Normalmente noi dell’IBL non guardiamo ai risultati del mercato, o ai soggetti che vi partecipano, ma agli aspetti strutturali: norme e regole. Vi sono però alcuni (rari) casi in cui dall’esito di una trattativa può dipendere molto. Sia in termini di funzionamento del mercato, sia in termini di sua evoluzione prospettiva. La gara per le reti di distribuzione del gas di E.On, qui raccontata da Jacopo Giliberto, è uno di quei casi. Noi tifiamo per Erogasmet.
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Carlo Stagnaro energia, liberismo, mercato Antitrust, autorità per l'energia, Concorrenza, erogasmet, f2i, gas, italgas, reti, snam rete gas
Le Poste entrano come socio promotore nella Banca del mezzogiorno di Giulio Tremonti, forse si trasformeranno in banca esse stesse, potrebbero gestire in futuro lotterie istantanee e persino entrare nel capitale di Telecom al posto della spagnola Telefonica.
In queste ultime settimane abbiano sentito parlare delle Poste in relazione a una molteplicità di settori imprenditoriali, escluso tuttavia quello da cui prendono il nome: la posta intesa come recapito di corrispondenze e altri oggetti postali. Ci ha pensato oggi l’Antitrust a porre rimedio a questa mancanza, comunicando che nella riunione del 15 ottobre scorso ha deciso di avviare un’istruttoria per verificare se l’azienda abbia abusato della sua posizione dominante proprio nel mercato del recapito, ostacolando i concorrenti nell’ormai ampio segmento dei servizi (solo) legalmente liberalizzati. Prosegui la lettura…
Ugo Arrigo liberismo, mercato Antitrust, banche, Concorrenza, Poste
Gli aiuti pubblici alle banche vi spaventano di meno, perche’ c’e’ Bruxelles a vigilare sullo “state aid� La pensa cosi’ il Commissario europeo Neelie Kroes, che intervenendo alla trentaseiesima conferenza della Fordham University su antitrust e concorrenza ha consegnato al mondo una succosa sintesi del suo pensiero.
Lasciamo perdere stavolta quelle che in realta’ sarebbero le cose piu’ interessanti e salienti – ovvero che Kroes vanti grandi progressi, in termini di certezza del diritto e trasparenza, nelle relazioni fra la Commissione e le imprese che finiscono sotto il suo faro. A dire il vero, che questa grande trasparenza effettivamente ci sia e’ discutibile, come sempre piu’ sono discutibili i metodi d’indagine (leggete qui non tanto il commento, ovviamente interessato, di David Rosenberg di Glaxo ma quello di Sir Christopher Bellamy, sull’indagine sul settore farmaceutico). Prosegui la lettura…
Alberto Mingardi Senza categoria aiuti di Stato, Antitrust, banche, Neelie Kroes, trasparenza
Immaginate un tribunale che vi condanna a maggio, spiegandovi perche’ a settembre. Non e’ l’ennesima storia di malagiustizia: e’ l’Antitrust europeo. Quando si parla di presunte violazioni degli articoli 81 e 82, la Commissione e’ pubblico ministero, giudice e giuria. Il primo grado di giudizio indipendente che le imprese possano incontrare e’ il Tribunale di prima istanza della UE: cioe’, uno viene giudicato da altri che i suoi accusatori soltanto in appello.
Che ci sia qualcosa che non va nel sistema, e’ noto non da oggi, e in una certa misura chiaro anche a Bruxelles. Negli anni si e’ tentato di aumentare la trasparenza, di rendere meglio conoscibili agli “indagati” i capi di accusa, di stimolare un confronto con le imprese anche prima di raggiungere un verdetto.
Il caso di Intel dimostra che ci sono ancora molti passi in avanti da fare. Prosegui la lettura…
Alberto Mingardi mercato Antitrust, Concorrenza, intel, Neelie Kroes
Il magnate tedesco Hubert Burda, da tempo feroce critico di Google News, annuncia la creazione di due analoghi aggregatori di notizie (Nachrichten.de e Finanzen100), in grado di vincere la sfida contro il colosso di Mountain View. Come? Pagando agli editori parte- dal 20 al 50%- dei proventi pubblicitari, “che invece vengono loro negati da Google”. Che l’iniziativa di Burda possa avere successo non è affatto scontato. Di certo una cosa è chiara: i concorrenti si battono sul mercato, non con la scorciatoia tutta politica di chi ha più amici all’interno dell’Antitrust.
