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Posts Tagged ‘g20’

Sarkò tenterà a G8 e G20 un colpo di Stato

25 gennaio 2011

A Deauville il 26 e 27 maggio per il G8 e a Cannes a novembre per il G20, la presidenza francese dei due maggiori fori di coordinamento della politica economica mondiale si preannuncia coi fuochi artificiali. Fuochi statalisti, e non solo perché dai tempi di Luigi XIV e di Versailles la grande pirotecnica si è sviluppata per secoli solo perché erano le corti coi soldi dei contribuenti, a poter largheggiare in spese. Fatto è che le presidenziali francesi sono tra 13 mesi, e Sarkozy ha tutte le intenzioni di giocarsi i sei mesi di grande visibilità internazionale per risalire nel gradimento degli elettori, visto che oggi sta sotto la quota per lui molto preoccupante del 30%, una ventina di punti sotto Berlusconi da noi. E per risalire nei cuori dei francesi la parola d’ordine sarkozista è una sola: Stato, Stato, Stato. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino commercio mondiale, finanza, mercato , ,

Pittsburgh: vedere per credere, e Draghi sale

26 settembre 2009

Ho passato parte della giornata a farmi un’idea dei documenti conclusivi del G20, di quel che c’è scritto, e di quel che resta tra le righe. Innanzitutto è meglio leggere i documenti originali. Qui il testo conclusivo del vertice, con i suoi 31 impegni e 50 aree tematiche – 50! – di implementazione delle misure da definire in maniera concordata, e variamente adottare visto che poi sono i livelli di sovranità nazionale a suonare la musica in concreto. Qui le proposte al G20 avanzate dal Financial Stability Board, 12 paginette con 55 paragrafi che hanno il pregio di essere molto chiari, e qui la relazione sempre del FSB al G20 sui progressi effettuati dal G20 di Londra di aprile a oggi. Qui infine il comunicato finale sempre del FSB, in cui si traduce in obiettivi concreto, in materia di rafforzamento della supervisione bancaria e finanziaria, quanto nel documento del G20 è assai più fumoso. Il bilancio? Non entusiasmante, a mio giudizio. Draghi va avanti bene sulla sua strada e il mondo intero gli è grato, però. Questo almeno è sicuro. E la politica italiana farebbe bene a rifletterci, invece di lasciar che sia il Wall Street Journal a candidarlo alla guida della BCE.  Prosegui la lettura…

Oscar Giannino credito, finanza, liberismo, mercato , , , ,

Pittsburgh, teniamoci bassi

24 settembre 2009

È un consiglio programmatico: dopo un anno di chiacchiere e distintivo, preferisco non continuare a inseguire il proliferare astronomico di ricette e proposte che in teoria a Puittsburgh domani e dopodomani dovrebbero essere varate, delibate, indicate e sussunte. Quando capiremo qualcosa di concreto, se ci sarà qualcosa di concreto e non solo la recita di un quadro coordinato di princìpi generali che ognuno attua o meno come però vuole a casa sua, allora varrà la pena di commentare e analizzare. Per oggi, come viatico programmatico al tenersi bassi, mi limito a due indicazioni. La prima: ha ragione Taylor, l’exit strategy può cominciare subito dal NON PIU’ attribuire al FMI tutte le risorse che erano state deliberate, perché NON servono.  La seconda: come al solito è la Banca dei Regolamenti Internazionali, a vincere la gara dei papers preparatori più seri e concreti e meno pindarici. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino credito, finanza, mercato , , , ,

Bonus bancari e crisi

22 settembre 2009

Da fonti molto autorevoli, la dritta secondo la quale stamane il vertice del Financial Stability Board era molto soddisfatto del pacchetto di misure che porterà a Pittsburgh.  Gli americani avrebbero superato le divergenze tra diverse autorità di regolazione, e i dissensi tra americani e franco-tedeschi sarebbero superati in materia di maggiori requisiti di capitale degli intermediari. Vedremo tra poco, ormai. Il caveat è che in Congresso USA la proposta di Chris Dodd, il potente capo del banking commitee “molto ma molto” vicino alle grandi banche, mi sembra tuttavia un potente squillo di tromba per richiamare l’Amministrazione al realismo: proposte calate “dall’alto” non passano, dice il potente lobbysta. Che non a caso propone di unificare FED, FDIC, Comptroller of the Currency oe Office for Thrift Supervision: una proposta che haun mero ed esplicito sapore interdittivo, perché non passerebbe mai. Anche sulla disciplina delle remunerazioni, parrebbe che al FSB il compromesso raggiunto tra mnondo anglosassone e continentaleuropei – i francesi restano al momento insoddisfatti – venga considerato positivo. Sarebbe interessante giudicare sulla base di quali seri studi e ricerche venga avanzata la proposta. Perché, anche se è largamente popolare e addirittura intuitivo che bonus a corto termine abbiano accompagnato e spinto la finanza ad alta leva, tuttavia per serietà va detto quel che continua a mancare è la prova logico-deduttiva. Quella analitica, insomma. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino credito, finanza, mercato , , , , ,

