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Posts Tagged ‘deficit pubblico’

Contro il default vendere vendere vendere

12 luglio 2011

I mercati finanziari non ci stanno dicendo nulla che non sapessimo. Ci ricordano, dolorosamente, che un individuo, una famiglia, un’azienda o uno Stato non può, contemporaneamente, essere sommerso dai debiti e continuare a spendere più di quel che guadagna. Ci ricordano, cioè, che abbiamo due problemi: l’eccesso di debito e l’eccesso di spesa (non dico, per ovvie ragioni, deficit di entrate). I due problemi si intrecciano – lo sbilancio di un anno è l’aumento del debito dell’anno successivo – ma vanno tenuti separati. Anche le soluzioni si intrecciano – meno spesa oggi vuole dire meno debito domani, e meno debito oggi vuol dire meno spesa per interessi domani – e pure loro vanno tenute separate. Per risolvere il problema della spesa, c’è l’imbarazzo della scelta. Per risolvere il problema del debito, una persona, una famiglia, un’azienda o uno Stato deve anzitutto fare una cosa: vendere il suo attivo patrimoniale per estinguere il debito.

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Carlo Stagnaro privatizzazioni , , , ,

Bad company Italia

29 gennaio 2011

Intervengo ancora sul tema del debito pubblico, dopo l’ottimo post di Oscar, segnalando il mio stupore per le numerose personalità che hanno in maniera superficiale avvalorato l’idea che un’imposta patrimoniale consistente sia soluzione praticabile e consigliabile per aggredire il problema del debito. Ritengo infatti che non sia praticabile e che in ogni caso sia sconsigliabile per una molteplicità di motivi. Quello principale consiste nel fatto che il problema non è lo stock del debito, il cui ammontare leggiamo sul tassametro qui in alto a destra. Pur  consistente in valore assoluto (il terzo al mondo a pari merito con la Germania) e in percentuale del Pil, non è il debito il problema bensì il fatto che esso continui a crescere nel tempo. Prosegui la lettura…

Ugo Arrigo Senza categoria, debito pubblico, spesa pubblica , , ,

L’algebra di Maastricht e il Club Mediterranée

3 ottobre 2010

Al recente Ecofin è stata presentata una proposta molto semplice per garantire precisi percorsi di rientro dagli elevati rapporti debito pubblico/Pil che caratterizzano diversi paesi dell’Unione, tra i quali in primo luogo l’Italia: gli stati con un rapporto debito/Pil superiore al 60% dovranno ridurre l’eccedenza del proprio dato  rispetto al 60% di almeno un ventesimo all’anno. In caso di inadempimento scatterebbero sanzioni automatiche piuttosto drastiche. Per l’Italia, destinata a breve a raggiungere il 120% nel rapporto debito/Pil l’approvazione di questa regola comporterebbe tappe annuali di riduzione del 3% (le più elevate tra gli stati, assieme alla Grecia): nel primo anno di applicazione  dovrebbe quindi scendere al 117%, nel secondo al  114% e così via. Prosegui la lettura…

Ugo Arrigo Senza categoria , , , ,

REPLICA AI PROFESSORI STATALISTI

30 giugno 2010

Riceviamo da Sivano Fait  e volentieri pubblichiamo

Cari professori,

L’abbondante liquidità creata dal sistema bancario, sia sotto forma di progressiva espansione della base monetaria, sia sotto forma di credito amplificato da un sistema monetario a riserva frazionaria è andata a finanziare uno stile di vita al di sopra delle proprie capacità e progetti di investimento non sostenibili, leggasi mal investimenti (pubblici e privati). La localizzazione di questi è coerente con il fatto che l’area euro, per quanto capitale politico possa esserci stato speso sopra, non è un’area valutaria ottimale, né completamente omogenea. L’applicazione del medesimo tasso di interesse monetario, inferiore al tasso di interesse naturale, in aree dove gli attori scorgono differenti opportunità di rendimento e quindi differenti saggi di rendimento potenziali del capitale influisce sulla localizzazione delle bolle. E’ sufficiente l’inesorabilità delle leggi del libero mercato a spiegare ciò, non serve ricercare un particolare colpevole nel fatto che le bolle non si distribuiscano secondo una normale gaussiana o qualsiasi altra, tanto complessa quanto inutile, formula matematica. Prosegui la lettura…

Guest mercato, pensiero, spesa pubblica , , ,

Finanza pubblica. Come siamo, come eravamo

16 aprile 2010

Il bollettino economico n. 60 della Banca d’Italia, pubblicato l’altro ieri, riporta i dati dettagliati del conto consolidato 2009 delle Amministrazioni Pubbliche ed essi sono persino peggiori di quelli comunicati dall’Istat lo scorso 2 aprile (vi sono lievi differenze metodologiche). A complemento del mio precedente post in tema di finanza pubblica, è utile riportare i valori 2009 in rapporto al Pil delle principali grandezze e saldi individuando per ognuna il precedente periodo in cui furono altrettanto peggiori. 

