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Posts Tagged ‘unione europea’

Hu-rrà!

3 agosto 2009

La Cina di Hu Jintao difende i diritti umani di tutti, e specialmente di americani ed europei. Pechino ha infatti inviato due proteste formali all’Organizzazione mondiale del commercio contro le politiche protezionistiche di Usa e Ue. Si tratta di una mossa necessaria a proteggere il mercato di valle dei prodotti cinesi - stimato in oltre 600 miliardi di dollari nel 2008 - dall’aggressione regolatoria di cui è oggetto nei paesi industrializzati, che amplifica l’impatto della crisi. Già nella seconda metà dell’anno scorso si era registrato un crollo del commercio mondiale, e nel rapporto annuale della Wto erano presenti le prime esplicite preocupazioni sul rischio protezionista:

Un quarto fattore che potrebbe contribuire alla contrazione degli scambi è l’aumento delle misure protezioniste. Qualunque crescita di questo tipo di misure minaccerà le prospettive di ricupero e prolungherà la crisi. Il rischio di una crescita del protezionismo è fonte di preoccupazione.

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Carlo Stagnaro liberismo, mercato , , , ,

Se Bruxelles fa cascar il pan di mano

17 luglio 2009

Come ricorda molto bene la FAZ, quotidiano bibbia dei liberali e dei conservatori tedeschi, la Corte Costituzionale teutonica avrà anche tanti difetti (a noi invece è garbato molto l’approccio prudente dei giudici di Karlsruhe e non condividamo affatto i recenti attacchi in salsa un po’ “montiana” di chi su Lisbona avrebbe preferito una delega in bianco a Bruxelles);  avrà anche i suoi difetti, dicevamo, ma non si è certo mai prodigata di stabilire se una pagnotta o un croissant debbano prima essere pesati e poi prezzati o viceversa. La tradizione della vendita al dettaglio tedesca, così come quella italiana, semplicemente non lo prevede. E spacciare per tutela del consumatore una misura così smaccatamente dirigista è offensivo per l’intelligenza dei consumatori stessi. Di qui l’ennesima protesta dei panificatori tedeschi contro tale grottesca direttiva proveniente da Bruxelles, che vieta di mettere in vendita una brioche o una pagnottina senza averla prima pesata.  La precedente polemica, altrettanto assurda, la trovate qui.
In ultimo, una breve considerazione. Finché l’approccio delle istituzioni comunitarie all’integrazione europea sarà di questo tenore (ovvero di diretta ostilità verso le “libertà del produttore”), dubito che anche la gente comune possa apprezzare quel che di positivo ancora fa e promuove la Commissione. D’altra parte, va preso atto che tale ritrosia verso l’UE ha due facce: quella nazionalista e protezionista da un lato e quella cui sono cari concetti quali la sussidiarietà e la concorrenza. Non ogni strepito rivolto a Bruxelles va confuso con le pur sempre risorgenti velleità neo-bismarckiane di qualche politico tedesco.

*Qui una lettura un po’ diversa e lontana dal solito mainstream della sentenza della Corte Costituzionale tedesca sul Trattato di riforma.

Giovanni Boggero mercato , , ,

Lavori verdi, lavori veri?

16 luglio 2009

Segnalo su questo tema l’ultimo dossier Adapt, da me curato.

Carlo Stagnaro energia, mercato , , ,

L’amore vince tutto

9 luglio 2009

Ma, dicono dalle mie parti, la fame vince l’amore. La saggezza popolare mi è venuta in mente quando ho letto che, ancora una volta, in Europa salvare il mondo è la “top priority”, ma salvare gli agricoltori è ancora più top.

Carlo Stagnaro liberismo , ,

7 luglio 2009. Crisi del gas?

2 luglio 2009

Ancora una volta, allarme rosso sulle forniture di gas dalla Russia via Ucraina. In conclusione della riunione del Gruppo coordinamento gas, la Commissione europea ha invitato gli Stati membri a “riempire gli stoccaggi” e prepararsi a eventuali interruzioni “nelle settimane o mesi a venire”. A monte di tutto, la consueta querelle tra Mosca e Kiev sul pagamento degli arretrati. Sul tappeto c’è il prestito da 4 miliardi di dollari che l’Ucraina ha chiesto all’Occidente, per far fronte ai suoi obblighi (anche se, come anticipato qualche giorno fa da Quotidiano Energia, probabilmente un paio di miliardi basterebbero a tranquillizzare i russi).

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Carlo Stagnaro energia, liberismo, mercato , , , , , , ,

Mentre a Dublino si discute, Berlino cade

30 giugno 2009

La Corte Suprema tedesca ha dato il via libera al Trattato di Lisbona. A questo punto il pallino è in mano agli irlandesi, che a ottobre dovranno rivotare la nuova “costituzione” europea (il precedente voto contrario è stato giudicato inaffidabile, perché gli irlandesi hanno votato male). Le concessioni che Dublino ha estorto a Bruxelles per ripetere la consultazione sono senza dubbio una piccola garanzia, ma ora più che mai siamo nelle mani di Dio.

