CHICAGO BLOG » corporativismo http://www.chicago-blog.it diretto da Oscar Giannino Thu, 23 Dec 2010 22:50:27 +0000 it hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.1 Una corporazione assedia la Spagna /2010/12/05/una-corporazione-assedia-la-spagna/ /2010/12/05/una-corporazione-assedia-la-spagna/#comments Sun, 05 Dec 2010 11:12:13 +0000 Andrea Giuricin /?p=7777 La Spagna è sotto assedio da parte di una corporazione. Una corporazione molto forte, quella dei controllori di volo, che con uno sciopero selvaggio sono stati in grado di bloccare per oltre 24 ore completamente tutti gli aeroporti della Penisola Iberica. Un atto gravissimo, dopo mesi di scioperi bianchi che avevano provocato ritardi in tutto il trasporto aereo spagnolo. Questa crisi è scoppiata il 3 dicembre, il giorno in cui iniziava il Ponte della Costituzione (il 6 e l’8 dicembre sono giorni festivi in Spagna). Oltre 4000 voli sono stati cancellati e più di 600 mila persone sono rimaste a terra, creando una situazione di emergenza in tutti gli aeroporti. Quali sono le motivazioni che hanno portato a quest’azione? È stata proporzionata la risposta del Governo Zapatero? La risposta è sì. Ma sarebbe meglio privatizzare.

Lo scontro tra Governo e controllori di volo andava avanti ormai da mesi, perché l’Esecutivo Zapatero, con il Ministro dell’industria José Blanco, aveva deciso di tagliare gli stipendi ad una categoria che controlla il volo in tutta Spagna.

I controllori di volo sono una delle voci di spesa maggiore per AENA, la società che controlla tutti gli aeroporti pubblici e sono dei funzionari pubblici a tutti gli effetti. Il loro stipendio supera in molti casi i 300 mila euro annuali, con una produttività del 20-25 per cento inferiore rispetto a quella degli altri Paesi Europei.

A maggio, quando il Governo Zapatero aveva annunciato il taglio del 5 per cento degli stipendi statali aveva deciso anche di colpire duramente i lavoratori pubblici che avevano uno stipendio molto elevato e tra questi quello dei controllori. Una giusta misura di contenimento della spesa pubblica.

Era iniziata una trattativa tra le due parti in modo che si ridefinisse una griglia salariale meno onerosa per lo Stato spagnolo, che nel 2009 aveva visto un deficit dell’11,1 per cento.

Il taglio degli stipendi pubblici era inoltre una manovra necessaria per tranquillizzare i mercati dopo l’attacco speculativo sul debito sovrano delle Grecia.

Il Ministro Blanco voleva eliminare le ore di straordinari, che incidevano per circa il 50 per cento dello stipendio dei controllori di volo, tramite una migliore organizzazione del lavoro e una maggiore produttività.

L’accordo non è mai arrivato e venerdì 3 dicembre, all’inizio del turno delle 17, i controllori iniziavano ad avere un’ondata di malori.

Uno sciopero selvaggio vero e proprio dove la malattia diventava una scusa per non andare al lavoro. Il traffico aereo si collassava immediatamente in tutta Spagna e tutti gli aeroporti chiudevano senza preavviso.

Nella serata di venerdì la polizia entrava per prendere i nominativi nell’hotel dove i controllori “ammalati” erano riuniti.

La notte più lunga per l’esecutivo Zapatero cominciava, con l’idea di porre lo stato di emergenza, in modo da sostituire i controllori di volo civili con quelli militari. Un atto molto forte, che non avveniva dai tempi della dittatura di Franco.

Nella tarda mattinata di ieri, Alfredo Pérez Rubalcaba, vicepremier del Governo, annunciava che lo stato di emergenza era stato approvato. Sicuramente anche i vertici del Partito Popolare hanno avallato la decisione, perché difficilmente sarebbe passata una tale misura così forte.

Il Governo Zapatero si è rivelato molto deciso di fronte ad uno sciopero di una corporazione molto forte.

Il passo successivo dovrebbe essere quello di una completa liberalizzazione del settore, che farebbe venire meno il potere di questa categoria. In Gran Bretagna, il settore è stato privatizzato e risulta molto più efficiente di quello spagnolo.

La situazione tornerá molto lentamente alla normalitá, ma al termine dei 15 giorni di stato di emergenza, che coincide con l’inizio delle festivitá natalizie, senza un’apertura del settore, il problema potrebbe ripresentarsi.

