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Posts Tagged ‘regioni’

Nucleare dove?

11 luglio 2009

L’approvazione del ddl sviluppo ha scatenato una pluralità di reazioni, di segno diverso ma generalmente esagerate, sul possibile ritorno dell’Italia al nucleare. Infatti, bene o male, i tre articoli filo-nucleari della legge (gli articoli 25, 26 e 29) delineano l’inizio di un percorso ma si tratta, appunto, dell’inizio. Al di là degli aspetti singolarmente positivi o negativi, comunque, il governo ha dato un segnale importante in merito alla sua reale volontà di procedere su questa strada. Infatti, l’esecutivo ha sei mesi di tempo per mettere nero su bianco il suo progetto - con tanto di definizione degli standard, criteri per l’individuazione dei siti, norme di costruzione, esercizio e smantellamento degli impianti, eccetera. Si poteva fare meglio? Certo: per esempio si poteva evitare di assegnare al Cipe (?) il compito di scegliere la tecnologia, e si poteva creare un’Agenzia di sicurezza degna di questo nome. Si poteva evitare di mettere le mani su Sogin e si poteva evitare di attaccare ripetutamente l’indipendenza dell’Autorità per l’energia (a proposito: appuntamento a settembre per il prossimo round, mi dice la mia sfera di cristallo). Si poteva evitare tutto questo e si poteva fare meglio quel che si è fatto, ma, nella misura in cui il meglio è nemico del bene, qualcosa lo si è fatto e da lì bisogna partire. Quindi, come ha scritto oggi Il Foglio, “tre hurrà per Claudio Scajola” e speriamo che usi la finestra di opportunità che lui stesso ha aperto per mettere i puntini giusti sulle rispettive “i”. A questo punto, le questioni veramente aperte sono due più una. La prima: il lavorio dei tecnici del Mse per rispettare le scadenze e presentare i vari decreti. Cioè, rispondere alla domanda: nucleare come? La seconda: nucleare dove? Prosegui la lettura…

Carlo Stagnaro energia, mercato , , , , ,

Carburanti troppo cari? Ditelo ai politici

20 giugno 2009

Dopo Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sicilia ed Emilia Romagna, adesso è il turno della Liguria: la giunta regionale ha appena approvato un provvedimento secondo cui ogni nuovo impianto di distribuzione dei carburanti dovrà essere attrezzato anche per almeno uno tra Gpl, metano e idrogeno. Ufficialmente si tratta di una norma concepita per la salvaguardia dell’ambiente eccetera eccetera, ma il sostrato protezionista è chiarissimo. Si tratta della (efficace) risposta della lobby dei benzinai alla manovra liberalizzatrice iniziata dalle “lenzuolate” di Pierluigi Bersani e proseguita l’anno scorso nel collegato alla Finanziaria 2009, chez Claudio Scajola e Giulio Tremonti. La logica della normativa nazionale è quella di rimuovere i maggiori ostacoli al dispiegarsi di una reale competizione nella distribuzione in rete dei carburanti per autotrazione, che a oggi determinano una rete di distribuzione tra le più inefficienti in Europa (i dati fanno letteralmente impallidire). Imponendo l’installazione di Gpl o metano, le regioni di fatto creano una barriere all’ingresso di proporzioni enormi, che non riguarda solo la faccenda dei costi, ma investe una serie di requisiti urbanistici e di sicurezza (banalmente, l’estensione della superficie necessaria è molto maggiore, restringendo il numero degli spazi idonei). Della questione si era occupata, qualche mese fa, la stessa Autorità Antitrust, che in una segnalazione alle Camere e al governo aveva denunciato l’ondata di provvedimenti protezionistici sul tema. L’approccio di Antonio Catricalà e dei suoi è semplice e lineare: trattandosi di norme discriminatorie, che impongono ai nuovi entranti oneri a cui gli incumbent possono decidere se conformarsi oppure no, esse agiscono in direzione anticoncorrenziale. Se le regioni ritengono utile o importante promuovere la diffusione dei carburanti cosiddetti eco-compatibili, possono farlo incentivando l’adeguamento dei punti di rifornimento, siano essi nuovi o vecchi. Si dice che l’albero si riconosce dai frutti: i frutti delle regioni sono ammalati di protezionismo.

Carlo Stagnaro mercato , ,