CHICAGO BLOG » chicco testa http://www.chicago-blog.it diretto da Oscar Giannino Thu, 23 Dec 2010 22:50:27 +0000 it hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.0.1 Pd e nucleare. Qualcuno batte un colpo /2010/05/11/pd-e-nucleare-qualcuno-batte-un-colpo/ /2010/05/11/pd-e-nucleare-qualcuno-batte-un-colpo/#comments Tue, 11 May 2010 08:15:28 +0000 Carlo Stagnaro /?p=5972 UPDATE: Il dibattito si allarga dentro il Pd. Il sito del Sole 24 Ore sente, su posizioni diverse, il responsabile energia del Pd, Federico Testa, e gli “ecodem”, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

UPDATE 2: Qui la risposta evasiva di Bersani. Il segretario dice cose in parte condivisibili, nel criticare il piano del governo. Ma la lettera dei 73 non era a proposito di questo: riguardava l’opposizione preconcetta al nucleare. Con la sua replica, Bersani non fa altro che alimentare che l’opposizione del Pd non riguardi il progetto dell’esecutivo, le sue specificità, ma, appunto, il nucleare di per sé. Almeno gli “ecodem” hanno le palle di dirlo chiaro e tondo.

Il Riformista di oggi apre con la notizia di una lettera inviata da una settantina di intellettuali e politici, più o meno di sinistra, che scrivono al segretario del Pd, Pierluigi Bersani, una lettera dai contenuti molto chiari e molto condivisibili: il no al nucleare, senza se e senza ma, non trova riscontro nella storia della sinistra in questo paese, nella logica, nell’ambiente. Tra i firmatari, Umberto Veronesi, Margherita Hack, Enrico Morando, Gilberto Corbellini, Chicco Testa, Umberto Minopoli, e molti altri.

Il senso della lettera si riassume nella conclusione:

Riterremmo innaturale e incomprensibile ogni chiusura preventiva su un tema che riguarda scelte strategiche di politica energetica, innovazione tecnologica e sviluppo industriale così critiche e con impatto di così lungo termine per il nostro paese.

La maggior parte dei firmatari non sostiene queste tesi per la prima volta. Anzi, le ha affermate con forza in vari momenti e in diverse sedi. Per la prima volta, però, vediamo emergere lo scontento e il disappunto di una fetta importante del mondo che guarda al Pd, e che chiede al partito di smetterla con posizioni approssimative e populiste. In qualche modo, l’elezione di Bersani rispondeva anche a questa esigenza: consentire al Pd di darsi una struttura e un programma più solidi, in modo da esprimere posizioni che non siano, semplicemente, il percolato di quello che i sondaggi dicono essere l’opinione pubblica. Il nucleare è una questione troppo importante e troppo complessa per liquidarla in uno slogan. Condannarsi a un “no” pregiudiziale, per il principale partito dell’opposizione che aspira a essere principale partito di governo, significa marginalizzarsi, rinunciare alla possibilità di influire sui modi e i tempi (e Dio solo sa quanto avremmo bisogno di un confronto di merito tra centrodestra e centrosinistra).

Di fronte a una domanda tanto pressante, con firme tanto numerose e tanto autorevoli, Bersani non può sottrarsi. Aspettiamo, tutti, una risposta.

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Interviste paranormali del terzo tipo /2009/10/07/interviste-paranormali-del-terzo-tipo/ /2009/10/07/interviste-paranormali-del-terzo-tipo/#comments Wed, 07 Oct 2009 09:00:39 +0000 Carlo Stagnaro /?p=3151 Divertente chiosa di Chicco Testa a Piero Pelù, intervistato dall’Espresso.

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Chernobyl /2009/05/19/chernobyl/ /2009/05/19/chernobyl/#comments Tue, 19 May 2009 09:26:31 +0000 Carlo Stagnaro /?p=646 Aprendo il Festival dell’Energia di Lecce, il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, ha ricordato di un suo viaggio a Mosca, negli anni Ottanta. In quell’occasione, i dirigenti sovietici gli mostrarono un documentario sul gioiello tecnologico del momento: l’energia nucleare. Il fronte più avanzato di quella tecnologia era la centrale di Chernobyl. Il senso del racconto era che non importa quante precauzioni si prendono e quanto avanzata è la tecnologia: l’atomo è sempre e comunque troppo pericoloso. Quello che Vendola non ha ricostruito è la dinamica dell’incidente, che invece è ben spiegata in due bei libri da Ugo Spezia e da Francesco Corbellini e Franco Velonà. Emerge chiaramente da queste letture che quello di Chernobyl non fu, in senso stretto, un incidente nucleare, quanto piuttosto un incidente del nucleare sovietico. Nel senso che una serie di errori umani e inaccuratezze tecniche portarono al disastro, ma gli uni e le altre non avrebbero potuto presentarsi in alcuna centrale atomica allora in funzione nel resto del mondo, e tanto meno in alcun impianto oggi in esercizio o in progetto. Non solo le misure difensive sono state molto rafforzate, ma anche le modalità di gestione sono assai diverse e orientate a una maggiore sicurezza. Non è un caso, infatti, che Chernobyl rappresenti in assoluto un unicum nel panorama del nucleare mondiale, come ho scritto tempo fa sul Foglio basandomi su un rapporto di Legambiente. Sul nucleare si possono avere idee diverse, e ci sono buone ragioni per essere favorevoli (come gli Amici della Terra e Chicco Testa) oppure contrari (sempre Legambiente e poi Greenpeace hanno due studi interessanti). La questione è ultra-complessa e resto convinto che non la si possa risolvere semplicisticamente con un sì o con un no, perché ogni risposta va qualificata con delle informazioni e scelte relative al contesto in cui si inserisce l’atomo (per esempio: considerando oppure no le politiche di contenimento della CO2? In un mercato più o meno liberalizzato, e come?). Il punto è però che chi chiama in causa Chernobyl, non accusa l’atomo ma il comunismo. E che il comunismo non funzionasse, lo sapevamo anche senza bisogno di una tragedia nucleare.

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