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Posts Tagged ‘evasione fiscale’

Chi è più corruttore, lo Stato o l’evasore?

7 giugno 2010

Chi è più corruttore, lo Stato o l’evasore? Per me lo Stato. E poiché è un giudizio tagliente, abbisogna di considerazioni adeguate, per non sembrare provocazione o difesa di illegalità. Il punto è che lo Stato, in Italia, è l’illegalità. Prosegui la lettura…

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Evasione ed illusione

1 giugno 2010

Il duro richiamo sull’evasione fiscale lanciato da Mario Draghi nelle sue Considerazioni finali – già opportunamente commentate da Carlo Stagnaro – sancisce il consolidamento ultimo d’un mantra oramai condiviso senza esitazioni dall’intera classe politica italiana, e cioè anche da quei settori che avevano fondato su un certo lassismo tributario una parte non trascurabile del proprio consenso elettorale.

Prescindendo da questioni morali che richiederebbero una troppo ampia trattazione, mi pare che la versione accreditata come dominante presenti debolezze sul piano della logica economica e della conseguente azione politica.

In primo luogo, le stime sull’evasione assumono una condizione di business as usual che appare evidentemente fallace, perché  trascura che l’economia sommersa trova la propria ragione di profittabilità proprio nella possibilità di sfuggire all’occhio dell’erario. Pertanto appare più realistico pensare che il recupero a gettito di quelle attività ne determini, in larga parte, il venir meno.

In secondo luogo, l’intera costruzione prende a fondamento una teoria del prelievo che trova ancora accoglimento – ahinoi – nei manuali di scienza delle finanze, ma che  a ben poco a che vedere con la realtà della formazione del bilancio pubblico. Sopravvive, infatti, la persuasione naif che le attività delle amministrazioni richiedano un determinato fabbisogno di risorse, e che questo venga successivamente ripartito tra i contribuenti – secondo criteri di varia natura. È piuttosto vero, come aveva sottolineato il tremontiano Colbert, che “la tassazione è l’arte di spennare l’oca in modo tale da ottenere il massimo di piume con il minimo di starnazzi”.

In terzo luogo, condizionando la riduzione del prelievo complessivo al recupero dell’evasione fiscale, si sottovaluta l’intima connessione tra l’entità dei due fenomeni. Aliquote da record incentivano l’evasione rendendola più redditizia; ed il modo più ragionevole per aumentare la compliance fiscale consiste nel ridurre le pretese del leviatano.

Infine, tale ricostruzione delle vicende tributarie legittima l’adozione di misure che un leader ora ostaggio dei gerarchi bollava sensatamente come degne di uno stato di polizia tributaria. Se il fisco avanza pretese sul denaro dei contribuenti, è il caso che faccia almeno la fatica di guadagnarselo.

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La nostra grossa grassa evasione greca

1 maggio 2010

Corruzione, clientelismo ed evasione: le radici della crisi.

Chi leggendo titoli simili a questo non ha pensato che si stesse parlando dell’Italia? Poiché anche da noi ( non solo in Grecia) corruzione, clientelismo ed evasione sono fattori in grado di spiegare una parte non trascurabile della distanza che ci separa dall’Europa, delle nostre cattive performance economiche, del  declino relativo del paese, è interessante chiederci se si tratti di fenomeni meno diffusi, altrettanto diffusi o più diffusi rispetto allo stato ellenico.  Non si tratta di un puro esercizio accademico, finalizzato a redigere una precisa ‘bottom parade’ dei paesi dell’Unione; semplicemente se questi fattori spiegano la gravità dell’attuale crisi greca e se dovessimo scoprire che siamo messi altrettanto o quasi altrettanto male forse dovremmo iniziare a preoccuparci un pò di più di quanto abbiamo fatto sinora.

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Se rubare i dati diventa morale…

31 gennaio 2010

Ci risiamo. Proprio come due anni fa, la Germania si trova di fronte all’ennesimo dilemma: comprare o non comprare dati di presunti evasori fiscali in Svizzera da un informatore segreto ? Nel 2008 la spy story ordita dai servizi segreti tedeschi (BND) e partita con il benestare dell’allora Ministro delle Finanze Peer Steinbrück (SPD), si concluse con l’arresto di centinaia di contribuenti tra cui anche Klaus Zumwinkel, capo di Deutsche Post (che poi patteggiò un anno più tardi la pena, senza che vi fossero imponenti manifestazioni di piazza organizzate da questurini alla Travaglio). Di allora riproponiamo questa nostra intervista ad Alberto Mingardi per la rivista Ideazione. Prosegui la lettura…

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Matteo Arpe e la scienza nuova

21 novembre 2009

Matteo Arpe, l’ex amministratore delegato prodige di Capitalia allontanato poi dai soci e da Geronzi, ha illustrato ieri programmi e prospettive di Banca profilo, la piccola investment bank di cui la sua Sator ha rilevato il 55%, salvandola. Competenze taglienti ed ego all’altezza non mancano, all’ex giovane banchiere e alla sua squadra di fedelissimi. Ha puntato su tre concetti che, se perseguiti sul serio, nel mondo bancario italiano – e non solo – sarebbero pressoché rivoluzionari. Il primo è l’indipendenza ”vera”, vantata rispetto a tutti gli altri soggetti. Bene: non resta che metterla alla prova dei fatti, rispetto ai soci noti di Sator, tra cui la fondazione MPS, Moratti, gli Angelini, i D’Amico, API holding, il gruppo Santarelli. Il secondo è la mancanza di conflitti d’interesse. Benissimo: e anche su questo vale quanto detto sopra, non si chiede di meglio e parleranno i fatti. Il terzo è, invece, singolare: “il valore del denaro dipende anche dai soggetti che lo detengono”, ha detto. È davvero un buon principio? No. Prosegui la lettura…

