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Posts Tagged ‘Francia’

Le atomiche amnesie di Monsieur Tremonti

19 marzo 2011

In politica, ha sostenuto un ministro in carica, “le cose che si dicono valgono solo nel momento in cui si dicono”. Secondo questa interessante teoria, un uomo politico ha diritto di dire tutto e il contrario di tutto. Giulio Tremonti si è a tal punto specializzato in quest’arte, da violare la regola eterna dell’orologio rotto: segna l’ora sbagliata sia quando sostiene una tesi, sia quando afferma il suo contrario. Come sull’energia nucleare.

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Carlo Stagnaro energia , , ,

La Francia di Sarkozy tra proteste (tante) e riforme (poche)

28 ottobre 2010

La protesta francese è alle corde, dopo che per settimane il Paese è stato sull’orlo del blocco totale. Oggi è in programma l’ennesimo sciopero generale, ma Sarkozy sembra aver riportato una vittoria, dopo che la legge della riforma delle pensioni è passata al Senato e ieri all’Assemblea.

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Andrea Giuricin previdenza, welfare , , , , ,

Il crollo annunciato dell’Europa, di Philippe Simonnot

1 giugno 2010

Questo intervento è stato pubblicato originariamente sul sito dell’Institut Turgot, che ringraziamo per la cortese concessione alla pubblicazione su chicago-blog. Philippe Simonnot è Direttore dell’Atelier de l’éeconomie contemporaine e Direttore del séminaire monétaire dell’Institut Turgot.

Vent’anni fa il blocco sovietico crollava, non già sotto i colpi di un attacco militare dell’imperialismo capitalista, ma schiacciato dal peso delle proprie “contraddizioni economicheâ€, come avrebbe detto lo stesso Karl Marx.

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Guest euro, finanza, ue , , ,

Adieu carbon tax

30 dicembre 2009

La Corte costituzionale francese ha bocciato la carbon tax fortemente voluta dal presidente, Nicolas Sarkozy, come primo passo verso l’adozione di un dazio sulle importazioni di beni ad alta intensità di carbonio. Non è facile valutare le conseguenze, in parte perché la tassa era costruita in un modo molto discutibile, in parte perché ugualmente discutibili sono le modalità e i criteri della bocciatura.

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Carlo Stagnaro energia, liberismo , , ,

Trenitalia va in Francia

24 dicembre 2009

Le anticipazioni di alcuni quotidiani francesi circa l’entrata di Trenitalia nel mercato ferroviario francese sono certamente una notizia positiva. Probabilmente un poco di concorrenza, nel mercato più chiuso d’Europa, potrà portare dei cambiamenti a livello europeo. I consumatori d’oltralpe potranno vedere i benefici della concorrenza. Prosegui la lettura…

Andrea Giuricin mercato , , , , ,

Quelle due o tre cose che Fitoussi (non) sa sulla crisi. Guardasse South Park…

28 settembre 2009

In un articolo apparso venerdì scorso su Le Monde (“Deux ou trois choses que je sais sur la crise”), Jean-Paul Fitoussi ci ha detto in poche parole quello che pensa della crisi: e in sintesi la sua lettura è la seguente. Prosegui la lettura…

Carlo Lottieri Senza categoria , , , ,

Elezioni truccate, scontri in strada, monete e boulevard parigini

6 settembre 2009

Siamo proprio sicuri che i disordini di questi giorni che stanno riguardano il Gabon, dove dopo elezioni altamente inquinate Ali Ben Bongo è stato fatto presidente, poche settimane dopo la morte del padre (El Hadji Omar Bongo Ondimba) non abbiano nulla a che fare con noi europei? Siamo davvero certi che si tratti di una questione tutta africana, tribale, legata alle difficoltà di società “arretrate” che faticano a costruire “buoni regimi democratici all’europea”? Prosegui la lettura…

Carlo Lottieri Senza categoria, liberismo, mercato, podcast , , , , ,

Sarko l’Americain e Obama le Français?