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La controriforma forense è una riforma contro i giovani – di Gaetano Romano /2010/11/16/la-controriforma-forense-e-una-riforma-contro-i-giovani-%e2%80%93-di-gaetano-romano/ /2010/11/16/la-controriforma-forense-e-una-riforma-contro-i-giovani-%e2%80%93-di-gaetano-romano/#comments Tue, 16 Nov 2010 09:10:58 +0000 Guest /?p=7598 Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gaetano Romano, Segretario dell’Unione Giovani Avvocati Italiani.

È in via di approvazione al Senato la controriforma forense, in ordine alla quale, i più si chiedono come una riforma settoriale possa avere avuto un iter parlamentare così rapido in un Paese con ben altri problemi. La si chiami corporativa, certo, ma si noti che non è una riforma favorevole alla base degli avvocati, ma solo ai componenti degli ordini professionali, di cui si aumentano le prerogative ed i controlli dirigisti sugli iscritti.

La base della classe forense subirà solo nuove incombenze di ogni tipo (spese e corsi per pseudospecializzazioni, formazione coattiva, corsi ed esami obbligatori per diventare cassazionisti, cancellazione dall’albo per non continuità professionale, vecchi e nuovi controlli reddituali etc etc). e tutto ciò andrà a ricadere, forzatamente e per effetto dominio, sulle parcelle presentate ai cittadini ed alle imprese. Concordiamo pienamente con la valutazione espressa dal Presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà secondo cui siamo di fronte ad una riforma degli avvocati “che fa rimpiangere quella fascista degli anni 30”.

Questo provvedimento così impopolare ha avuto infatti l’indubitabile capacità di “collezionare” la bocciatura, non solo da parte di Catricalà e del Governatore della Banca d’Italia Draghi nelle ultime loro relazioni annuali, ma anche di tutte le associazioni imprenditoriali, di associazioni dei consumatori, dei sindacati.
Com’è allora possibile che questa controriforma vedrà la luce? Ciò forse è dovuto alla leggenda metropolitana per cui ci sarebbe una correlazione tra il numero di avvocati e l’aumento del contenzioso processuale.

Dai dati verificati dall’UGAI riguardo il Barreau de Paris (Ordine di Parigi) si scopre che solo nella capitale francese già l’anno scorso c’erano già più di 18 mila avvocati – ovvero quasi lo stesso numero di Roma (circa 20 mila) nello stesso anno. Anche Monaco di Baviera vantava circa 18.000 avvocati. Se cause aumentassero in modo direttamente proporzionale al numero di avvocati, il numero delle cause pendenti sarebbe (ma non è) lo stesso sia a Parigi sia a Roma sia a Monaco. La controriforma forense non farà altro che accrescere la ben nota acredine dei cittadini verso la classe forense che sarà obbligata – per sostenere le spese ed i balzelli previsti – a scaricare tutto sul consumatore.

Da parte nostra, mentre le liberalizzazioni del 2006 sono destinate a finire nel nulla, abbiamo sempre tentato di dare un nuovo volto più “umano” alla classe forense anche ideando poco più di due anni fa un forum giuridico www.unionegiovaniavvocati.it, senza pubblicità e gratuito, frequentato da più di ventiduemila iscritti, in cui diamo i primi consigli giuridici generali al consumatore, prima che questo si trovi a dover andare presso lo studio di un proprio avvocato.

Ci chiediamo invece in quale modo Berlusconi e company spiegheranno, non solo ai cittadini, ma anche alla base della classe forense, come e perché un governo di centrodestra abbia deciso di partorire una riforma così contraria agli interessi del sistema Paese. D’altro canto anche il PD ha sin dall’inizio condiviso la controriforma forense presentando progetti di legge fotocopia rispetto a quello attualmente in discussione al Senato della Repubblica italiana, e poi, sia in sede di commissione, sia in aula, vi ha fatto una falsa opposizione su questioni di estremo dettaglio lasciando inalterata l’impalcatura autoritaria della controriforma. La Lega Nord fino ad ora ha incredibilmente cercato di spingere al Senato per la controriforma forense che , per assurdo, centralizzerà ancora di più la gestione della professione forense nelle mani “romane” del Consiglio Nazionale Forense. L’Udc, in modo “democristianamente” cerchiobottista” , ha ondeggiato tra lusinghe alle richieste degli ordini professionali e ascolto alle legittime proteste della base della classe forense. Rimane l’Italia dei Valori che ,sul tema in Senato, sembra essersi trasformata ,non di rado, nel più importante alleato parlamentare del PDL-Lega.

Quest’abominio normativo è davvero bipartisan.

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