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Posts Tagged ‘barroso’

Il cul de sac: Chicago-blog anticipa l’accordo di Copenhagen

10 dicembre 2009

Parlare tra sordi è uno sport poco esaltante, ma ciascuno è libero di farlo, se crede. A spese sue. A Copenhagen, invece, i sordi stanno discutendo animosamente, tra una portata e l’altra, al ritmo di un tassametro che, dopo 11 giorni di battibecchi, segnerà 143 milioni di euro. Per decidere cosa? Chicago-blog è in grado di anticipare i contenuti dell’accordo politicamente vincolante che uscirà dal vertice.

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Carlo Stagnaro energia , , , , , , ,

Heroes and Villains

7 settembre 2009

Oggi il mio eroe è Sizwe Nxasana, capo della banca sudafricana FirstRand, il primo uomo di colore a raggiungere la poltrona più alta di una delle quattro grandi istituzioni finanziarie del paese. In questa intervista con Richard Lapper del Financial Times, spiega che i neri non potranno essere veramente liberi finché non sapranno “farsi strada da sé”, senza dover, e voler, ricorrere all’aiuto delle leggi: “L’obiettivo della trasformazione è complementare all’obiettivo di far crescere gli affari”.

Il cattivo della giornata, e non solo di oggi, è invece José Manuel Barroso, presidente uscente e (probabilmente) rientrante della Commissione europea. A Euractiv, dice le solite cazzabubbole.

Carlo Stagnaro liberismo , ,

7 luglio 2009. Crisi del gas?

2 luglio 2009

Ancora una volta, allarme rosso sulle forniture di gas dalla Russia via Ucraina. In conclusione della riunione del Gruppo coordinamento gas, la Commissione europea ha invitato gli Stati membri a “riempire gli stoccaggi” e prepararsi a eventuali interruzioni “nelle settimane o mesi a venire”. A monte di tutto, la consueta querelle tra Mosca e Kiev sul pagamento degli arretrati. Sul tappeto c’è il prestito da 4 miliardi di dollari che l’Ucraina ha chiesto all’Occidente, per far fronte ai suoi obblighi (anche se, come anticipato qualche giorno fa da Quotidiano Energia, probabilmente un paio di miliardi basterebbero a tranquillizzare i russi).

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“Un uomo vuoto senza coraggio politico”

13 maggio 2009

Wolfgang Munchau non usa mezzi termini, sul Financial Times, per definire il presidente uscente della Commissione europea, José Manuel Barroso. E ha ragione da vendere. In questi cinque anni, Barroso è riuscito a distruggere il prestigio della Commissione come istituzione che promuove l’integrazione europea, agganciandosi allo spettro evanescente di Lisbona (la strategia), incassando un fallimento via l’altro su Lisbona (il trattato), assegnando alla competition policy e alle politiche ambientali il compito di definire l’Europa ex negativo rispetto agli Stati Uniti. Per il resto, nulla di nulla. La spinta per l’apertura dei mercati si è rapidamente esaurita, durante la crisi la Commissione non si è vista (e forse è meglio così), e l’unica ragione per cui Barroso rischia la rielezione è che rappresenta esattamente quello che i capi degli Stati membri più forti vogliono a Bruxelles: l’insostenibile ininfluenza dell’esserci.

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La Commissione Ue si riforma e perde l’energia

6 maggio 2009

Di scorporare la direzione generale monstre che unisce Energia e Trasporti, a Bruxelles si parla da tempo e con ragione. Sembra però che si stia affermando – lo conferma tra l’altro una lettera del sindacato Tao-Afi – l’ipotesi da tempo accarezzata, tra gli altri, dal presidente dell’esecutivo Ue, José Manuel Barroso, di costituire una Direzione generale Energia e clima, anziché seguire la logica che vorrebbe una DG Energia. Al di là della riorganizzazione interna che questo imporrebbe - in quanto la competenza sulle questioni climatiche sarebbe sottratta alla DG Ambiente - se davvero si andrà in questa direzione, l’Europa di fatto compierà una scelta al ribasso, che del resto appare coerente con l’indebolimento della Commissione e la sua irrilevanza sempre più evidente in questa fase di crisi. Che sia in atto un processo di castrazione di Bruxelles lo dimostra anche, indirettamente, l’alta probabilità della riconferma di Barroso, presidente evanescente per antonomasia (ridateci Prodi!).

L’eredità di Barroso, quando qualcuno si prenderà la briga di tirarne le somme, non sarà soltanto quella di aver lasciato sostanzialmente scaricare quasi tutte le spinte propulsive con cui la Commissione aveva, nel passato, incoraggiato i processi di riforma e di integrazione dei mercati europei. Se davvero egli imporrà la DG Energia e clima, avrà svolto – consapevolmente oppure no – il ruolo di sicario franco-tedesco, nella pratica riconducendo interamente nell’orbita nazionale la politica energetica. E’ infatti chiaro che “Energia e clima” è un eufemismo per “Clima”, tema che già oggi focalizza l’attenzione della Commissione su questi temi.

Il senso della separazione dell’Energia dai Trasporti, del resto, non sta solo nell’esigenza di ricostruire una DG di dimensioni gestibili, ma anche e soprattutto nell’urgenza di riportare la voce dell’Ue nelle grandi scelte e nelle grandi strategie da cui, negli ultimi anni, è stata assente, dalla sicurezza energetica agli aspetti politici della realizzazione di nuovi gasdotti. Se, al contrario, il clima si mangerà l’energia, tutto questo resterà ai governi nazionali, cioè ai monopolisti pubblici, con buona pace della concorrenza e delle sue prospettive. E ciò finirà per danneggiare soprattutto quelle imprese che sullo spazio europeo hanno scomesso, perseguendo un disegno di espansione comunitaria anziché di rafforzamento domestico.

La transizione dalla DG Energia e trasporti alla DG Energia e clima può apparire, ed è, una questione burocratica, ma dietro di essa si legge un disegno politico che può piacere solo ai nemici dell’integrazione europea e ai credenti nella religione ecologista senza se e senza ma. Tutti gli altri, farebbero bene a preoccuparsi.

Carlo Stagnaro energia , , , , ,