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Posts Tagged ‘Bruxelles’

Clima, a Copenaghen si discute, a Bruxelles si fanno passi concreti

9 dicembre 2009

Mentre a Copenaghen si discute di come salvare il pianeta dall’estinzione, tra scenari catastrofici e bozze (piĂą o meno ufficiali) dei paesi ricchi bocciate da quelli poveri, la Commissione Europea, a non molti chilometri di distanza, ha messo a punto una serie di iniziative che, queste sì, aiuteranno il mondo nella lotta contro i gas serra. Prosegui la lettura…

Piergiorgio Liberati Senza categoria , , ,

Cha fare dell’ “Imposta RAPina”?

16 ottobre 2009

L’intervista di Innocenzo Cipolletta al Corriere, pubblicata giovedì, spiega meglio di tante denunce urlate le ragioni per le quali l’Irap va superata. E lo fa inquadrando il problema da un punto di vista “storico” ed ideologico: a metĂ  degli anni Novanta i sindacati lamentavano il progressivo spostamento delle risorse delle imprese dal lavoro al capitale (che era in realtĂ  un necessario ammodernamento della struttura produttiva italiana) e, con esso, il rischio che i contributi sanitari a carico dei dipendenti non fossero piĂą sufficienti a finanziare il sistema sanitario universale. Visco tirò allora fuori dal cilindro questo ircocervo tributario, mezzo IVA e mezzo Ires (e da qui i continui borbottii di Bruxelles, della Corte di Giustizia Europea e di questa o quella sezione della Cassazione), che includeva nella base imponibile il costo del lavoro e gli interessi passivi a carico delle imprese. Costo della manodopera e costo del capitale, insomma. Prosegui la lettura…

Piercamillo Falasca fisco , , , , , , ,

La Commissione Ue si riforma e perde l’energia

6 maggio 2009

Di scorporare la direzione generale monstre che unisce Energia e Trasporti, a Bruxelles si parla da tempo e con ragione. Sembra però che si stia affermando – lo conferma tra l’altro una lettera del sindacato Tao-Afi – l’ipotesi da tempo accarezzata, tra gli altri, dal presidente dell’esecutivo Ue, JosĂ© Manuel Barroso, di costituire una Direzione generale Energia e clima, anzichĂ© seguire la logica che vorrebbe una DG Energia. Al di lĂ  della riorganizzazione interna che questo imporrebbe - in quanto la competenza sulle questioni climatiche sarebbe sottratta alla DG Ambiente - se davvero si andrĂ  in questa direzione, l’Europa di fatto compierĂ  una scelta al ribasso, che del resto appare coerente con l’indebolimento della Commissione e la sua irrilevanza sempre piĂą evidente in questa fase di crisi. Che sia in atto un processo di castrazione di Bruxelles lo dimostra anche, indirettamente, l’alta probabilitĂ  della riconferma di Barroso, presidente evanescente per antonomasia (ridateci Prodi!).

L’ereditĂ  di Barroso, quando qualcuno si prenderĂ  la briga di tirarne le somme, non sarĂ  soltanto quella di aver lasciato sostanzialmente scaricare quasi tutte le spinte propulsive con cui la Commissione aveva, nel passato, incoraggiato i processi di riforma e di integrazione dei mercati europei. Se davvero egli imporrĂ  la DG Energia e clima, avrĂ  svolto – consapevolmente oppure no – il ruolo di sicario franco-tedesco, nella pratica riconducendo interamente nell’orbita nazionale la politica energetica. E’ infatti chiaro che “Energia e clima” è un eufemismo per “Clima”, tema che giĂ  oggi focalizza l’attenzione della Commissione su questi temi.

Il senso della separazione dell’Energia dai Trasporti, del resto, non sta solo nell’esigenza di ricostruire una DG di dimensioni gestibili, ma anche e soprattutto nell’urgenza di riportare la voce dell’Ue nelle grandi scelte e nelle grandi strategie da cui, negli ultimi anni, è stata assente, dalla sicurezza energetica agli aspetti politici della realizzazione di nuovi gasdotti. Se, al contrario, il clima si mangerĂ  l’energia, tutto questo resterĂ  ai governi nazionali, cioè ai monopolisti pubblici, con buona pace della concorrenza e delle sue prospettive. E ciò finirĂ  per danneggiare soprattutto quelle imprese che sullo spazio europeo hanno scomesso, perseguendo un disegno di espansione comunitaria anzichĂ© di rafforzamento domestico.

La transizione dalla DG Energia e trasporti alla DG Energia e clima può apparire, ed è, una questione burocratica, ma dietro di essa si legge un disegno politico che può piacere solo ai nemici dell’integrazione europea e ai credenti nella religione ecologista senza se e senza ma. Tutti gli altri, farebbero bene a preoccuparsi.

Carlo Stagnaro energia , , , , ,

Bundesbank-Bruxelles 1-0

22 aprile 2009

Axel Weber mette in riga Neelie Kroes, la Commissione faccia il favore di non mettere il naso negli aiuti alle banche. E’ questo il bilancio del durissimo attacco lanciato dal presidente della Bundesbank con l’apertura del FT di oggi, al quale la Commissaria europea alla concorrenza ha reagito con dichiarazioni che apparentemente contengono una duplice ed energica strigliata di orecchi alla banca centrale germanica, accusata di non aver capito che cosa Bruxelles stia chiedendo alle banche cross border che hanno ricevuto aiuti di Stato, e in ogni caso invitata a tacere prima di aver riservatamente interloquito con la Commissione stessa (cosa veramente senza precedenti, negli annali dei rapporti tra Bruxelles e il SEBC). Ma, in sostanza, le parole della commissaria hanno totalmente accolto il merito del duro intervento a gamba tesa del banchiere centrale tedesco: politica e regolatori di Berlino possono stare tranquilli, la Commissione si guarderà bene dal richiedere impegni vincolanti a quegli istituti che, come Commerzbank, col suo 25% di quota pubblica e iniezioni di patrimonio per miliardi, si trovano in realtà ad esercitare unfair competition nei confronti di altri grandi istituti europei che, a seguito di una gestione più oculata, non hanno né quota pubblica né attinto a strumenti ibridi di capitale…
L’inusitato scambio di colpi sul ring testimonia almeno tre punti degni di riflessione. Il primo è che le “sospensioni da crisi” – chiamiamole così, in un accesso di generositĂ  – al regime ordinario di concorrenza vengono rivendicate in maniera per la prima volta tanto impegnativo e ufficiale per il credito, dal Paese maggiore dell’euroarea, e non attraverso l’ingombrante voce della politica ma direttamente dal componente nazionale del Consiglio Bce. Una bella botta, a tutte le ortodossie in materia di vigilanza piĂą stretta attribuite alla Bce.
Il secondo è che una uscita tanto eclatante del banchiere centrale tedesco, a ben vedere, dovrebbe rappresentare una sfida non solo alla Commissione europea ormai uscente e dagli artigli spuntati, bensì a quegli altri Paesi dell’euroarea nei quali il sistema del credito non si è dovuto avvalere di interventi pubblici così invasivi come nel caso tedesco. In altre parole: Italia, si parla di te.
Terza considerazione: l’attacco tedesco è tanto più serio, nel caso di istituti europei che operino sullo stesso mercato domestico del credito tedesco. Alias: Italia sei proprio in prima fila, a beccarti lo schiaffo.
Vedremo se qualche grande banchiere come Profumo ci farà sapere che cosa pensa, in proposito, o se la stampa italina domattina coglierà la vera importanza del match vinto ieri da Berlino per ko alla prima ripresa…

Oscar Giannino mercato , , , , ,