CHICAGO BLOG » fidenato http://www.chicago-blog.it diretto da Oscar Giannino Thu, 23 Dec 2010 22:50:27 +0000 it hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.1 Ogm: la Conferenza delle Regioni e la dittatura della maggioranza /2010/09/30/ogm-la-conferenza-delle-regioni-e-la-dittatura-della-maggioranza/ /2010/09/30/ogm-la-conferenza-delle-regioni-e-la-dittatura-della-maggioranza/#comments Thu, 30 Sep 2010 17:19:16 +0000 Giordano Masini /?p=7177 Mentre è già arrivata (ieri pomeriggio) la trebbia mandata dal Gip di Pordenone a raccogliere il mais del campo di Fanna di proprietà di Giorgio Fidenato (il racconto di Giorgio è sul sito del Movimento Libertario), mais che è stato essiccato e verrà custodito in un magazzino in attesa che si concluda l’iter giudiziario, oggi si sono riuniti gli assessori all’agricoltura della Conferenza delle Regioni e hanno ribadito che loro di linee guida per la coesistenza tra colture Ogm, biologiche e convenzionali non vogliono proprio sentir parlare, nonostante l’approvazione di queste linee guida sia necessaria per adempiere alle direttive comunitarie.

In realtà nei mesi scorsi una bozza di regolamento era stata presentata: le associazioni di categoria (tra le quali figurava, non si sa bene per quale ragione, anche Legambiente) l’hanno ricevuta il 16 di luglio perché presentassero le loro osservazioni in merito entro il 20 dello stesso mese (!). Il documento era abbastanza surreale, dato che si parlava solo di Ogm (nonostante dovesse tracciare le linee guida per la coesistenza di tre tipi di pratica agricola tutte egualmente legittime) e perché in realtà si preoccupava di vietare, in modo più o meno surrettizio, più che di disciplinare.

Distanze di sicurezza per il mais calcolate in chilometri (in Europa si arriva attorno ai 150 metri, in Spagna zero), corsi e patentini da conseguire, piani e registri aziendali da compilare, tasse regionali da pagare, e questo solo per la parte burocratica. Poi, andando avanti, (e ne tralascio molte) sarebbe previsto l’obbligo di usare macchinari e magazzini appositi dedicati esclusivamente agli Ogm e di rispettare un periodo di conversione di tre anni per chi volesse tornare dagli Ogm al convenzionale (anche semplicemente per normali cicli di rotazione colturale) nei quali il prodotto dovrebbe essere sottoposto ad analisi prima della commercializzazione, sarebbe considerato convenzionale ma dovrebbe rispettare le prescrizioni per gli Ogm.

E non è finita: le sanzioni per chi omettesse di seguire anche solo una di queste regole sarebbero calcolate nell’ordine delle decine di migliaia di euro, e, chicca finale, gli agricoltori che fossero tanto impavidi da cercare di seguire un regolamento del genere apparirebbero in un registro pubblico consultabile online, in modo da poter essere meglio individuati dagli amici di Zaia e di Greenpeace.

Il giochino del documento presentato all’ultimo momento non deve essere riuscito, qualcuno le sue osservazioni critiche deve essere riuscito a mandarle in tempo, quindi la Conferenza delle Regioni, nonostante la fretta iniziale, è andata avanti di rinvio in rinvio sperando che la cosiddetta direttiva Barroso, quella che consentirebbe ad ogni paese membro dell’UE di decidere in autonomia se ammettere o vietare gli Ogm, arrivasse in tempo per togliere le castagne dal fuoco. Ma la direttiva ancora non arriva, anzi aumentano su di essa le perplessità di quasi tutte le parti in causa a livello europeo, dato che in ballo c’è il rischio di dar vita ad un’Europa agricola a due velocità, e quindi oggi la Conferenza delle Regioni qualcosa doveva pur dire.

Abbiamo votato un ordine del giorno attraverso il quale chiediamo al ministro delle Politiche agricole di esercitare la clausola di salvaguardia ai sensi dell’articolo 23 della direttiva europea 18 del 2001.

La clausola di salvaguardia è ammessa solo in caso di evidenze scientifiche che dimostrerebbero la nocività di un prodotto per la salute umana o per l’ambiente, sembra dimenticare Dario Stefano, assessore all’Agricoltura della Puglia e coordinatore della Commissione agricoltura della Conferenza delle regioni, che continua

Allo stesso tempo abbiamo richiamato il ministro e quindi il governo a rispettare la posizione delle Regioni italiane, che hanno la delega all’Agricoltura, che è unanimemente contraria alla produzione di Ogm.

