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Posts Tagged ‘federalismo fiscale’

Perche’ la Sicilia avrebbe bisogno di piu’ liberismo

10 maggio 2010

Scandali come i “progettini” del Comune di Palermo o i  corsi di formazione della Regione, non fanno che confermare quello che a livello di intuizione penso da molto tempo: il peggior nemico dei siciliani oggi e’ lo Stato. Prosegui la lettura…

Luciano Lavecchia Mercato del lavoro, liberismo , , , , ,

Curzon-Price: meno tasse e niente progressivitĂ 

4 maggio 2010

Se fosse federalismo davvero, non ci sarebbero problemi. Ma siccome c’è da dubitare che sarà così (basti pensare alla questione dei “costi standard”), è normale che il ministro Renato Brunetta – nel corso di una recentissima intervista – rivendichi il merito di aver fatto “mettere due clausole nella legge per il federalismo: l’invarianza della pressione fiscale, che può solo diminuire, e quella per cui non può aumentare il personale. Il federalismo si deve compiere con lo stesso personale o con una sua riduzione. Il governo sarà molto vigile”.

Speriamo davvero, perchĂ© non solo è indispensabile che il prelievo non aumenti, ma pure è necessario che diminuisca. Lo sottolinea anche Victoria Curzon-Price in un IBL Occasional Paper (“Contro la tassazione progressiva  e per una riduzione delle imposte”) pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni, nel quale si richiama l’urgenza di decise sforbiciate alla spesa pubblica e all’imposizione fiscale. Prosegui la lettura…

Carlo Lottieri fisco, liberismo, pensiero , , ,

Sindaci per il federalismo? Solo chiacchiere se i tributi non sono “manovrabili”

27 novembre 2009

Mentre da piĂą parti (ieri ne parlava su “MF” Roberto Sommella) trapela qualche notizia in merito ai piani di Giulio Tremonti per una riforma delle aliquote Irpef (che l’anno prossimo potrebbero ridursi di numero, ma scendendo solo a 4 e nella migliore delle ipotesi a 3), al tempo stesso in Veneto, Lombardia e Piemonte sta iniziando a prendere quota un’iniziativa di sindaci – leghisti, ma non solo – volta a premere sull’acceleratore della riforma fiscale in senso federale. Prosegui la lettura…

Carlo Lottieri finanza, fisco, liberismo , , ,

Cha fare dell’ “Imposta RAPina”?

16 ottobre 2009

L’intervista di Innocenzo Cipolletta al Corriere, pubblicata giovedì, spiega meglio di tante denunce urlate le ragioni per le quali l’Irap va superata. E lo fa inquadrando il problema da un punto di vista “storico” ed ideologico: a metĂ  degli anni Novanta i sindacati lamentavano il progressivo spostamento delle risorse delle imprese dal lavoro al capitale (che era in realtĂ  un necessario ammodernamento della struttura produttiva italiana) e, con esso, il rischio che i contributi sanitari a carico dei dipendenti non fossero piĂą sufficienti a finanziare il sistema sanitario universale. Visco tirò allora fuori dal cilindro questo ircocervo tributario, mezzo IVA e mezzo Ires (e da qui i continui borbottii di Bruxelles, della Corte di Giustizia Europea e di questa o quella sezione della Cassazione), che includeva nella base imponibile il costo del lavoro e gli interessi passivi a carico delle imprese. Costo della manodopera e costo del capitale, insomma. Prosegui la lettura…

Piercamillo Falasca fisco , , , , , , ,

Il governo sottovaluta, temo

26 giugno 2009

Reduce dalla sedicesima assemblea provinciale di imprenditori in poco piĂą di due mesi,  era a Lecco dopo Lucca, Ancona, Brescia, Mantova, Piacenza, Padova, Rimini, Fermo, Milano, Alessandria e continuando, temo di avere proprio un’impressione dominante. Il governo sottovaluta la legnata in corso di incassamento da parte delle imprese, le manifatturiere esportatrici indebitate perchĂ© piĂą avevano creduto nell’export, e soprattutto quelle che hanno capofiliere germaniche in testa, alle quali offrono semilavorati e componentistica. Dovunque, nella fascia pedemtonana del Nord come in quella adriatica fino all’Abruzzo, il pianto è greco, i dati sconfortanti, le prospettive peggio che atre.

Vedremo le misure nuove annunciate dal governo tra poche ore, col decreto che introduce la Tremonti- ter - oggi le mie orecchie l’hanno sentita fare a pezzi tra diluvi di applausi polemici a Lecco, dove pure la maggioranza nettissima è per PdL-Lega, al grido “ma chi farĂ  utili da reinvestire, quest’anno?” –  il bonus a chi non licenzia, e via continuando. Ma mi sembra sempre piĂą che il problema del baratro che si apre sotto i piedi di migliaia di imprese manifatturiere esportatrici non si possa colmare solo con palliativi prenditempo. E’ l’ora di una strategia di interventi strutturali, per un quadro pluriennale di riduzione del gap che grava sulla terribile triade costo del lavoro- energia- tasse. Reggere a venti o trenta punti di svantaggio competitivo su questi tre input, quando i concorrenti europei si avvantaggiano purtroppo di interventi statuali assai piĂą generosi o di condizioni standard piĂą favorevoli all’impresa, significa condannarsi ad anni di crescita flat e a una vera e propria morìa di aziende.

Non è solo la previdenza da rimodulare, in un quadro pluriennale, per liberare risorse dalla spesa pubblica superiore al 50% del Pil. Occorre un trade off tra maggior reddito disponibile ai lavoratori e piĂą produttivitĂ  alle imprese – non basta la decontribuzione poco piĂą che simbolica del salario di produttivitĂ  varata l’anno scorso – e nei 4 anni che ci separano dal federalismo fiscale attuato, annunciare sin d’ora che sparirĂ  del tutto l’Irap e che la spesa sanitaria sarà ricondotta per tutti allo standard lombardo-veneto. Il che significa aggredire bubboni come quello campano, siciliano e calabro, che nulla hanno a che vedere con lo standard di servizio offerto ma solo con l’assistenzialismo di chi assume migliaia di dipendenti pubblici senza altro scopo che clientelismo.   La dimensione della spesa pubblica da abbattere è nell’ordine di 50 miliardi di euro. Una cifra analoga a quella che Passera vuole spendere in piĂą ogni anno. Io sono per spenderla in meno, se vogliamo con meno tasse che le imprese vivano. Altrimenti, per caritĂ , l’Italia non fallirĂ . Anni di declino resi meno evidenti dal troppo elevato stock patrimoniale di ricchezza delle famiglie: quello che Tremonti e Marco Fortis lodano come uno dei maggiori motivi di forza dell’Italia, e che io considero invece una classica e massiccia allocazione improduttiva di risorse finanziarie sottratte alla crescita.

Oscar Giannino Senza categoria , , , ,