Qual è il punto vero, al centro della sempre più ricorrente polemica lanciata da Fiat contro Confidustria? E’ vero oppure no quel che ha detto Sergio Marchionne, e cioè che continuando a stare in Confindustria Fiat si indebolisce, rispetto alla strategia “fare in Italia come in America con Chryslerâ€? Cerchiamo prima di capire, poi darò la mia risposta. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Mercato del lavoro, auto, sindacato Confindustria, Fiat, Marchionne
Eh no, cari lettori, a mio giudizio è assolutamente sbagliato mistificare gli applausi di Confindustria all’assise Nazionale di Bergamo riservati ad Harald Espenhahn, l’amministratore delegato di Thyssen Krupp Italia. Tutti i sindacati sono immediatamente insorti, per una volta in assoluta unità , rilanciando il dolore dei familiari delle sette vittime come se quell’applauso fosse in insulto indecoroso a chi ha perso la vita e alla scia di dolore irrimediabile che ciò ha prodotto. E’ una mistificazione prodotta dal fatto che l’assise si è svolta a porte chiuse, senza politici né sindacalisti né economisti ospiti esterni, e per una volta anche senza giornalisti. Di conseguenza, ha titolo per parlare e spiegare più di tutti chi all’Assise c’era. In piccolo, io non solo c’ero, ma mi è stato chiesto di gestire dal palco l’evento. E dunque, nella lunga sessione plenaria del pomeriggio in cui seimila imprenditori si sonno riuniti dopo aver passato la mattina divisi in otto gruppi tematici, ciascuno grandi come piccoli parlando solo tre minuti a testa, sono stato proprio io a chiamare a un certo punto su uno dei due podi Espenhahn. Sono stato io a pronunciare alcune parole introduttive, deliberatamente scelte da chi qui scrive al fine di evitare ogni fraintendimento. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Mercato del lavoro, Thyssen Confindustria
Il successo del sì a Mirafiori è stato testa a testa, e per chi qui scrive ed è cresciuto a Mirafiori non è stata affatto una sopresa. L’ho detto anche in diretta ieri sera su Rai2 a seggi appena aperti, e ho continuato comunque a battermi per il sì con tanto di cori finali di “buffone buffone” che non credevo di meritare.Non mi ha molto incoraggiato, constatare che mentre in quelle ore il no era in vantaggio, nelle reti tv che seguivano il voto, di giornalisti e intellettuali convinti di dover pacatamente ragionare per il sì sembrava non ce ne fosse più neanche uno. Ma prima che per questo, il voto è molto importante per tre ragioni. Per il futuro da difendere e confermare in Italia della nuova Fiat di Jaki Elkann e Sergio Marchionne. Per l’innovazione delle relazioni industriali nel nostro Paese. Per la crescita generale che potrà venirne, se si metterà a frutto l’esperienza maturata e non prevarrà un’ondata ancor più forte di demagogia e radicalizzazione, il cui solo effetto è di portarci fuori dal mondo e a vele spiegate nell’utopia della felice deindustrializzazione. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Mercato del lavoro, auto auto, Confindustria, Fiat
Evviva, la pubblica amministrazione è finalmente obbligata a saldare i suoi debiti in 30 giorni come termine ordinatorio, ed entro 60 al massimo perentoriamente. Dopodiché scattano interessi dell’8%. E’ la direttiva approvata tre giorni fa dal Parlamento Europeo, e subito si è stappato champagne. Nell’Italia odierna la media dei pagamenti della PA è salita dai 128 giorni del 2009 ai 140 quest’anno, attestano Confindustria e Rete Italia. Con settori in cui si superano i 180, afferma l’Associazione Nazionale dei Costruttori. E sacche di debito insoluto – per esempio nel settore sanitario, in alcune Regioni del Centrosud – in cui il ritardo arriva a 800, 900 e anche più di 1000 giorni. E’ uno scandalo italiano che si misura in anni, non in settimane. La classica misura dell’inefficienza, approssimazione e illegalità corruttrice dello Stato italiano. Ho un’ideuzza a sorpresa, per attuare la norma… Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Diritti individuali, debito pubblico, spesa pubblica Confindustria, Italia, spesa pubblica, statalismo, Tremonti, unione europea
Molti mi chiedono un’opinione sulla vicenda Giornale-Marcegaglia, e io obbedisco. Devo obbligatoriamente premettere un’osservazione, che in latino si definisce caveat e in inglese disclaimer, in italiano chiamiamola pure â€istruzione per l’usoâ€. Questa: conosco personalmente molto bene tutti i protagonisti della vicenda. Conosco e stimo Nicola Porro, il vicedirettore del Giornale dal cui sms e colloquio iniziale col portavoce del presidente di Confindustria la vicenda ha origine. Ho lavorato e condiviso opinioni e posizioni con Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti, a Libero quando dirigevo Liberomercato. Collaboro con Emma Marcegaglia, e le sono legato da un affetto profondo. Conosco e scherzo anche regolarmente con Rinaldo Arpisella, che per la Marcegaglia tiene i rapporti con la stampa mentre Roberto Iotti è il capoufficio stampa di Confindustria. Inevitabilmente, quando si hanno rapporti stretti con tutti, dovrebbe risultare più difficile avere opinioni precise. Non è questo il caso. Quindi, vi darò le mie. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino libertà di stampa Confindustria, Giornale, libertà di stampa