Spesa pubblica/Pil= 52,5% (non era così elevata dal 1996; nel 2008 solo Francia e Svezia tra i paesi dell’U.E. hanno registrato un valore più elevato))

Spesa pubblica al netto degli interessi/Pil=47,8% (non è mai stata così elevata nella storia della repubblica)

Entrate pubbliche totali/Pil=47,2% (nella storia della repubblica sono state più elevate solo nel 1997 ma servivano a superare l’esame di ammissione all’euro)

Pressione fiscale=43,2% (nella storia della repubblica solo nell’anno 1997 è risultata più elevata di ora col 43,7%)

Disavanzo pubblico/Pil=5,3% (non era così elevato dal 1996, anno in cui si attestò al 7%)

Avanzo primario/Pil=-0,6% (è tornato su valori negativi per la prima volta dal lontano 1990)

Avanzo corrente/Pil=-2% (è tornato su valori negativi per la prima volta dal 1997 )

Debito pubblico/Pil= 115,8% (per trovare un dato simile con trend in crescita bisogna tornare al 1993, anno in cui si attestò al 115,7%; invece nel 1998 ha riattraversato la linea del 115% ma questa volta con trend discendente).

E’ anche vero che il 2009 è stato l’anno della peggiore recessione dal dopoguerra, tuttavia valori simili non ce li possiamo proprio permettere e dovremmo preoccuparcene molto di più di quanto stiamo facendo.

Ugo Arrigo Senza categoria , , , ,

L’illusione ottica

30 dicembre 2009

L’Italia paese sano? Non scherziamo: a volte, leggere male i dati può causare gravi fraintendimenti. Sul sito del Wall Street Journal è disponibile una bella e documentata mappa interattiva sui paesi dell’eurozona, nella quale il nostro paese è classificato come “a medio rischio”, mentre figurano “ad alto rischio” nazioni spesso indicate come modelli – quali la Spagna e l’Irlanda. Dove sta il trucco?

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Carlo Stagnaro liberismo, macroeconomia , , , , , , ,

Germania 2010: (meno) tasse e debito

26 dicembre 2009

Il 2009 se ne va e della politica tedesca dell’ultimo quarto di anno rimane ben poco. Del resto, tutto scorre come avevamo preannunciato tempo fa. L’unico progetto di legge approvato dal nuovo governo (la cosiddetta Wachstumsbeschleunigungsgesetz, parola orribile che altrettanto orribilmente significa “legge di accelerazione della crescitaâ€) è del tutto minimalista rispetto alle previsioni iniziali e di certo non costituisce uno strumento adatto a garantire una duratura ripresa economica. Prosegui la lettura…

Giovanni Boggero fisco , , , , ,

Meno tasse? C’è una Confindustria che non le vuole

2 novembre 2009

Poi ci s’interroga sul perché e sul per come le classi dirigenti nei diversi Paesi non siano affatto eguali. Senza addentrarsi nell’esegesi storico-sociale, ci sono degli esempi che parlano da soli. Mi riferisco al “no grazie” espresso dalla BDI, la Confindustria germanica, al confuso compromesso politico-programmatico alla base della nascita del neogoverno Merkel, qui già sconsolatamente commentato dopo le prime esultanze. E dire che il programma annunciato è di ben 24 miliardi di euro in meno tasse alle imprese. Eppure leggete qui, Hans-Peter Keitel, il presidente degli industriali tedeschi, al settimanale Focus ha detto che le aziende hanno un’altra priorità. Poiché il compromesso governativo indica che si aumenterà considerevolmente la spesa pubblica oltre a tagliare le imposte, per gli industriali la priorità è un bilancio pubblico con meno deficit a costo di sacrificare le meno tasse. Altrimenti sarebbe tutto inutile, visto che bisognerebbe pagare più oneri su un debito pubblico accresciuto. Ricordo che la Germania ha recentemente posto il pareggio di bilancio nel Grundgesetz, elevandolo a regola costituzionale. Non so se Tremonti userà questa presa di posizione per dire che non bisogna tagliare le tasse. Ma non è quello ciò che intendono gli imprenditori germanici. Bensì semplicemente che, quando e se la politica scassa il bilancio per far contenti tutti, allora le persone serie devono saper dire no grazie. Anche quando il governo con la Fdp appena formatosi è più amico dell’impresa di quello di prima, coi socialisti a bordo. Applausi ammirati.

Oscar Giannino fisco, mercato , , , , , ,

Oba-maniacs a iosa, ma i numeri dicono che…

1 novembre 2009

Stamane con Alberto Mingardi ci siamo scambiati messaggi di esultanza, per il fondo del Sole 24 ore in cui si esalta Ayn Rand. Non è esattamente l’inno alle forze più energiche del capitalismo basato sull’irriducibile determinazione degli individui, al di là di ogni logica collettiva e statalista, il mantra quotidiano dei giornali italiani. Detto questo fa anche un po’ ridere, che i neodirettori di grandi quotidiani come  Sole e Stampa preferiscano sistematicamente scrivere dell’America, invece che dedicare la loro penna all’Italia. Un bel modo per trarsi d’impaccio e volare alto, senza esprimere giudizi scomodi, su economia  e politica nostrane. Quanto all’America, se guardassero i numeri l’esaltazione mediatica obamiana andrebbe fortemente ridimensionata. Irwin Stelzer dell’Hudson Institute sul Times di oggi è molto meglio di tutto il piombo italiano filo obamiano. Per almeno tre ragioni. Prosegui la lettura…

Oscar Giannino informazione , , , , , ,

La paura tedesca e la retromarcia dell’FDP

28 ottobre 2009

Paura della libertà. Ludwig von Mises parlò addirittura di odio. Il capitalismo alle pendici del Reno è, da che mondo e mondo, la cartina di tornasole del modo di pensare tedesco. Il mercato non è cosa per ruvidi sassoni. Più sicurezza, meno libertà. Questo è il fil rouge che corre- pur con qualche lodevole eccezione- da Otto von Bismarck ad Angela Merkel. Prosegui la lettura…

Giovanni Boggero Senza categoria , , , , , ,