Evidenziando quindi come le dilazioni e i tatticismi dei mesi scorsi servivano solo ad uno scopo, riuscire a vietare anche in presenza di un diritto comunitario che non consentirebbe di vietare, ma solo di disciplinare. In tutto ciò le parole di buon senso di Galan, ribadite anche oggi nel question time a Montecitorio, sembrano essere destinate a rimbalzare su un muro di gomma: il principio secondo il quale una maggioranza sarebbe legittimata a mortificare le libertà fondamentali degli individui, arrivando a stabilire ciò che è legittimo e ciò che non è legittimo produrre (basandosi esclusivamente su valutazioni di carattere economico, e come tali assolutamente arbitrarie) sembra essere ormai sufficientemente consolidato.

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Se fa qua-qua come un’anatra, è un attivista di Greenpeace /2010/07/30/se-fa-qua-qua-come-unanatra-e-un-attivista-di-greenpeace/ /2010/07/30/se-fa-qua-qua-come-unanatra-e-un-attivista-di-greenpeace/#comments Fri, 30 Jul 2010 14:17:00 +0000 Carlo Stagnaro /?p=6678 Gli anglosassoni hanno una bella espressione popolare – nota come il “duck test” – che, pare, si deve al poeta James Whitcomb Riley: “se sembra un’anatra, nuota come un’anatra, e fa qua-qua come un’anatra, allora probabilmente è un’anatra”. Bé, guardate queste foto: se sembrano degli aggressori, si vestono come aggressori e parlano come aggressori, allora probabilmente sono aggressori. Non c’è altro modo di definire i militanti di Greenpeace che, questa mattina, hanno invaso il campo di Giorgio Fidenato, dove il leader di Futuragra aveva seminato 6 (sei) semi di mais transgenico (qui il video della semina, qui le foto della crescita). Qualunque cosa pensiate degli ogm – io sono favorevole, ma è irrilevante – siamo di fronte a qualcosa di molto più profondo: non il tormentone (falso) transgenico vs. biologico, ma il valore della proprietà privata.

Come viene illustrato in questo articolo della Repubblica (non privo di svarioni, subito pizzicati qui), secondo Greenpeace i campi di Fanna (Pordenone) erano “contaminati” dalle malvagie sementi geneticamente modificate, in violazione delle leggi vigenti (a loro volta in probabile violazione del diritto comunitario, ma Greenpeace è forcaiola a corrente alternata). A sentire gli “attivisti” siamo di fronte a una minaccia per la sopravvivenza del genere umano:

Il Procuratore di Pordenone – dice Federica Ferrario – non può più perdere un solo minuto di tempo e deve porre fine a questa incomprensibile dilazione dei tempi. Va incriminato il responsabile di questa violazione e chi l’ha aiutato, e bisogna iniziare la conta dei danni legati a questo atto scellerato, che non devono certo ricadere sugli agricoltori onesti o sugli Enti pubblici.

Tutte balle. Balle per almeno due ragioni. La prima è che il mais in questione viene tranquillamente utilizzato da anni in diversi paesi del mondo senza che, per quel che mi risulta, alcuna popolazione si sia improvvisamente e inspiegabilmente estinta. La seconda è che le quantità coinvolte nella semina sono talmente ridicole da avere, come dichiaratamente hanno, significato puramente dimostrativo. Infatti, Fidenato ha piantato quei semi proprio per protestare contro l’oscurantismo italiano (e in parte europeo) che, per mero e puttanesco spirito di marchetta verso la potente lobby agricola, ha deciso che le nuove tecnologie no pasaràn.

La dimostrazione di Fidenato è pacifica (si è svolta interamente sui suoi campi, e ci mancherebbe altro) e innocua. E’ innocua non solo perché è innocua – nel senso che è innocuo il mais piantato. E’ innocua anche perché le stesse norme europee definiscono “contaminato” un raccolto nel quale la presenza di mais transgenico sia superiore allo 0,9 per cento. In questo caso siamo molto, molto, molto, molto, molto, molto più in basso – di almeno un ordine di grandezza. Negare che “tutto è veleno, nulla è veleno, è la dose che fa il veleno” significa non aver capito un tubo di niente. Anche se avessero ragione nel sostenere la pericolosità del mais transgenico – e tutta l’evidenza dice che non ce l’hanno – gli attivisti di Greenpeace avrebbero comunque torto. Infatti, sarebbe come dire che, poiché essere travolti da una slavina ha decorso molto probabilmente letale, anche essere colpiti da un granello di sabbia è letale.

