Di recente ho scritto due post sulla politica economica. Nel primo citavo alcune affermazioni di Paul Krugman, che oggi fa il verginello, ma che sette anni fa difendeva proprio le politiche disastrose che ci hanno portato dove stiamo ora. Nel secondo facevo invece notare come strumenti concettuali che si possono studiare in qualsiasi corso di microeconomia di base possono spiegare cosa sta succedendo nei mercati finanziari e quale sia stato il ruolo (negativo) dei governi in questo disastro. Nei commenti parlavo anche dell’irrilevanza delle teorie newclassiche (chissà se si parlerà di “Monsurrò critique” per questo tipo di irrilevanza), che dicono “tanto quelle cose non hanno effetto”. Mi sono però reso conto che avevo tralasciato di parlare male di qualcuno: dei monetaristi. E’ giunta l’ora di spiegare quindi perché quando sento qualcuno dire che il problema è che “M non aumenta abbastanza” (in altre versioni del monetarismo: “MV non aumenta abbastanza”) mi viene voglia di sbattere la testa sul tavolo.
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Pietro Monsurrò Senza categoria crisi bancarie, crisi finanziaria, friedman
Vale la pena della lettura, il saggetto di Paul Krugman sul New York Times Magazine. È una sintesi paradigmatica delle più clamorose forzature e scemenze alle quali possa spingersi la caricaturale volgarizzazione della scuola in cui ci riconosciamo, da queste parti. Poiché gli era capitato di affermare che la scuola di Chicago ormai era roba da Medioevo oscurantista, l’amara marcia indietro rispetto a tante conquiste del pensiero amaramente ottenute, finalmente Krugman si sente in dovere di spiegare per esteso la sua verità. Paradossalmente ma non troppo, è un’articolessa che parte da toni e domande pressoché tremontiani, chiedendosi come mai l’economia si sia ridotta al nulla capire se non ex post. Lo sviluppo della sua tesi purtroppo avviene con toni e concatenazioni tali da piacere con facilità al lettore sprovveduto. Come sempre capita, la letteratura satirica si legge meglio e più di gusto di quella seria. Eppure anche Krugman, alla fin fine, deve ammettere che i neokeynesiani non ci hanno capito un’acca. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino liberismo friedman, Keynes, nuova macroeconomia neoclassica
Non riesce a persuadermi, l’argomento sollevato da Mario Seminerio nel suo post di stamane, citando l’intervento del presidente della Fed di Dallas Richard Fischer. Mi riferisco al problema posto all’efficacia della politica monetaria da banche e intermediari finanziari TBTF – too big to fail; ormai come insegna l’esempio AIG o delle finanziarie delle case automobilistiche non sono solo le banche a rientrare nella definizione, bensì ogni intermediario finanziario le cui dimensioni e interrelazioni su rischio di controparte possano essere valutati macrosistemicamente imprescindibili, per evitare reazioni a catena. Per scoraggiare l’assunzione di dimensioni monstre, bisogna assumere politiche antitrust ostili alle fusioni? Oppure ratios di capitale variabili al crescere degli asset patrimoniali, pre dichiarati ma inevitabilmente a discrezione del regolatore? O ancora, adottare una disciplina più onerosa delle riserve obbligatorie degli intermediari e dei relativi repos presso le banche centrali? Non mi sfuggono i limiti del gigantismo, ma non ne sono convinto. Un paper molto utile, per quanto di autore a me non molto caro, rafforza ulteriormente i miei dubbi.
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Oscar Giannino Senza categoria banche, Fed, friedman, Grande Depressione, Keynes
Piuttosto che commentare le audizioni in corso sul Dpef, vi invito a consolarvi riascoltando le parole scritte sul marmo del tempo da Milton Friedman, che a distanza di 30 anni si applicano perfettamente alla crisi in corso. The free man will ask neither what his country can do for him nor what he can do for his country. Da proiettare nelle scuole e … nelle aule parlamentari
http://freemarketmojo.wordpress.com/2009/07/20/what-is-greed/
Oscar Giannino liberismo friedman, liberismo, mercato
Ricordatevene bene, perché oggi torna utile: Keynes non amava affatto il capitalismo, bocciava il comunismo, ma sul socialismo era molto possibilista. Il King’s College di Cambridge pubblicherà tra poco nuovi inediti di John Maynard Keynes, e la lettura di un’anticipazione di alcuni testi curata da Roger Backhouse dell’Università di Birmingham mi ha fatto proprio bene. Di questi tempi in cui tutti o quasi si riscoprono keynesiani, rileggere le parole originali del divinizzato aiuta a tenere gli occhi bene aperti.
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Oscar Giannino liberismo, mercato friedman, hayek, Keynes
Se c’è una macchia nel curriculum di Milton Friedman, macchia che – come si riferisce tra il serio ed il faceto in The Tyranny of the Status Quo – neppure la moglie Rose gli ha mai perdonato, è il contributo da questi fornito nell’elaborazione della withholding tax, l’odioso meccanismo che trasforma i datori di lavoro in esattori. Contro il sostituto d’imposta si schiera oggi Giorgio Fidenato, già fondatore del Movimento Libertario, con una battaglia coraggiosa e degna d’attenzione.


Massimiliano Trovato liberismo fidenato, friedman, movimento libertario, sostituto d'imposta, tasse
Ottimo pezzo di Stephen Moore sul WSJ a proposito di quanto ci manca Milton Friedman in queste settimane.
With each passing week that the assault against global capitalism
continues in Washington, I become more nostalgic for one missing voice:
Milton Friedman’s. No one could slice and dice the sophistry of
government market interventions better than Milton, who died at the age
of 94 in 2006. Imagine what the great economist would have to say about
the U.S. Treasury owning and operating several car brands or managing
the health-care industry. “Why not?” I can almost hear him ask
cheerfully. “After all, they’ve done such a wonderful job delivering
the mail.”
I recently phoned Rose Friedman and asked her what she thought about
the attacks on her husband. She was mostly dismayed at how far
off-course our country has veered under President Obama. “Is this the
death of Milton’s ideas?” I hesitantly asked. “Oh no,” she replied,
“But it is the death of common sense.”
[via Missing Milton: Who Will Speak For Free Markets? - WSJ.com]

Massimiliano Trovato liberismo chicago, friedman, liberismo, libertarismo, Stati Uniti