Giovanni Boggero liberismo, mercato Antitrust, Burda, Concorrenza, Google
Consentitemi una battuta sulla questione del Concordato, dell’ora di religione, e di tutto ciò che rientra nel regime di accordo preferenziale con la Chiesa cattolica espresso anche dal Nuovo Concordato, dovuto a Bettino Craxi e negoziato da Gennaro Acquaviva. Una battuta che deriva dalla mia storia personale. Da adolescente e giovane dirigente politico che teneva i campi estivi della propria organizzazione insegnando a ragazzini ancora più piccoli canzoni anticlericali risorgimentali - tipo “bruceremo le chiese e gli altari/ bruceremo le ville e le regge/ coi budelli dell’ultimo prete/impiccheremo il papa e il re…”, finirò tra pochi giorni, all’ultimo giorno del meeting di Rimini, a parlare di don Giussani al popolo ciellino. Mettiamola così, la teoria della libera concorrenza applicata alla religione non solo non fa una grinza, sarebbe con ogni probabilità il first best. Ma le norme e le autorità antitrust nascono e si affermano solo dopo secoli di mercato, dunque…
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Oscar Giannino Senza categoria Antitrust, concordato, path dependence
Oggi l’Antitrust ha concesso un termine di altri 90 giorni a Banca Intesa per l’esercizio dei diritti di difesa, in merito alle contestazioni mosse dall’Autorità a seguito delle due diverse versioni del patto di sindacato intercorse tra Generali e Credit Agricole nell’azionariato della banca guidata da Corrado Passera. È un bis analogo alla decisione del Tribunale di Milano, che ha rinviato a fine settembre l’esame dell’istanza della procura di Milano per l’avvio a liquidazione della Risanamento di Zunino. Anche in questo caso, si prende tempo per venire incontro alle esigenze delle banche. In questo caso specificamente dell’Agricole, che sta attendendo la piena valutazione dello IASB – l’organo demandato ai princìpi contabili che fanno testo in Europa – in ordine al fatto che possa non procedere a svalutazione del 5.6% di Intesa che detiene al di là degli impegni sottoscritti nel 2006. Le banche possono non solo prendere impegni che non rispettano, ma anche contare sulla più che piena comprensione degli sceriffi del mercato. Per prime le autorità di mercato pensano che evitare perdite di bilancio bancarie venga prima del rispetto delle norme, quando le perdite stesse comporterebbero un’ovvia e legittima sanzione reputazionale ai manager che le hanno infrante. Ma se è così a che cosa servono, le Autorità regolatorie? I banchieri sono così generalmente abituati a darsi ragione da soli, che non vedo il bisogno di confermarli sempre nell’idea.
Oscar Giannino mercato Antitrust, banche, Credit Agricole, Generali
Parrebbe di sì, a leggere quanto riferiva un paio di giorni fa il Moscow Times. L’Antitrust russo sta affilando le armi contro il presunto cartello composto dai colossi petroliferi privati, semiprivati e affini: Rosneft, Lukoil, Tnk-Bp e Gazpromneft, accusati di cospirare per mantenere artificialmente alti i prezzi dei carburanti.  L’accusa si concentra sulla apparente lentezza con cui essi si sono adeguati al calo delle quotazioni del greggio. La cosa divertente, almeno per noi che leggiamo da qui, è che il litro di benzina a Mosca costa l’astronomica cifra, si fa per dire, di 23 rubli, pari a circa 52 centesimi di euro, ossia meno della sola accisa sulla benzina (56,4 centesimi) e poco più di quella sul gasolio (42,3 centesimi) in Italia.
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Carlo Stagnaro Senza categoria Antitrust, carburanti, Concorrenza, energia, petrolio, prezzi, russia
Oscar Giannino ha gia’ scritto qui del fatto che Luigi Zingales e’ ormai riconosciuto come uno degli “astri†che possono rischiarare il cammino in salita del partito repubblicano in America. Oggi ne scrive anche Zingales stesso sul Sole, in un articolo per nulla compiaciuto ma anzi interessante e ricco di stimoli. Come tutto, ovviamente discutibule.
Riassumendo brevissimamente: Zingales suggerisce ai repubblicani di essere piu’ rigorosi, rispetto alla finanza pubblica, anche accettando un inasprimento fiscale come contropartita per mantenere aperti i circuiti dello scambio internazionale. Nel contempo, suggerisce loro di essere meno pro-business e piu’ pro-market, con argomenti molto diversi (stare dalla parte degli azionisti piu’ che dei manager, non difendere le grosse banche, ma anche accettare un Antitrust piu’ muscolare). Prosegui la lettura…
Alberto Mingardi liberismo Antitrust, luigi zingales, Obama, partito repubblicano, Reagan, tasse
Lasciare in mano all’operatore pubblico il settore ferroviario forse non è la cosa migliore, viste le inefficienze che tale operatore ancora possiede. Mettere in concorrenza significa far vincere il migliore, colui che riesce a fare dei profitti e reinvestirli nell’azienda; al contempo i peggiori dovrebbe essere lasciati fallire, anche se si trattano di operatori pubblici e non fare come è successo per il caso Alitalia, dove per troppi anni il Ministero dell’Economia ha ricapitalizzato l’azienda e allungato l’agonia.
Di aziende ferroviarie private nel settore cargo che producono dei profitti esistono; tuttavia esse subiscono la concorrenza di Trenitalia Cargo, che continua ad operare con margini negativi per oltre il 20 per cento da diversi anni. I sussidi che riceve Trenitalia evidentemente aiutano a mantenere in vita un’azienda che continua ad essere in rosso da ormai troppi anni e che di conseguenza fa concorrenza sleale con i soldi che riceve dello Stato.
Nel trasporto passeggeri si potrebbe seguire l’esempio di diversi paesi europei, non certo quello francese che ogni anno riceve oltre 10 miliardi di euro dai contribuenti. Il modello svedese o inglese, vedono si una rete pubblica, ma gli operatori privati sono in concorrenza e chiedono sussidi molto bassi. Lo stesso modello potrebbe essere attuato in Italia, dove credo non ci sia una cultura necessaria, per una privatizzazione totale della rete. Prosegui la lettura…
Andrea Giuricin Senza categoria Antitrust, Concorrenza, ferrovie, gare, Trenitalia