CHICAGO BLOG » debt clock http://www.chicago-blog.it diretto da Oscar Giannino Thu, 23 Dec 2010 22:50:27 +0000 it hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.1 Chi ha troppi soldi, noi o lo stato? – di Antonio Martino /2010/11/19/chi-ha-troppi-soldi-noi-o-lo-stato-%e2%80%93-di-antonio-martino/ /2010/11/19/chi-ha-troppi-soldi-noi-o-lo-stato-%e2%80%93-di-antonio-martino/#comments Fri, 19 Nov 2010 10:04:07 +0000 Guest /?p=7642 Quando, il 23 novembre 1986, mi rivolsi ai 35.000 partecipanti alla marcia dei contribuenti di Torino, debuttai dicendo pressappoco: “Siamo qui da neanche un’ora e lo Stato italiano ha speso (?) mila miliardi, ne ha incassati (?) mila e ha contratto nuovi debiti per (?) mila.” Le cifre esatte, ovviamente, a distanza di tanti anni non le ricordo più, ma ricordo l’obiettivo di questa mia premessa. Volevo illustrare la tesi che, come sostenuto da Oscar Wilde, “il tempo è spreco di denaro”.

L’iniziativa dell’IBL si muove nella stessa direzione e, anche se i problemi di misurazione dello stock di debito sono notevoli, merita il nostro plauso. La ragione è molto semplice: le persone normali vivono in una dimensione monetaria che non conosce i milioni o i miliardi di euro. Quando si parla, quindi, di quei numeri, la convinzione di chi ascolta è che la cosa non riguardi lui, che di quelle somme non sa alcunché, ma altri. Se ci si limita a indicare valori pro-capite il discorso, anche se indubbiamente più comprensibile, non è tanto efficace quanto vedere le lancette di un orologio che scandiscono la corsa verso la bancarotta.

Quel maledetto orologio non si guasta mai, neanche fosse di produzione elvetica! Continua a marciare imperterrito nonostante gli eroici sforzi dei nostri governanti che, sprezzanti del pericolo, continuano a tartassarci nell’implicita convinzione che noi abbiamo troppi soldi e lo Stato, invece, troppo pochi. Come una fanfaluca di tale fatta possa essere ancora propalata senza arrossire è un mistero che supera l’umana comprensione.

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Il sadismo del debito pubblico — di Ernesto Felli /2010/11/17/il-sadismo-del-debito-pubblico-%e2%80%94-di-ernesto-felli/ /2010/11/17/il-sadismo-del-debito-pubblico-%e2%80%94-di-ernesto-felli/#comments Wed, 17 Nov 2010 09:25:16 +0000 Guest /?p=7627 Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Ernesto Felli:

Ci mancava solo il conta-debito-pubblico di IBL e Chicagoboys. Quelli di IBL e Chicago-blog non solo sono mercatisti, antistatalisti e teapartisti. Sono pure sadici, perfidi e un pochettino diabolici. Spiattellarci in tempo reale le tredici cifre, in continua espansione, del debito pubblico italiano è appunto una manifestazione di cattiveria e mancanza di pietas.

Gli economisti di professione come me, e tutti gli addetti ai lavori, conoscono la dimensione del debito pubblico italiano, ma preferiscono esprimerla in percentuale del pil, o, se proprio sono costretti ai valori assoluti, si aiutano con le aggregazioni. In questo caso con i trilioni, che è un termine che esiste nella lingua italiana ma che nessuno è abituato ad usare. Il debito pubblico italiano è pari a (circa) 1,8 trilioni di euro. Detto così fa meno impressione, sono solo due cifre. E, senza il contatore di IBL, si fa persino fatica a concettualizzare un trilione – di certo appare meno minaccioso di mille miliardi. 1,8 trilioni.

Vuoi mettere con le tredici cifre spiattellate sul blog, che uno non riesce nemmeno a compitare. Ti metti paura, cominci a sudare freddo, ti prende il panico. Ce n’era proprio bisogno? Non viviamo già a sufficienza nell’incertezza? Però, ogni buona pedagogia è intrisa di un po’ di sadismo. E perciò, dopo la paura, il sudore e il panico, comincia inevitabilmente la riflessione. E riflettere su questo spaventoso fardello è necessario. Forse anche utile. A patto che non ci si faccia prendere dallo scoraggiamento. Perché una possibile risposta all’oppressione che si impadronisce di noi di fronte ad un fardello simile, è il rigetto. Nel caso specifico, il ripudio. Il ripudio del debito pubblico. Che, come si sa, è uno dei possibili modi per risolvere la faccenda.

Che c’entriamo noi con questo debito? Non potremmo semplicemente sbarazzarcene e ricominciare da capo, stando più attenti questa volta? Eh già, ma come la mettiamo con i creditori? Alcuni dei quali (molti) stanno tra di noi, sono i risparmiatori italiani. Né loro, né tutti gli altri stranieri che hanno sottoscritto fiduciosi i titoli del debito pubblico italiano, la prenderebbero bene, ovviamente. Non la prenderebbero bene nemmeno i famosi mercati. E l’Italia, che già non se la passa bene a causa di questo fardello, sarebbe duramente punita.

Dunque, ripudiare il debito non si può.

E allora? Cosa facciamo?

Tutte le possibili soluzioni hanno in comune un elemento. La riduzione della dimensione dello stato. Questa è la medicina. E non è indolore. Ma è l’unica, e si dà il caso che sia anche giusta. Perché è anche il modo attraverso il quale l’economia italiana potrebbe tornare a crescere.

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