonto sul lago, «un’esperienza da non mancare». Oppure la vista dei giochi di luce sulla facciata della stazione ferroviaria, opera del californiano James Turrell. Difficile però che qualche centinaio di grandi «corporation» di tutto il mondo e di ricchi contribuenti siano confluiti verso la campagna, i laghi e i monti della Svizzera centrale solo per le attrazioni locali. Diciamola subito: a Zug si va perché si pagano poche tasse, e le aliquote fiscali per le aziende sono tra le più basse della Svizzera, e quindi d’Europa. Tra il 9 e il 15%.

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Bp. L’epilogo

26 settembre 2010

Ora che “quel maledetto buco” è stato ufficialmente tappato, è il momento di interrogarsi sulle cause dell’incidente, e sull’eredità che esso ci lascia. Due post sul mio blog energetico preferito aiutano a porre la questione in una prospettiva “ampia”, astraendo per un attimo dal redditizio business delle compensazioni, e guardando alla lezione di Macondo. Dunque, cosa è andato storto?

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Più stoccaggi per tutti. E per il mercato?

4 settembre 2010

L’Autorità per l’energia ha inviato a Parlamento e governo una segnalazione che solleva alcuni punti molto critici sul decreto stoccaggi, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 29 agosto. Il decreto muove dal presupposto che occorre mobilitare investimenti in nuova capacità di stoccaggio, indispensabile a garantire al mercato del gas (e, indirettamente, all’elettrico) la flessibilità necessaria specialmente nei mesi di maggior domanda. Se, da questo punto di vista, gli strumenti adottati possono essere efficaci, essi rischiano di essere inefficienti a causa delle conseguenze, potenzialmente negative, che rischiano di generare su un altro terreno: quello della concorrenza e del mercato.

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Più stoccaggi per tutti

24 aprile 2010

Il governo ha approvato ieri, dopo una lunga e incerta trattativa, lo schema di decreto sugli stoccaggi del gas predisposto dal ministero dello Sviluppo economico. Il decreto punta a superare le attuali rigidità del mercato, concedendo all’Eni un margine di flessibilità in più rispetto ai tetti antitrust esistenti (in scadenza alla fine di quest’anno) ma vincolando questa flessibilità alla realizzazione di investimenti adeguati. E’ inoltre prevista la partecipazione di soggetti industriali, direttamente o attraverso consorzi. In questo modo si spera di accompagnare lo sviluppo del settore creando un polmone di dimensioni adeguate, che dia liquidità agli scambi di gas metano, ed erodendo la posizione dominante di Stogit (che sta nel perimetro di Snam Rete Gas, controllata dall’Eni). Sul Sole 24 ore di oggi, Federico Rendina fornisce tutti i dettagli della manovra, e spiega perché essa segna una rivoluzione profonda nel settore. Il decreto introduce sensibili miglioramenti, di cui va dato atto al ministro, Claudio Scajola, e al sottosegretario competente, Stefano Saglia.

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Il presidente perforatore

1 aprile 2010

L’inattesa apertura del presidente americano, Barack Obama, alla ricerca petrolifera e di gas al largo delle coste atlantiche e dell’Alaska ha spiazzato molti tra i suoi sostenitori e avversari. La sinistra ecologista denuncia il tradimento della battaglia no-triv; la destra petrolifera rilancia perché la Casa Bianca non ha fatto abbastanza. In realtà, gli uni e gli altri rischiano di sottovalutare la portata di questa mossa (le cui implicazioni sono invece colte con attenzione in prima pagina sul Foglio).

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Due gasdotti al prezzo di uno

13 marzo 2010

Cosa c’è dietro la proposta di Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni, di “fondere” Nabucco e South Stream, i due progetti concorrenti di gasdotti che dovrebbero portare gas dalla Russia e dal Caspio verso il Sud Europa? Apparentemente, l’idea sta in piedi: costruire un tratto comune ai due gasdotti consentirebbe di conseguire rilevanti economie di scala, sia sotto il profilo dei costi di realizzazione sia sotto quello dei costi di negoziazione coi paesi di transito. In più, sebbene i russi non sembrino entusiasti (et pour cause), gli americani per la prima volta mostrano aperta simpatia per un’iniziativa di Piazzale Mattei. L’inviato di Washington per l’energia, Richard Morningstar, ha parlato di “un’idea interessante che merita ulteriori discussioni e approfondimenti“. Dietro il fumo politico, però, non sembra esserci dell’arrosto.

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E ora, SNAM

5 febbraio 2010

L’Eni vince o perde? La bozza di accordo raggiunta tra il gruppo di San Donato e la Commissione europea ha tutto l’aspetto di un compromesso doroteo. Formalmente, l’Eni dovrà sbarazzarsi della proprietà sui gasdotti Tenp, Transitgas e Tag (i primi due portano il gas dal Nordeuropa in Italia attraverso Germania e Svizzera, il terzo fa affluire gas russo via Austria). Di fatto, almeno nell’immediato cambierà poco: il Cane a sei zampe mantiene i diritti di transito, e il Tag – il tubo più delicato, per ragioni economiche e geopolitiche – non sarà ceduto al mercato ma a un interlocutore amico (probabilmnete la Cassa depositi e prestiti, o forse un ente pubblico italiano costituito ad hoc). A conti fatti, se non è zuppa è pan bagnato: ma a volte un sassolino nel breve termine può scatenare una frana nel lungo.

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