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Posts Tagged ‘servizi pubblici’

Servizi locali. Privatizzare senza privati?

5 luglio 2009

Linda Lanzillotta da ministro per gli affari regionali nel secondo governo Prodi aveva cercato con grande determinazione di introdurre elementi di concorrenza nei servizi pubblici locali. Di cio’, e di molte altre sue battaglie, le va riconosciuto ampio merito. Un suo intervento odierno sul “Sole 24 Ore” torna sul tema convergendo “su un diverso approccio” alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali, patrocinato dall’Autorita’ garante della concorrenza e del mercato.
Per Lanzillotta,

Se, infatti, come e’ ormai dimostrato, l’ostacolo ricorrente e’ rappresentato dalla sistematica resistenza opposta al processo di liberalizzazione dagli enti locali proprietari delle aziende, allora bisogna prendere atto che lo schema classico “liberalizzare prima, privatizzare (eventualmente) dopo” in questo caso non funziona. Bisogna quindi rovesciare l’ottica e affrontare in via prioritaria il tema della proprieta’ delle aziende che gestiscono i servizi pubblici locali.

L’ex ministro giustamente sottolinea come “proprieta’ e regolazione” vadano separati, e quindi in qualche maniera da’ priorita’ alla privatizzazione per “liberare” le imprese dalla politica. Per riallineare l’interesse dei decisori locali con quello dei consumatori (loro elettori), bisogna fare in modo che le aziende pubbliche escano dal “giro” degli appannaggi clientelari. Cio’ che convince meno, e su cui varrebbe la pena discutere, e’ la soluzione proposta da Lanzillotta (e prima di lei da Catricala’) rispetto al processo di privatizzazione. Scrive infatti:

Mentre non sarebbe neppure proponibile un trasferimento di beni di eccezionale valenza sociale e ambientale, quali sono appunto i servizi pubblici locali, ad investitori speculativi o orientati ad una pura logica di mercato, diverso sarebbe l’approccio delle Fondazioni bancarie, soggetti strutturalmente legati al territorio.

Insomma, Lanzillotta dice: solo privatizzando prima di liberalizzare, si separano le aziende dalla politica, creando le condizioni per la liberalizzazione, cioe’ per esporle alla concorrenza. Ma dice anche: privatizziamo affidandole ad attori, le Fondazioni di origine bancaria, i cui vertici sono di norma scelti dalle istituzioni locali. Solo che cosi’ il controllo politico non si annullerebbe certo, semmai diventerebbe un controllo “di secondo livello”, mediato da investitori che saranno certo “azionisti privati istituzionali con forte responsabilita’ sociale” ma che definirli “distinti e reciprocamente autonomi rispetto ai decisori politici sia nazionale che locali” pare un po’ eccessivo.

Alberto Mingardi energia, mercato , , , ,

Legge e ordine, sciopero cardine

3 luglio 2009

Quando si dice “la solita Italia”. Altrove vale il principio legge e ordine, qui da noi si traduce: sciopero cardine. È infatti diventato definitivo il provvedimento con cui lo scorso dicembre il gup di Milano aveva prosciolto 4.106 autoferrotranvieri accusati di interruzione di pubblico servizio, in quanto l’1 20 e 21 dicembre 2003 e il 12 e13 gennaio 2004 violarono le fasce protette e scioperarono tutto il giorno. Lo ha reso noto uno dei legali dei lavoratori dell’Atm riferendo quanto spiegato dallo stesso giudice che decise quel proscioglimento di massa: nessuno ha impugnato in Cassazione la sentenza con cui il gup aveva respinto quella mole di decreti di condanna chiesti dalla Procura ritenendo che lo sciopero selvaggio attuato dai dipendenti dell’Azienda dei Trasporti milanese nell’inverno di sei anni fa fosse da considerare un illecito non penale ma amministrativo. Ma perché mai i sindacati confederali devono accettare le direttive a tutela dei diritti di viaggiatori e utenti, se poi i cobas bloccando tutto senza preavviso non rischiano nulla? Che cosa sarà mai stato, ad aver fatto mutare idea alla Procura di Milano, che prima ha chiesto le condanne e poi non si è opposta al proscioglimento? Che triste vergogna.

Oscar Giannino Senza categoria ,

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