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Tasse, libertà e populismo mediatico

21 ottobre 2009

Caveat preventivo: attualmente campo anche grazie a una collaborazione a tempo con il gruppo Sole 24 ore, per La versione di Oscar dalle 9 alle 10 dal lunedì al venerdì sull’emittente radiofonica confindustriale. Detto questo, vorrei invitarvi a riflettere su un esempio che considero di cattiva informazione, sul delicato tema delle tasse, della presunta evasione, dei diritti dei contribuenti e dei limiti ai quali, in un ordinamento che si pretende liberale, bisogna ottenere che lo Stato si attenga. Il fatto che ciò avvenga sul quotidiano di Confindustria rende la cosa, ai miei occhi, ancora più significativa. E, se mi si può perdonare l’aggettivo, almeno dal “nostro punto di vista”: più grave. “L’avvocato gratis all’evasore? Lo garantisce lo Stato”, recita oggi il titolo a cinque colonne del taglio basso in prima del Sole.  un titolo che evoca inequivocabilmente un paradosso bruciante: sarebbe lo Stato a farsi amico e cooperante degli evasori, proprio mentre dichiara di volerli mettere nel mirino in Italia e nei paradisi fiscali. ”Beffa in Cassazione”, recita l’occhiello. Sarebbe dunque la Suprema Corte, rea di concedere la mano benevola dello Stato ai perfidi evasori. Perché mi permetto di dire che si tratta di un esempio di populismo mediatico? Perché la vicenda concreta è tutt’altra. Non c’è nessuna beffa. Se a cavalcare l’onda della demagogia antievasiva è il quotidiano di Confindustria, vuol dire che non c’è speranza.  Che cosa hanno deciso di tanto scandaloso, i giudici della Cassazione? Cerchiamo di capirlo. Prosegui la lettura…

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Se a Genova guidi un Suv, sei un evasore. Di Davide Chicco.

25 settembre 2009

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Che le casse di Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova, fossero vuote di liquidita’ e stracolme di debiti, non era una novita’. Per questo, agli amminsitratori della giunta comunale la sindaco Marta Vincenzi deve aver chiesto un po’ di fantasia per cercare di risollevare una situazione al limite del catastrofico.

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Exit strategy, tasse ed evasione

22 agosto 2009

Se si tratta di deficit pubblici, tenere elezioni politiche in tempi ordinari può rappresentare un freno: le parti politiche si sforzano almeno a parole di presentare piattaforme di riduzione. Ma andare alle urne in tempi di crisi può anche sfociare nell’esito opposto, perché partiti e coalizioni “temono” di apparire agli elettori troppo frenati sulle misure di sostegno alla domanda e all’offerta. Vedremo presto in Germania come e se il voto contribuirà a definire un abbozzo almeno di exit strategy dall’alto deficit e debito pubblico – vedi articolo dell’Economist. Ma almeno sino a questo momento il tema fiscale non è stato propriamente al centro dell’arena elettorale tedesca. Quanto all’Italia, dall’attuale governo è in corso la più che prevedibile pressione mediatica antievasori, in vista dello scudo fiscale: ma sui fondamenti regna la notte fonda, e vengono diffusi studi che a mio giudizio sono infondati. Dobbiamo davvero morire ancor più tassati di prima, per colpa della crisi? Vediamo meglio. Prosegui la lettura…

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L’Avv. Agnelli povera vittima? Ma per favore…

15 agosto 2009

L’editoriale del Sole 24 ore di oggi è una perfetta espressione del riflesso condizionato che in spero esigue parti di classe dirigente italiana scatta ancora puntualmente, quando si tratta dell’Avvocato Agnelli. Oggi, per effetto dell’indagine tributaria aperta per effetto della lite patrimoniale sull’eredità dell’Avvocato, si scomoda a sua difesa addirittura un classico topos a metà tra il malinconico e l’eroico, quello di Francesco Ferruccio capitano della repubblica fiorentina ucciso a tradimento da Fabrizio Maramaldo, capitano degli imperiali vittoriosi nella battaglia di Gavinana che portò alla restaurazione dei Medici. Non stupisce ed anzi va a loro onore, che direttori di giornali che devono il più della loro carriera al sostegno iniziale e continuato dell’Avvocato Agnelli, continuino ad essergli devoti. Ma c’è modo e modo. L’indagine finalmente aperta è mera espressione dell’eguaglianza per tutti della legge. Bollarne i sostenitori come infami vigliacchi  non sanziona codardo oltraggio, dice solo del servo encomio che alcuni  legittimamente continuano a tributare: all’Avvocato, ai suoi eredi di comando, e ai suoi esecutori testamentari.

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Il terrorismo fiscale serve solo a far decollare lo scudo

13 agosto 2009

Non solo sono integralmente d’accordo con quanto oggi ha ottimamente scritto Alberto Mingardi. Purtroppo, di mio offro una lettura ancor meno incoraggiante, delle notizie odierne sul fronte fiscale. Non solo una vera opposizione al “terrorismo” degli accertamenti tributari non c’è, né sul terreno politico né su quello mediatico, e nemmeno tra le categorie visto che non si è riuscititi a convincere neanche Confcommercio e tanto meno Confartigianato e le altre organizzazioni artigiane – che storicamente stanno “a sinistra” – a provare almeno a organizzare una seria campagna contro le promesse mai mantenute per ricondurre gli studi di settore alla natura di puri strumenti sintetici indicativi, invece che a clave nelle mani dell’amministrazione tributaria per accertamenti in cui è lo Stato a decidere cifra d’affari realizzata, imponibile teorico e imposta minima concretamente dovuta. Io penso di peggio.

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