Dunque, non c’era alcuna minaccia verso nessuno, da parte di Fidenato. In compenso, c’è stata una chiara e patente minaccia da parte degli attivisti di Greenpeace, che infatti sono stati prontamente e giustamente denunciati. Per loro, evidentemente, piantare 6 (sei) semi di mais costituisce un crimine contro l’umanità, ma violare la proprietà privata e devastare un campo di mais non è un problema. Né implica la violazione dei diritti di Fidenato (gli entrasse qualcuno in casa, di notte, e gli portasse via l’argenteria, la penserebbero così?). Qui non c’entra il mais o gli ogm, c’entra solo il rispetto che ciascuno di noi ha per sé e per il prossimo, per i propri diritti e per quelli altrui. Chi non rispetta l’altro, non è chiedibile quando dice e chiede di rispettare l’ambiente. Chi aggredisce il prossimo, non è degno di alcun credito e di nessuna fiducia.

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Ambientalisti, leghisti, squadristi e sei semini di mais Ogm /2010/05/01/ambientalisti-leghisti-squadristi-e-sei-semini-di-mais-ogm/ /2010/05/01/ambientalisti-leghisti-squadristi-e-sei-semini-di-mais-ogm/#comments Sat, 01 May 2010 16:04:23 +0000 Giordano Masini /?p=5847 La prossimità ideologica tra ambientalisti e Lega Nord sugli Ogm deve aver creato più di un imbarazzo di stomaco, se il leader dei Verdi Angelo Bonelli, commentando la semina dimostrativa di sei (6) semi di mais geneticamente modificati a Vivaro, dichiara:

E’ ormai evidente che l’opposizione dell’ex ministro dell’Agricoltura Luca Zaia agli Ogm era solo una trovata elettorale e che l’attuale governo non fa nulla per evitare che il made in Italy agroalimentare non sia messo in ginocchio dalle semine illegali biotech.

Può anche dispiacere a Bonelli, ma le pretese del fondamentalismo ambientalista e le velleità autarchiche della Lega si abbeverano alla stessa fonte. Quella che pretende che il ruolo della politica sia quello di mortificare le opportunità e la libertà delle persone, di proteggere gli individui da loro stessi perché gli individui non sono in grado di badare a loro stessi. E anche se nel linguaggio usano sfumature diverse (biodiversità/protezionismo, ecosostenibilità/autosufficienza, tipicità/tradizioni) il modello a cui fanno riferimento è sovrapponibile. Bonelli, Zaia e i loro sodali sanno benissimo che gli Ogm (come ogni novità che la tecnologia ha messo a disposizione dell’umanità) hanno successo, sia tra gli agricoltori che tra i consumatori, ovunque riescano a venire incontro alle esigenze del mercato. Ma non essendo in grado di capire il perché, non accettando che le persone possano seguire strade che si discostino dai loro modelli, non resta loro che appellarsi alle paure irrazionali, soffiare sul fuoco delle psicosi, invocare l’intervento dei gendarmi, o peggio ancora delle ronde.

E l’aggressione che Giorgio Fidenato e gli agricoltori di Vivaro hanno subito ieri da parte di un gruppetto di squadristi no-global dimostra soltanto che quando gli idioti fanno l’appello trovano sempre truppe disposte a seguirli.

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Contro il sostituto d’imposta /2009/06/03/contro-il-sostituto-dimposta/ /2009/06/03/contro-il-sostituto-dimposta/#comments Wed, 03 Jun 2009 14:56:36 +0000 Massimiliano Trovato /?p=807 Se c’è una macchia nel curriculum di Milton Friedman, macchia che – come si riferisce tra il serio ed il faceto in The Tyranny of the Status Quo – neppure la moglie Rose gli ha mai perdonato, è il contributo da questi fornito nell’elaborazione della withholding tax, l’odioso meccanismo che trasforma i datori di lavoro in esattori. Contro il sostituto d’imposta si schiera oggi Giorgio Fidenato, già fondatore del Movimento Libertario, con una battaglia coraggiosa e degna d’attenzione.

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