Il discorso di Obama a Wall Street: non forza ma debolezza

14 settembre 2009

L’intervento di oggi pomeriggio di Barack Obama alla Federal Hall di Lower Manhattan avrà domani vasta eco sulla stampa mondiale. Personalmente, mi ha lasciato molto freddo. Esattamente come è successo ai mercati, che finora negli USA non hanno fatto un plissé. Obama ha dovuto sfoderare toni duri, a un anno dal fallimento di Lehman Brothers. È sotto gli occhi di tutti che i governi di mezzo mondo hanno dovuto impegnare l’aumento di circa 20 punti del proprio Pil di debito pubblico aggiuntivo nel prossimo decennio. Per gli USA addirittura il debito passerà dal 41% pre crisi all’82% del PIL. Ma a fronte di tale ingente falò di denaro del contribuente, sino ad oggi nel tempio malato da cui è nata la crisi – la finanza mondiale – nulla è ancora cambiato. A cominciare proprio dagli Stati Uniti, la culla di un’intermediazione finanziaria ad alta leva, bassa congruenza tra riserve patrimoniali e rischi assunti e intermediati, e massima tensione per ottenere una redditività a doppia cifra del capitale finanziario, realizzata non attraverso le tradizionali attività della banca commerciale, ma comprando e vendendo prodotti e servizi di finanza strutturata di valore sempre più dubbio.

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Oscar Giannino finanza, liberismo , , ,

Ripresa, commercio, G20: il BDI continua a scendere

4 settembre 2009

Come vedete, il Baltic Dry Index, che misura i noli per le navi Capesize destinate alle rinfuse solide, continua a scendere. Da aprile -maggio, quando la sua ripresa aveva fatto gridare alla ripresa del commercio mondiale, è risceso di circa il 45%. Per quanto si possa immaginare a fattori di correzione dovuti alla congestione dei porti asiatici – gli unici ad andare se non a pieno regime, quasi – non è proprio un segnale incoraggiante. È anche guardando a questi dati, che al G20 londinese odierno prevale la tesi che sia presto per l’exit strategy dalle politiche pubbliche di sostegno all’economia. Di sicuro ne beneficeranno i mercati finanziari, anche se non penso proprio che la bolla in corso faccia un gran bene.

Oscar Giannino mercato ,

Paradisi fiscali sotto torchio

18 aprile 2009

Se anche nell’odierno bailamme finanziario vale l’assunto di Carl Schmitt secondo cui è “sovrano chi decide sullo stato di eccezioneâ€, allora si spiega con una certa facilità il giro di vite sui paradisi fiscali imposto dai grandi della Terra. Nessuno intende mettere in dubbio che vi siano delle ragioni concrete alla base delle prese di posizione recentemente assunte nel corso del G20, per carità. I motivi pratici in realtà ci sono eccome. E possono essere ricondotti ad unum: fare cassa. A spiegarlo meno rozzamente di noi ci ha pensato Mario Seminerio su Epistemes. Purtuttavia, ciò non toglie che le oasi fiscali nulla c’entrino con le origini della crisi in atto. Tutt’al più possono essere considerate come dei validi strumenti, ad uso e consumo degli Stati più forti, per risolvere i loro vincoli di bilancio, come l’esempio tedesco insegna. Ma con la palingenesi del dissesto davvero non hanno alcun legame. Si dirà: e come la mettiamo con il crescente bisogno di trasparenza? Anche qui ci troviamo a mio avviso dinanzi ad un falso problema. E’ certamente cosa buona e giusta combattere il crimine internazionale, in qualsiasi forma esso si manifesti ed ovunque esso si annidi. D’altro canto, la necessità che alcuni diritti vengano tenuti ben fermi non è, come potrebbe sembrare, un mero orpello ideologico, un fastidioso ed inutile ostacolo in vista dell’assicurazione alla giustizia di pericolosi malfattori, ma al contrario un elemento imprescindibile affinché uno Stato di diritto non traligni in uno Stato di polizia. Ciò per dire che se davvero pensiamo che la lotta contro l’evasione fiscale e tutti gli altri delitti ad essa associati, possa proseguire anche attraverso l’abolizione o l’allentamento di diritti e garanzie considerati inviolabili da certe tradizioni giuridiche (il segreto bancario, ad esempio) o ancor peggio, violando la sovranità di certi Stati, allora dovremmo conseguentemente ammettere anche la tortura o qualsiasi altro trattamento inumano e degradante per tutta quella sfilza di delitti così sensibili per l’opinione pubblica, come la mafia, il riciclaggio e via discorrendo. Dovremmo in poche parole eliminare o rinunciare a certe garanzie, fare a meno di determinati diritti, tutto in vista del fine supremo da realizzare, arrestare persone che il più delle volte fuggono dal torchio opprimente del fisco per proteggere i propri risparmi in oasi fiscali. Quali sarebbero le conseguenze? Lo smantellamento della nozione di certezza del diritto e l’arbitrarietà nell’uso dello strumento penale. Weberianamente parlando, sarebbe forse opportuno che in tempi come questi ad un’etica delle intenzioni fosse contrapposta un’etica della responsabilità.

Giovanni Boggero liberismo , , , ,