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Posts Tagged ‘fondazioni bancarie’

Intesa, le fondazioni, e una difesa di Chiamparino

19 aprile 2010

Francamente, non penso che a nessuno possa venire in mente di pensare che un liberista possa volere banche private controllate dai partiti. Io liberista sono e non me ne vergogno, anche di questi tempi in cui tutti pensano che invocando lo Stato la storia possa andare indietro indietro invece che avanti, dimenticando cioè che la crisi è figlia di errori dei regolatori cioè delle politiche pubbliche, e che per ovviarvi gli Stati più colpevoli si stanno indebitando a rotta di collo, sommando errore a errore. Ma proprio perché sono liberista, non mi sento ipocrita. Penso che, al contrario, sia inficiata da qualche ipocrisia l’accusa lanciata al sindaco di Torino Chiamparino – e alla Lega – sul rapporto tra politica e banche. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino credito, mercato, privatizzazioni ,

Reti private in libero mercato. Se na parla lunedì a Torino

24 ottobre 2009

E’ almeno dalla campagna elettorale che si parla di liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Parole parole parole. Qui trovate, invece, una proposta concreta per procedere sul giusto sentiero. Angelo Miglietta e Federico Testa hanno infatti suggerito di separare le unità commerciali delle municipalizzate dai gestori/proprietari delle reti. Le prime possono essere privatizzate senza esitazione. Le altre – che noi dell’IBL metteremmo pure sul mercato, con l’unico caveat dell’incompatibilità col possesso di partecipazioni rilevanti ad aziende attive sul segmente libero di mercato – sono invece al centro di una lunga e in parte pretestuosa polemica. In funzione del loro “monopolio tecnico”, molti ritengono dovrebbero restare in mani pubbliche. Ma questo rischia di determinarne da un lato una gestione inefficiente (to say the least), dall’altro di produrre un’allocazione inefficiente delle risorse (che interesse hanno gli enti locali a immobilizzare tanti soldi?). Una possibile via d’uscita può appunto passare per il ruolo strategico delle fondazioni bancarie, soggetti in grado di garantire un azionariato stabile e che si collocano al crocevia tra investitori privati e interesse pubblico. A noi pare un compromesso più che ragionevole per sbloccare la situazione. Per questo abbiamo voluto organizzare un convegno su questi temi a Torino, lunedì 26 ottobre prossimo, a partire dalle 17,45 presso la Fondazione CRT (Via XX Settembre 31). Oltre a Miglietta e Testa, parteciperanno il sindaco del capoluogo piemontese, Sergio Chiamparino, il segretario nazionale della Lega Nord Piemont e capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Cota, l’editorialista Franco Debenedetti, e due rappresentanti di prima fila dell’Autorità Antitrust (Salvatore Rebecchini, componente) e dell’Autorità per l’Energia (Carlo Crea, segretario generale). E’ un’occasione importante per affrontare con serietà e pragmatismo un tema fondamentale per il futuro del paese.

Carlo Stagnaro mercato , , , , , ,

Servizi locali. Privatizzare senza privati?

5 luglio 2009

Linda Lanzillotta da ministro per gli affari regionali nel secondo governo Prodi aveva cercato con grande determinazione di introdurre elementi di concorrenza nei servizi pubblici locali. Di cio’, e di molte altre sue battaglie, le va riconosciuto ampio merito. Un suo intervento odierno sul “Sole 24 Ore” torna sul tema convergendo “su un diverso approccio” alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali, patrocinato dall’Autorita’ garante della concorrenza e del mercato.
Per Lanzillotta,

Se, infatti, come e’ ormai dimostrato, l’ostacolo ricorrente e’ rappresentato dalla sistematica resistenza opposta al processo di liberalizzazione dagli enti locali proprietari delle aziende, allora bisogna prendere atto che lo schema classico “liberalizzare prima, privatizzare (eventualmente) dopo” in questo caso non funziona. Bisogna quindi rovesciare l’ottica e affrontare in via prioritaria il tema della proprieta’ delle aziende che gestiscono i servizi pubblici locali.

L’ex ministro giustamente sottolinea come “proprieta’ e regolazione” vadano separati, e quindi in qualche maniera da’ priorita’ alla privatizzazione per “liberare” le imprese dalla politica. Per riallineare l’interesse dei decisori locali con quello dei consumatori (loro elettori), bisogna fare in modo che le aziende pubbliche escano dal “giro” degli appannaggi clientelari. Cio’ che convince meno, e su cui varrebbe la pena discutere, e’ la soluzione proposta da Lanzillotta (e prima di lei da Catricala’) rispetto al processo di privatizzazione. Scrive infatti:

Mentre non sarebbe neppure proponibile un trasferimento di beni di eccezionale valenza sociale e ambientale, quali sono appunto i servizi pubblici locali, ad investitori speculativi o orientati ad una pura logica di mercato, diverso sarebbe l’approccio delle Fondazioni bancarie, soggetti strutturalmente legati al territorio.

Insomma, Lanzillotta dice: solo privatizzando prima di liberalizzare, si separano le aziende dalla politica, creando le condizioni per la liberalizzazione, cioe’ per esporle alla concorrenza. Ma dice anche: privatizziamo affidandole ad attori, le Fondazioni di origine bancaria, i cui vertici sono di norma scelti dalle istituzioni locali. Solo che cosi’ il controllo politico non si annullerebbe certo, semmai diventerebbe un controllo “di secondo livello”, mediato da investitori che saranno certo “azionisti privati istituzionali con forte responsabilita’ sociale” ma che definirli “distinti e reciprocamente autonomi rispetto ai decisori politici sia nazionale che locali” pare un po’ eccessivo.

Alberto Mingardi energia, mercato , , , ,