Dieci, cento, mille Pomigliano. Le nuove regole contrattuali sottoscritte da Confindustria nel 2009 con tutti i sindacati meno la Cgil, l’accordo applicativo delle nuove regole per più produttività in cambio di più salario detassato proposto da Fiat a Pomigliano e approvato alle urne da due terzi dei dipendenti, hanno compiuto ieri un altro passo verso la rivoluzione delle relazioni industriali italiane. All’unanimità , il consiglio direttivo delle imprese meccaniche di Confindustria ha infattin ieri affidato al presidente, Pierluigi Ceccardi, il mandato di procedere alla disdetta del contratto dei metalmeccanici siglato il 20 gennaio del 2008. La Fiom è insorta, il suo segretario Maurizio Landini ha giudicato la scelta come una vera e propria lesione alle regole democratiche del Paese. Prima dell’analisi della nuova fase che si apre, è il caso di spiegare ai non addetti ai lavori in che cosa davvero consiste, la scelta confindustriale adottata tra le reazioni positive di tutte le altre sigle sindacali. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Mercato del lavoro, auto auto, Cgil, Confindustria, Fiat, Mercato del lavoro, sindacato
Maurizio Landini è il capo della Fiom Cgil, e ha un problema. Non è quello dei tre licenziati alla Fiat di Melfi e reintegrati dal giudice. Quell’operazione che alla Fiom è riuscita benissimo. Lo dico con il massimo rispetto per i tre lavoratori e le loro famiglie. A essere riuscita – grazie a un’informazione un po’ troppo sprovvista delle fondamentali nozioni tecniche in materia di reintegri disposti dal giudice – è la manovra per la quale si è deliberatamente confusa un’ordinanza emessa ex articolo 28 dello Statuto dei lavoratori con una ex articolo 18. Decenni di giurisprudenza abbastanza consolidata comprovano che quando il giudice non ravvisa la giusta causa per un licenziamento, il reintegro è non solo retributivo e contributivo ma anche sul posto di lavoro. Quando invece – come a Melfi – l’ordinanza d’urgenza avviene ex articolo 28, cioè contro un provvedimento disciplinare verso il quale può sussistere il fumus persecutionis antisindacale, in realtà un precedente in giurisprudenza non c’è. Per questo, la stampa nazionale avrebbe dovuto bocciare l’atteggiamento Fiom, e spiegare che – a impugnative simmetricamente pendenti tanto dell’azienda quanto dei lavoratori – era inoltre del tutto singolare un intervento come quello del Quirinale, e di esponenti della gerarchia ecclesiastica italiana. Quindi è vero: nella battaglia mediatica, la Fiom se l’è cavata bene. E’ in concreto, che ora Landini ha un problema serio. Ce l’ha con tutti gli altri sindacati. Ce l’ha, ovviamente, con la Fiat. E con l’intera Federmeccanica. Se capisco quel che sta avvenendo, il problema è serio davvero. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Mercato del lavoro, auto, sindacato auto, Confindustria, Federmeccanica, Fiat, Fiom
C’era da scommetterci. Il giudice del lavoro ham ordinato alla Fiat il reintegro dei tre lavoratori licenziati a Melfi, Antonio Lamorte, Giovanni Barozzino (entrambi delegati della Fiom) e Marco Pignatelli. Durante unop sciopero, avevano blooccato un carrello robotizzato che portava in linea pezzi necessari al lavoro di altri lavoratori che non scioperavano. Per il giudice, il licenziamento configura elementi ritorsivi dell’azienda cotnro l’attività sindacale e il diritto di sciopero. Per quanto mi riguarda, è un pessimo segnale, per tre ordini di ragioni: nel merito, nel rapporto Fiat-Fiom, nell’intera vicenda Fiat-Italia. Prosegui la lettura…
Oscar Giannino Diritti individuali, Mercato del lavoro, auto auto, Confindustria, Fiat, sciopero, sindacato
Ieri, all’Assemblea di Civita, il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha lanciato quattro proposte in materia di tutela, valorizzazione e messa a reddito del patrimonio culturale, artistico e museale del nostro Paese. Poiché ho collaborato alla loro individuazione le rilancio qui, per consentire a tutti di riflettere su come debba prender forza una linea alternativa, rispetto alle giaculatorie degli statalisti-conservatori che, ogni volta si tenti di aprire al privato, invocano il classico argomento alla Stefano Settis “giù le mani dei profittatori dal Colosseo”. Prosegui la lettura…
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Corrado Passera ha ragione nella sua intervista odierna al Wall Street Journal, indicando in 250 miliardi di euro il fabbisogno finanziario necessario in cinque anni alle infrastrutture italiane, per sanare il gap che strozza l’economia italiana. Non dovrebbero essere né tutti né per lo più denari pubblici, naturalmente: ché gli abbondanti capitali privati alla ricerca di buoni rendimenti accorrerebbero, qualora vi fosse una certa e credibile regolazione di settore , e procedure rapide ed efficienti di realizzazione delle opere. Cioè esattamente le due condizioni che mancano all’Italia, e che hanno determinato il gap infrastrutturale. Alla luce di questo vale la pena dunque di chiedersi: – e di qui riprende la domanda iniziale – che effetto determina la manovra. Prosegui la lettura…
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