Carlo Stagnaro liberismo ,

Mi ricordo Monti verdi…

14 giugno 2009

Come spesso accade, Mario Monti nella sua enciclica domenicale muove da una dato incontestabile, ne deduce una conseguenza sulfurea e giunge a una conclusione rispetto alla quale l’unico atteggiamento corretto è l’esorcismo. Per il rais dell’Università Bocconi, la vittoria dei verdi in gran parte dei paesi europei - e in particolare nella Francia di Daniel Cohn-Bendit - dimostra la rinata “domanda di Europa” e, segnatamente, di “un’Europa che protegga, che non ostacoli troppo gli Stati che proteggono i loro cittadini e le loro imprese, anche all’interno della stessa Ue”. La risposta politica a questa domanda, che per Monti è stata finora interpretata soprattutto da formazioni di destra e più o meno euroscettiche, consiste, paradossalmente, nel tradimento di quello che fu e in qualche misura ancora è lo spirito autentico dell’unficazione: “consentire, da parte della Ue, che ogni Stato si occupi delle istanze sociali senza riguardo all’apertura rispetto al resto della Ue, anche in violazione delle regole del mercato unico”. Questo tipo di risposta Monti la condanna, giustamente. In contrasto, egli propone di estendere l’integrazione “ad aspetti, come il coordinamento della fiscalità. che permettano agli Stati di dare grande attenzione al sociale pur rispettando il mercato unico”. Sarà sicuramente un mio limite, ma non vedo grande differenza: mi pare, semmai, un modo di evitare la contrapposizione tra i protezionismi nazionali e l’ “aperturismo” comunitario sacrificando quest’ultimo, e facendo dell’Ue un mega-Stato che, anziché superare le vecchie logiche, le adotta e ne moltiplica gli effetti. Tra parentesi, a me pare abbastanza ovvio che l’ “onda verde” non sia tanto il frutto di una tardiva conversione degli europei all’ecologismo sulla spinta della crisi, quanto piuttosto l’equivalente (mutatis mutandis) del voto italiano all’Italia dei Valori: è un modo di incanalare la protesta contro i partiti della sinistra senza confluire né nel voto di destra, né nell’astensionismo. Il problema è che le attuali politiche ambientali europee, che pure rispondono da tanti punti di vista alla sensibilità di Monti e di quelli come lui, finiranno per gravare l’economia europea di una zavorra che potrebbe farsi insostenibile, con buona pace della competitività e infine dello stesso sociale. Come si può pensare di costruire un welfare state efficiente, ammesso che sia possibile e utile, in un contesto di declino economico, nel quale la platea dei beneficiari netti dello Stato sociale è destinata a crescere come risultato del combinato disposto tra la crisi e le politiche anti-crescita da un lato, dall’altro della rinuncia a perseguire una autentica integrazione dei mercati? Da questo punto di vista, la vittoria dei verdi è un fallimento dell’europeismo vero: se davvero Bruxelles seguirà la strada indicata da Monti, ed è ben possibile, lo spazio politico comunitario comprimerà sempre più il mercato. Del sogno europeo, ci resterà solo la burocrazia.

Carlo Stagnaro liberismo, mercato , , ,

Franco Debenedetti sulla vicenda Opel

1 giugno 2009

Riceviamo e pubblichiamo da Franco Debenedetti:

Non si capisce il perché delle reazioni scandalizzate sull’esito della vicenda Opel.
Il Governo italiano ha fatto bene a non intervenire: poteva offrire solo o chiusure di stabilimenti in Italia o soldi.
Marchionne si é impegnato nella sola partita che poteva giocare, proponendo una soluzione basata su logiche industriali. Ma quando il destino dell’Opel si decide tra i capi di Governo della prima e della terza economia mondiale, e delle loro agende politiche, non ha molto altro da dire.
L’operazione, dal punto di vista delle competenze, si configura come un “reverse takeover”: quelle chiave stanno tutte nell’azienda acquisita. Management e sindacati di Opel si sono scelti i padroni ideali: entrambi stranieri, uno un subfornitore senza conoscenze di marketing automobilistico, l’altro un sub finanziatore con la garanzia del Governo tedesco.
Certo, sono aiuti di stato: ma solo chi ha la memoria corta, da noi, può scandalizzarsi.

Alberto Mingardi liberismo, mercato , , , ,

Mr Obaaaaama…!

22 maggio 2009

Le aspettative per un esito “positivo” del vertice di Copenhagen (di cui da un po’ si parla in toni meno entusiastici) oggi hanno ricevuto una bella gelata. La Cina ha affidato a un documento della Commissione per lo sviluppo e le riforme la sua posizione sulle negoziazioni. Come era lecito attendersi, si tratta di un’elegante manovra di smarcamento: i cinesi chiedono che il mondo sviluppato riduca le sue emissioni di almeno il 40 per cento (un obiettivo del tutto, e volutamente, irrealistico) e contestualmente si dicono disponibili a contribuire solo se, in qualche modo, saranno risarciti dello sforzo economico necessario. Tradotto: Pechino se ne lava le mani e non ha intenzione alcuna di sacrificare la sua crescita economica alla presunta salvezza del clima. Poche settimane fa era stata l’India a esprimere un punto di vista analogo. E Barack Obama, l’indiscusso protagonista del vertice di dicembre, al momento ha generato una quantità di fumo decisamente non proporzionale all’arrosto (in pratica, un po’ di crediti fiscali che possono servire a far crescere gli investimenti nelle rinnovabili e dintorni, ma certo non a centrare alcun obiettivo ce sia definibile come ambizioso). Gli europei da un po’ si stanno sbracciando per chiedere a Washington di fare la sua parte (la parola d’ordine è co-leadership) ma, apparentemente, senza grande successo. La vernice verde si sta già squagliando?

Carlo Stagnaro energia , , , , ,

Il meraviglioso mondo dell’Antitrust

20 maggio 2009

Sul Wall Street Journal di oggi, Alberto Mingardi spiega perché da contribuenti pagheremo le imprese troppo grandi per fallire, mentre da consumatori quelle troppo piccole per competere.

Carlo Stagnaro liberismo, mercato , , , , ,