L’aereo Pippo è tornato a volare sui cieli italiani e ha sganciato due bombe: una su Piazzale Mattei, l’altra su Via XX Settembre a Roma. Il quotidiano britannico Financial Times dedica oggi un colonnino della sua informatissima e velenosissima rubrica Lex al più spolverato dei campioni nazionali italiani, cioè l’Eni. La riflessione – che cita come fonte, ed è piuttosto anomalo, il fondo Kinight-Vinke Asset Management – è semplice: Eni è un monopolio verticalmente integrato in un’epoca in cui questa struttura non tiene più. Quindi, separarla in almeno due tronconi potrebbe far felici gli azionisti e risolvere varie magagne, politiche e regolatorie oltre che finanziarie.
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Carlo Stagnaro energia, mercato debito pubblico, Eni, FT, monopolio, privatizzazioni
La rubrica Lex del Financial Times è sempre una delle letture più interessanti della giornata. Oggi Lex affronta la questione della privatizzazione delle autostrade in Gran Bretagna. Il problema più difficile da superare, dice, è convincere il pubblico: in effetti, non è facile spiegare alla gente che, da domani, dovranno pagare quello che fino a oggi hanno avuto gratis. A volte, però, è necessario. In questo caso, tuttavia, c’è una soluzione a portata di mano, che il Ft identifica correttamente: il patto che il governo britannico (e qualunque altro) potrebbe proporre ai contribuenti è uno scambio tra tariffe autostradali e pressione fiscale. Cioè, ridurre le imposte sui carburanti come compensazione per l’accresciuto aggravio alla mobilità . Si tratta dell’uovo di colombo: le due giustificazioni teoriche della tassazione dei carburanti sono che in questo modo vengono internalizzate le esternalità ambientali, e che il gettito serve per la manutenzione stradale et similia. Ma se le strade sono a pagamento, si ottiene lo stesso risultato in modo meno distorsivo e più equo. Speriamo che, almeno a Londra, qualcuno sappia cogliere un suggerimento tanto prezioso.
Carlo Stagnaro liberismo autostrade, carburanti, FT, tasse
Due notizie a conferma che lo statalismo fa sempre danno. Leggete qui la minaccia dell’ex monopolista telefonico alla decisione dell’Arcep, l’Agcom d’Oltralpe, di consentire anche ai suoi concorrenti di stendere fibra ottica per offrire banda larga alle abitazioni dei francesi. Semplicemente e brutalmente:  France Telecom fa sapere che quand’è così lei rinuncia ai suoi 4 miliardi di euro di investimenti, e che il governo si aggiusti, se intende lasciar spazio alla concorrenza. Gli ex monopolisti hanno vizi eguali. vedremo quale sarà la risposta a Parigi, da noi per il momento di banda larga, semplicemente, dopo qualche confronto sul rapporto Caio non si parla più.
Seconda notizia.   Leggete qui. Il premier Fillon non ha il fegato di bocciare apertamente l’idea bonapartista lanciata dal presidente Sarkozy, convocando i due rami del Parlamento a Versailles, e cioè il prestito nazionale obbligatorio anti-crisi che fa tanto “sostegno patriottico” e insieme deve però pagare tassi più elevati di quelli di mercato, per non essere un esproprio o una tassa aggiuntiva. Fillon si limita a dire che non sarà “obbligatorio”, appunto. Bene: in quel caso i tassi offerti dovrebbero essere ancora maggiori, di conseguenza. E’ l’idea in sé a essere sbagliata, stampella di echi bellici quando l’unica guerra santa da fare è all’eccesso di spesa pubblica e tassazione.
Oscar Giannino Senza categoria banda larga, FT, prestito obbligatorio, tasse