22 aprile 2009

Le due sponde dell’Atlantico si stanno avvicinando sempre di più in campo economico; al vertice Nato tenutosi all’inizio di Aprile a Strasburgo, il presidente americano Barack Obama ha elogiato pubblicamente il servizio ferroviario ad alta velocità francese affermando che gli Stati Uniti hanno un notevole ritardo in questo settore.
Presto fatto, pochi giorni dopo, ha annunciato un finanziamento pubblico di 12 miliardi di dollari, per costruire 10 corridoi ad alta velocità tra alcune delle principali città americane; sette miliardi sarebbero assicurati dal Governo Federale, mentre altri 5 miliardi verrebbero dagli Stati interessati ad essere coinvolti in questo programma.
In California, da diversi anni, si sta discutendo del progetto di collegare con il treno ad alta velocità Los Angeles e San Francisco, con un notevole sovvenzionamento di risorse pubbliche, ma ancora tutto è fermo.
Le ferrovie sono state nell’800 un notevole volano dell’economia statunitense; c’è da chiedersi tuttavia se attualmente sono competitive nel trasporto passeggeri ad alta velocità dopo che nel ‘900 sono stati inventati nuovi mezzi di trasporto.
La domanda non è di poco conto, se la stessa Direzione Generale dei Trasporti e dell’Energia della Commissione Europea ha sentenziato in un proprio studio che il mezzo ferroviario ad alta velocità non è competitivo nei costi rispetto al trasporto aereo per tratte superiori a 300 chilometri.
Gli Stati Uniti sono stati un esempio proprio nel settore aereo, essendo stato il primo paese ad avere deregolamentato sotto l’amministrazione democratica il settore, con indubbi vantaggi per il consumatore. L’Unione Europea visto il successo americano con un ritardo di 10 anni ha liberalizzato anch’essa il trasporto aereo.
Il paese leader in termini di chilometri di binari nel trasporto ferroviario ad alta velocità è la Francia, ma c’è da chiedersi quale sia il costo di tale infrastruttura.
Il paese transalpino ogni anno finanzia con 11 miliardi di euro il proprio trasporto ferroviario con un enorme spreco di risorse pubbliche. La SNCF, l’impresa di Stato di trasporto ferroviario, è vista sempre più come un carrozzone pubblico con quasi 200 mila dipendenti iper-sindacalizzati. Spesso sono effettuati scioperi selvaggi e i dipendenti godono di vantaggi enormi nel campo previdenziale, potendo andare in pensione diversi anni prima rispetto ai dipendenti privati.
La situazione del trasporto ferroviario francese non è cosi rosea come viene descritta e soprattutto i commentatori difficilmente hanno analizzato il costo di tale servizio che viene sovvenzionato con una elevata tassazione generale.
La domanda da porsi è se Obama, nel momento in cui ha affermato di volere sostanzialmente copiare il trasporto ferroviario francese, abbia realmente analizzato i costi ingenti di tale servizio per le finanze pubbliche.
Molto probabilmente no, ma le Ferrovie hanno un certo appeal a livello di consenso pubblico perché ricordano l’era in cui gli Stati Uniti si stavano creando. Nel corso dell’800 il treno ha infatti unito l’America e il mito delle ferrovie americane non è del tutto scomparso. Tuttavia nel corso del ‘900 sono stati inventati mezzi più efficienti ed economici, quali l’aereo. E grazie all’aereo è oggi possibile per un cittadino americano andare velocemente da una città ad un’altra ad un prezzo molto contenuto.
In Francia, l’esistenza del campione nazionale del trasporto aereo Air France e la concorrenza con soldi pubblici del treno, ha fatto si che il trasporto aereo nazionale sia poco sviluppato, ma soprattutto che le possibilità di scelta per il consumatore siano limitate.
Obama vuole seguire l’esempio francese?
Il presidente francese Sarkozy è stato soprannominato “l’americain†a causa della sua visione differente rispetto ai presidenti francesi precedenti nei confronti degli Stati Uniti d’America. In campo militare questo è certamente vero e il vertice di Strasburgo, con il riavvicinamento tra la NATO e la Repubblica Francese, dopo lo strappo di De Gaulle di molti anni fa, ne è la riprova.
Obama vuole diventare il primo presidente soprannominato “le français�
Il caso del treno purtroppo non è isolato, perché in realtà Sarkozy ed Obama hanno molti punti in comune in campo economico.
Il settore auto è forse quello che più avvicinano i due presidenti. La misura di supporto alle aziende produttrici di veicoli americane in crisi con decine di miliardi di dollari ha di fatto sfavorito i produttori esteri che producono negli Stati del Sud degli USA e di fatto si rivela come una misura protezionistica nel settore auto. Il presidente francese non è stato da meno, avendo subordinato, a parole, gli aiuti ai produttori francesi di automobili alla non delocalizzazione degli impianti.
Sarkozy è convinto forse che la delocalizzazione di un impianto a medio termine sia dovuto alla crisi; ma non è cosi, perché le aziende producono laddove c’è mercato e laddove le condizioni produttive sono le migliori. È necessario dunque favorire la creazione di imprese con una legislazione più snella, con tasse meno elevate e non con singoli sussidi a breve termine per le imprese locali.
Le politiche protezioniste francesi hanno esacerbato gli animi dei lavoratori preoccupati dalla perdita del posto del lavoro e i “rapimenti†dei manager sono stati forse l’esito naturale a questa esasperazione.
Barack Obama vuole davvero diventare le français?

Andrea Giuricin liberismo , , , , ,